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Infermieri. Mascherine. Quanto ne sappiamo? Tipologie, funzioni e normativa

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La Redazione
Pubblicato il: 28/02/2020 vai ai commenti

CoronavirusNursing

di Simone Angeletti* e Matteo Rignanese*

CPSI presso Az. Osp. Univ. Osp. Riuniti di Ancona

 

INTRODUZIONE

L’assistenza a pazienti con sospetta o accertata patologia trasmissibile per via aerea comporta un rischio di esposizione ad agenti biologici che possono causare il manifestarsi di una patologia a carico dell’apparato polmonare.

I dispositivi di protezione respiratoria che proteggono bocca e naso dall’inalazione di particelle contaminanti svolgono un efficace effetto barriera anche dalla possibile contaminazione dell’operatore con schizzi o spruzzi di materiale biologico. Nelle strutture sanitarie a sicurezza è un valore fondamentale poiché da essa dipende la salute di cittadini e dipendenti. Ogni giorno infatti, medici, infermieri, tecnici di laboratorio e personale ausiliario, vengono a contatto con fattori di pericolo che possono minacciare la loro salute. Per tale ragione è fondamentale conoscere la corretta identificazione e l’utilizzo dei dispositivi di protezione.

 

NORMATIVA

La normativa vigente è rappresentata dal “Testo Unico sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro D.Lgs n 81/2008” (subentrata all’ex D.Lgs. n. 626/94 ed integrato e modificato dal D.Lgs. n. 106/2009), che garantisce la tutela dei lavoratori in materia di salute e sicurezza negli ambienti lavorativi.

Il Dl.Lgs. 81/2008 prevede all’art. 20 gli obblighi dei lavoratori – ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro; prevede inoltre, all’art. 78 che i lavoratori segnalino immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI (Dispositivi di Protezione Indiviuali) messi a loro disposizione.

 

CHE COSA SONO I DPI?

I dispositivi di protezione individuale (DPI) sono definiti dal D.Lgs. N.81/2008, Titolo III, Capo II, Art. 74 come “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggere contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la propria sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo“.

I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di organizzazione del lavoro (art. 75)L’art. 76 invece definisce le caratteristiche:

  • Conformi alle norme di cui al L.Lg. N 475/1992 e ss.mm.ii.;
  • essere conformi alle norme di cui al D.Lgs. n. 475/1992 e ss.mm.ii.;
  • essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sè un rischio maggiore;
  • essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
  • tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;
  • poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità;
  • essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell’uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti, in caso di rischi multipli che richiedono l’uso simultaneo di più DPI.

L’art. 76 relativamente ai requisiti dei DPI prevede che i DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto I DPI devono inoltre:

  • essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;
  • essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
  • tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;
  • poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità.
  • In caso di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti.

L'addestramento al loro corretto impiego è indispensabile per ogni DPI.

LE CATEGORIE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

I DPI sono suddivisi in tre grandi categorie, di prima, seconda o terza:

  • Prima Categoria:

Sono quei dispositivi pensati per proteggere i lavoratori che volgano mansioni dal rischio minimo. E’ facoltà del lavoratore definire il livello di protezione necessario, come ad esempio la scelta di guanti da lavoro piuttosto che da giardinaggio o gli occhiali da sole.

Le attrezzature assegnate a questa categoria devono essere corredate di una semplice dichiarazione di conformità da parte del produttore e siglate con una marcatura CE.

 

  • Seconda Categoria

Fanno parte di questa categoria i dispositivi di protezione individuale che non appartengono né alla prima né alla terza categoria.

Per tale categoria è previsto che fabbricante sottoponga a verifica, all’Organismo Notificato, una copia conforme all’originale del DPI prodotto, sarà quindi l’Organismo Notificato a rilasciare un attestato di certificazione CE con il quale, a sua volta, il produttore marchierà lo strumento e completerà la dotazione con la relativa nota informativa d’uso.

 

  • Terza Categoria

I DPI appartenenti a questa categoria sono anche noti come salvavita, infatti sono quegli strumenti atti a proteggere da rischi mortali, anche a lungo termine come per esempio l’esposizione all’amianto.

Fra questi dispositivi rientrano quelli pensati e costruiti per proteggere le vie respiratorie (FFPP 1, 2 o 3) e quelli anticaduta.

Nel gruppo dei DPI di terza categoria rientrano gli strumenti capaci di proteggere il lavoratore da danni gravi o permanenti per la sua salute e dal rischio di morte. Questi dispositivi di protezione individuale sono utili per la protezione del capo dal rischio di urti accidentali, degli occhi e del volto da schegge, scintille e residui di lavorazioni (come ad esempio i trucioli), del corpo dal rischio elettrico (fulminazione o folgorazione), da temperature superiori ai cento gradi, dalle cadute dall’alto (linee vita, imbracature, mantovane, ecc.), dell’appartato respiratorio contro gli aerosol solidi, liquidi o contro i gas irritanti, pericolosi, tossici o radiotossici.

 

PROTEZIONE RESPIRATORIA

I DPI per le vie respiratorie sono diversi in base allo scopo per cui devono essere impiegati; l'obiettivo però è sempre evitare o limitare l'ingresso di agenti potenzialmente pericolosi (fumi, polveri, fibre o microrganismi) nelle vie aeree. La protezione è garantita dalla capacità filtrante dei dispositivi in grado di trattenere le particelle aerodisperse, per lo più in funzione delle dimensioni, della forma e della densità, impedendone l'inalazione.

I microrganismi sono trasportati in aria adesi a particelle solide o liquide (bioaerosol) in grado di rimanere in sospensione per periodi di tempo variabili a seconda delle dimensioni. Pertanto, nello svolgimento di attività che potrebbero causare dispersione di bioaerosol, è necessario utilizzare i DPI per le vie respiratorie per prevenire il rischio di esposizione agli agenti biologici patogeni. 

 

LE MASCHERINE PROTETTIVE: LE DIVERSE TIPOLOGIE

 

  • MASCHERINE CHIRURGICHE

Monouso in tessuto non tessuto, si assicurano al viso mediante lacci o elastici da passare dietro le orecchie o legare dietro la nuca; alcuni modelli sono dotati di un ferretto flessibile per una migliore aderenza alla sella nasale. sono state testate per assicurare specifici livelli di protezione nei confronti della penetrazione di sangue ed altri fluidi biologici attraverso le mucose di naso e bocca. Le mascherine forniscono una protezione nei confronti della diffusione dell’influenza sia bloccando le goccioline di secrezioni respiratorie emesse dalle persone malate che le indossano, sia impedendo che le medesime goccioline o spruzzi di secrezioni o altri fluidi biologici raggiungano le mucose di naso e bocca.

 

  • RESPIRATORI CON FILTRANTI FACCIALI

Proteggono dalla contaminazione di naso e bocca e dall’inalazione di particelle di dimensioni inferiori al micron aerodisperse. Deve coprire il naso, la bocca e il mento ed aderire al volto; dotate di doppio elastico e si compone di diversi materiali filtranti.

La loro funzione protettiva è normata a livello europeo secondo EN 149 e vengono suddivise nelle classi di protezione FFP1, FFP2 e FFP3. Le sigle FF (filterinf face piece) da P1 a P3 descrivono l’efficacia del filtro. Le FFP2 e P3 solo indicate per la protezione da virus in quanto hanno un’efficacia filtrante del 92% (le FFP2) e del 98% (le FFP3).

Le mascherine sono indicate per gli ambienti di lavoro, solitamente per turni di 8 ore e poi vengono gettate, bisogna ricordare che la sua capacità filtrante si riduce con il tempo di utilizzo

Manovra di tenuta: dopo aver messo le mani a coppa sul filtrante, effettuare un’inspirazione profonda e rapida. L’inspirazione abbassa rapidamente la pressione all’interno del dispositivo e questo permette l’aderenza del dispositivo al volto. L’aria deve entrare solo attraverso il filtro e non dai bordi. Tenendo sempre le mani a coppa sul filtrante, espirare velocemente. Se la pressione all’interno aumenta e non si notano perdite d’aria ai bordi, il filtrante è posizionato in modo corretto.

 

FFP1: Queste filtrano almeno l’80% delle particelle che si trovano nell’aria fino a dimensioni di 0,6 μm e possono essere utilizzate quando il valore limite di esposizione occupazionale non viene superato di oltre 4 volte.

 

FFP2: Queste devono catturare almeno il 94% delle particelle che si trovano nell’aria fino a dimensioni di 0,6 μm e possono essere utilizzate quando il valore limite di esposizione occupazionale raggiunge al massimo una concentrazione 10 volte superiore

 

FFP3: Le maschere respiratorie della classe di protezione FFP3 offrono la massima protezione possibile dall’inquinamento dell’aria respirabile. Con una perdita totale del 5% max. e una protezione necessaria pari almeno al 99% dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 μm,

 

COME UTILIZZARE LE MASCHERINE CORRETTAMENTE

Le mascherine devono essere indossate in maniera corretta e le procedure sono elencate sempre dal Ministero della Salute. E’ necessario, come prima azione, il lavaggio obbligatorio delle mani con acqua e sapone o altrimenti con soluzione alcolica. Occorre quindi assicurarsi che la mascherina copra perfettamente naso e bocca e che aderisca perfettamente al viso.

Per togliere la mascherina bisogna prenderla dall’elastico senza toccare la parte anteriore e gettarla in un sacchetto e lavarsi ulteriormente le mani.

 

CONCLUSIONI

Al fine di garantire nel miglior modo possibile la salute, la sicurezza e l’assistenza, l’infermiere ha il dovere di mettere in atto tutte le procedure e linee guida che ne proteggano la persona. Il rischio infettivo in ambito ospedaliero rappresenta un rischio lavorativo di particolare interesse e importanza sia per le conseguenze sulla salute degli operatori, sia per il numero elevato dei soggetti esposti. Risulta pertanto indispensabile non solo avere delle conoscenze generali sui dispositivi di protezione disponibili e come utilizzarli bensì̀ sulla via di trasmissione, la modalità̀ del contagio, quali sono i sintomi di un paziente colpito da queste patologie e le precauzioni da utilizzare. L’utilizzo dei DPI in ambienti così delicati come quelli sanitari è un’importante misura di prevenzione e controllo delle infezioni.