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Standard assistenziali: prosegue l'iter di revisione della delibera della Regione Veneto.

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 23/04/2014 vai ai commenti

NurSind dal territorioStandard AssistenzialiVeneto

Dopo i vari interventi portati in audizione alla V Commissione consigliare della Regione Veneto, la stessa ha espresso il parere richiesto dalla giunta regionale con l'atto CR/179 in data 28 marzo 2014. Di seguito riportiamo le proposte di modifica indicate dalla Commissione.

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“Definizione dei valori minimi di riferimento per il personale di assistenza del comparto dedicato alle aree di degenza ospedaliera. Richiesta di parere alla Commissione Consiliare (art. 8, comma 1, legge regionale 29 giugno 2012, n. 23)”

1. Allegato A, Tabella 1) - la percentuale dell’assistenza di base e di supporto dell’operatore socio sanitario nelle aree omogenee di medicina interna, chirurgia generale e ostetricia/ginecologia va elevata dal 50 al 60%.

2. Allegato A, Tabella 2) - i valori minimi di riferimento espressi in TEMA (Tempo di Erogazione Minuti di Assistenza) per la misurazione del tempo assistenziale del personale infermieristico e degli operatori socio sanitari nelle aree omogenee di medicina interna, chirurgia generale e ostetricia/ginecologia sono fissati nella misura di 190; tali valori minimi potranno essere elevati, nelle stesse aree omogenee a 195, per motivate situazioni logistiche o di carico assistenziale.

3. Le Aziende Ulss, Ospedaliere e l’IRCCS Istituto Oncologico Veneto potranno prevedere presso le Unità Operative Complesse sanitarie la presenza di almeno un collaboratore professionale sanitario esperto, categoria DS, con funzioni di coordinamento, ai sensi dell’articolo 6 della Legge n. 43/2006, dell’articolo 10 del CCNL del Comparto Sanità del 20.09.2001, II biennio economico, e dell’articolo 4 del CCNL del Comparto Sanità del 10.04.2008. Qualora non risultasse in servizio un numero sufficiente, rispetto al fabbisogno, di collaboratori professionali sanitari esperti-categoria DS, le Aziende Ulss, Ospedaliere e l’Istituto Oncologico Veneto potranno attivare, secondo le disposizioni di legge, le procedure di reclutamento, con eventuale destinazione a favore del personale interno, in caso di indizione di pubblico concorso, della riserva di posti di cui all’articolo 52, comma 1-bis, del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165. Al concorso potranno partecipare tutti i soggetti in possesso dei requisiti di accesso indicati all’articolo 45 del D.P.R. 27.03.2001, n. 220 e all’Allegato 1) del CCNL del Comparto Sanità del 20.09.2001, integrativo del CCNL del 7.04.1999 (Requisiti professionali e culturali per l’accesso al livello economico DS -dall’esterno). Al personale così reclutato le Aziende conferiranno l’incarico di coordinamento purché in possesso dei requisiti per l’affidamento di tale incarico stabiliti dalle disposizioni di legge e contrattuali sopra richiamate.

4. Dovranno in ogni caso essere rispettati gli obiettivi di costo per il personale dipendente fissati annualmente con deliberazioni della Giunta regionale.

Ora spetta alla Giunta regionale definitivamente deliberare in merito alle proposte di modifica. Si può notare dalle proposte indicate che l'aumento dei minuti di assistenza nei reparti di base (da 185 a 190 fino ad un massimo di 195 per particolari casi) sono state compensate con l'aumento della percentuale di presenza del personale di supporto (OSS). Tutto ciò fa pensare che il fabbisogno di infermieri non aumenterà con l'aumentare del tempo assistenza. Si conferma in sostanza l'esigenza che l'atto amministrativo produca uno spostamento della risorsa infermieristica dai reparti di degenza ospedaliera al territorio senza produrre nuove assunzioni come più volte ventilato attraverso la stampa dalle strutture regionali.

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"Da parte del NurSind, - afferma il segretario Nazionale Andrea Bottega - permane l'espressione di una forte criticità su tali standard. Per tale motivo il sindacato degli infermieri ha chiesto al Ministro di farsi promotore di uno studio sugli esiti dell'opera infermieristica in termini di ricaduta sulla salute dei cittadini e di impatto sulla spesa pubblica. Ad oggi sono per la maggior parte studi  stranieri che correlano la formazione professionale infermieristica alle conseguenze critiche per i pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere. C'è l'esigenza di valutare anche nel sistema italiano il reale apporto di questi professionisti  e quindi stabilirne il fabbisogno. Preoccupazione particolare è posta anche sull'inserimento di tali standard assistenziali nel Patto per la Salute senza una condivisione con le organizzazioni sindacali."

In merito all'inquadramento dei coordinatori, il sindacato, sostiene la necessità di uniformare contrattualmente l'attuale distinzione che vede alcuni coordinatori in D e altri in Ds verso una comune categoria superiore per il management e gli specialisti professional.

I suddetti standard potrebbero, con molta probabilità, entrare del Patto della Salute e quindi avere impatto sulle linee di indirizzo a livello nazionale.

 

Per approfondire l'argomento leggi l'intervista al Dott. Fabio Castellan, Presidente del Collegio IPASVI di Padova, tra i primi a contestare la delibera (CLICCA)