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Presidenza IPASVI e Dirigenza Infermieristica: è Incompatibilità???

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 04/08/2014 vai ai commenti

NurSind dal territorioToscanaTrasparenza

Danilo Massai, Presidente del Collegio IPASVI di Firenze, esprime alcune considerazioni riguardo all’incompatibilità fra la carica di Presidente di Collegio e l’attività professionale di Dirigente di un Servizio Infermieristico che – secondo Massai – esiste e può configurare anche conflitto di interessi.

 

INFERMIERI PENALIZZATI se PRESIDENTE di Collegio e DIRIGENTE sono la stessa persona.

Ritengo incompatibile essere Presidente del Collegio IPASVI e contemporaneamente Dirigente del Servizio Infermieristico in aziende sanitarie, pubbliche ed anche private della provincia.

In quanto il ruolo "libero" di ascolto e tutela degli infermieri viene meno con il prevalere del ruolo aziendale di organizzazione delle risorse umane.

 

Pone difficoltà agli iscritti al Collegio comprendere quale paradgmi muoverà il pensiero del loro presidente che la mattina spedisce loro piani aziendali e ordini di servizio ed il pomeriggio li ascolta per apprendere che quegli stessi piani aziendali, turni lavoro, tipi contratto adottati, relazioni pongono problemi deontologici al loro agire ed alla loro autonomia professionale.

 

Il ruolo del Dirigente, qualunque sia, si basa su paradgmi di tenuta economica ancorché di evoluzione della professionale.

 

Esiste contrasto fra:


- Presidente, che deve pianificare la politica professionale su paradgmi evolutivi, affermazione del ruolo, della professionalità, dell'identità alla professione, della tutela di genere, dal passaggio degli infermieri usati come risorsa a infermieri come Capitale umano, ricchezza per la società e per gli assistiti (Il dirigente che deve dare priorità alle necessità e strategie aziendali)

- Presidente, che deve intervenire sui piani organizzativi aziendali, per aree di demansionamento, di privazione di opportunità di valorizzazione, organizzazioni molte volte coercitive o comunque tese a climi di tensione (il Dirigente con stili di direzione e di programmazione verticistico)

- Presidente, che deve superparte, attivare provvedimenti disciplinari anche agli infermieri dirigenti (Dirigente che attiva provvedimenti in azienda, in difformità al Collegio) e difficilmente applicherà come presidente un procedimento a se stesso e collaboratori.

- Presidente, che deve porre in essere istanze anche dure con aziende per contratti di lavoro, penalizzanti sia economicamente che professionalmente con evidenti scarse tutele degli infermieri e dei cittadini (piani organizzativi proposti dal dirigente o comunque gestiti dal dirigente)

- Presidente, che deve intervenire sull'assenza di opportunità formative per tutti gli infermieri o per la loro scarsa incidenza sul miglioramento del loro lavoro (piani aziendali elaborati o condivisi dal dirigente)

- Presidente, che deve intervenire sulla formazione universitaria sia nei contenuti che in modalità ed in primis sui servizi sede dei tirocinio (molte volte il dirigente e' docente e responsabile dei tirocinii in azienda)

Per quanto sopra, ritengo incompatibile se non in netto conflitto di interessi il ruolo di Presidente e, contemporaneamente, di Dirigente.


Vedo invece una necessità che i due vertici concorrano in piani diversi alla tutela del professionista trovando nel duro lavoro quotidiano degli infermieri gli elementi comuni per essergli vicini e sostenerli in trasparenza e fermezza nel loro cammino evolutivo, premiando il merito e l'impegno.

Intervenendo sinergicamente sulle innovazioni organizzative, tecnologiche, sociali partendo dalle reali potenzialità degli infermieri.

 

In sinergia, introdurre modelli organizzativi che valorizzano l'infermieristica di genere, i giovani, tutelano gli infermieri con anni di esperienza ed in difficoltà per ritmi lavoro in climi a relazioni  demotivanti.


In sinergia, revisionano il ruolo del coordinamento offrendo nuove metodologie e nuove capacità


In sinergia, indicano strade politiche per rimuovere gli infermieri che sono nelle dotazioni organiche ma non svolgono più le funzioni infermieristiche, dando lavoro a migliaia di veri infermieri giovani e così frenare l'emigrazione, vera catastrofe futura per questa professione.


In sinergia, stabiliscono confini e perimetri dell'infermieritica riguardo ad altre attività di supporto o di attività sanitarie spettanti ad altri, "l'infermieristica non è il prezzemolo della sanita' e l'infermiere non è il pesto per tutte le minestre"


In sinergia, propongono piani formativi di qualità agli infermieri e sostengono politiche per percorsi di vera professionalizzazione ed a forte identità nei confronti dei cittadini

 

In sinergia, sostengono convenzioni con l'università per un piano di studio appropriato sia nelle aree di didattica che nelle sedi di tirocinio ,dove sono istituiti tutor, accreditati e valorizzati.

 

In sinergia, trovano paradgmi, per infondere sicurezza ed amore per questa professione.

Si può cambiare anche iniziando da ciascuna provincia, con umiltà e innovata volontà.
Serve autorevolezza prima ancora che il "potere" e la presenza di una leadership relazionale prossima agli scenari di lavoro degli infermieri.

 

 

Danilo Massai

Presidente IPASVI Firenze