Infermieri e partita IVA: i risultati dell'inchiesta
Prendendo spunto dai 79 colleghi che lavorano o hanno lavorato in regime di partita IVA e che hanno compilato il questionario sull'occupazione infermieristica del Centro Studi del Nursind a maggio 2014, ritengo opportuno che si inizi a parlare anche delle loro condizioni di lavoro e delle aspettative professionali e lavorative.
Dal sondaggio emerge che Il fenomeno delle partite IVA si evidenzia timidamente ed in forma più consistente a partire dal 2010.
L’esordio avviene in contesti da una parte definiti “altro” per il 33% dei rispondenti che con molta probabilità si riferiscono a collaborazioni in studi medici e “territoriale” e quindi assistenza ADI in forma collaborativa con le cooperative.
Pur tuttavia si sta estendendo anche nel settore ospedaliero e residenziale caratterizzandosi con un 17% nel settore ospedaliero, un 19% in quello territoriale ed un 31% in quello residenziale. Geograficamente prevale il Centro (41% con la Toscana in testa) sul Nord al 30% (Piemonte in testa).
Il Sud al 18% vede la Puglia tra le capofila e le Isole all’11% con la Sicilia nettamente prevaere sulla Sardegna.
Attualmente il 15% delle Partite IVA dichiara di essere “disoccupato” a conferma che non necessariamente si tratta di veri liberi professionisti ma piuttosto di contratti flessibili.
Il 75% di questi contratti è a tempo determinato di cui il 47% part time. Il 44% ha avuto più di un contratto a tempo determinato.
Il 7% dichiara di essere passato in seguito a tempo indeterminato. Tra i tempi indeterminati il 13% è part time.
Anche in questo caso il lavoro è prevalentemente svolto nella propria provincia di residenza (81%). Il 65% è disposto a cambiare regione ed il 49% anche ad emigrare. Il 32% è in graduatoria nei concorsi pubblici. Il 28% ha più di una laurea e per il 34% non si tratta di primo impiego. Anche se si tratta di liberi professionisti, il 55% di loro ritiene utile il sindacato infermieristico, il 32% è indifferente ed il 13% è contrario.
Interessanti sono gli stimoli che hanno lanciato con la penultima domanda che chiedeva: "Secondo te, quali suggerimenti potrebbero essere utili per migliorare la situazione occupazionale Infermieristica?".
Eccoli di seguito.
Aumentare il livello di difficolta dell'esame di accesso all'ipasvi degli stranieri
Aumentare il numero di assistenza infermieristica
Aumentare il numero di personale sanitario in ambito pubblico per poter garantire un adeguata qualità dell'assistenza ai degenti, visto che ci sono insoddisfazioni e carenze nelle realtà ospedaliere, in modo da ridurre la concorrenza con le strutture private che stanno prendendo il sopravvento sulle strutture pubbliche.
Eliminare la possibilità di bloccare le mobilità , anzi incentivarle
Eliminare, per quanto possibile, la politica dalla sanità .. hanno rovinato il SSN piu bello del mondo, con il concetto aziendalistico ..
ESIGERE L'ADEGUAMENTO A STANDARD QUALITATIVI DI STRUTTURE, DEI PROCESSI E D'ESITO, CON INTERVENTI MIRATI A GARANTIRE IL "RAGGIUNGIMENTO DEI Livelli Essenziali di Assistenza", LEA successivamente verificati e certificati da apposite commissioni. ECC....ECC...
I corsi di laurea in infermieristica sono paradossalmente troppo aperti nonostante per entrare ci sia un numero chiuso attraverso il test d'ingresso, in questo modo molti giovani che non vogliono spostarsi dalla propria regione si iscrivono a infermieristica con la credenza comune che si trovi lavoro sicuramente, purtroppo escono dalle università italiane troppi infermieri e questo sta portando all'effetto contrario. Per non parlare degli infermieri che si laureano senza amare la propria professione: che qualità possiamo dare al nostro sistema sanitario???
La cosa piu' semplice sarebbe limitare i contratti: niente partita iva solo part-time o full time. Sbloccare come detto, il turn over, aumentare il rapp inf/pz alla media europea/anglosassone, iscrizione in massa al Nursind. Riconoscimento effettivo di lauree e competenze specialistiche FUORI dal ccnl per infermieri. COPIAMO DALL'UK e cose buone della ns professione
Le assunzioni devono essere fatte secondo criteri ben precisi valutando bene la professionalità dell'infermiere, devono smetterla di fare tagli alla sanità e cosa importante se gli ospedali non riescono ad assumere dipendenti che facciano entrare i liberi professionisti nei reparti
Le Università dovrebbero investire sulle borse di studio nel settore infermieristico, così come in medicina
L'ipasvi dove sta? perche' chiede solo soldi senza dare protezione ai suoi iscritti??
Regolare rapporto pubblico vs p.iva e eliminare le prestazioni a nero con incentivazione sgravio fiscale a chi usufruisce del libero professionista, altrimenti ne va di mezzo la qualità lavorativa.
Secondo me i sindacati devono essere più incisivi e non dare false illusioni essere più presenti nelle battaglie popolari e non dare fumo negli occhi ai lavoratori per poi passare da favoritismi politici. Sto generalizzando ma ragazzi lottiamo per la categoria ed a molti infermieri dico di essere meno furbi. C'è chi fa 2 e 3 lavori e chi guarda! Ragazzi cerchiamo di iniziare una rivoluzione che cominci da noi stessi.
Sviluppare la libera professione
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