Iscriviti alla newsletter

Cartabellotta (GIMBE): una nuova Sanità sostenibile solo con un diverso rapporto tra Stato e Regioni e una diversa coscienza sociale e professionale

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 30/10/2014 vai ai commenti

EditorialiNurSind dal territorio

di Chiara D'Angelo

 

Sull’Huffington Post interviene Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, sul delicato argomento della spending review in Sanità (Leggi l’articolo QUI)

Cartabellotta, più precisamente, riprendendo i temi cuore del progetto GIMBE “Salviamo il Nostro SSN” punta il dito contro la spending review-spezzatino, delegata dallo Stato centrale alle amministrazioni regionali, che devono cimentarsi in delicate operazioni di disinvestimento e riallocazione delle risorse per mantenere l’irrinunciabile equilibrio tra offerta di servizi socio-sanitari e austerità di bilancio.

 

Il problema torna prepotentemente alla ribalta in questi giorni, con il varo del DDL Stabilità e i 4 miliardi di manovra “delegati” alle Regioni, che non ci stanno e chiedono un confronto e annunciano una proposta che renda sostenibile la manovra senza intaccare la Sanità. Dalla controparte Renzi è tassativo: i miliardi da recuperare sono categoricamente 4 ed è “inaccettabile” l’ipotesi di tagli ai servizi sanitari e l’introduzione di nuove imposte locali.

 

In questo contesto, in cui pare di assistere ad un rimpallo di competenze, Cartabellotta esprime la sua preoccupazione che, alla fine, da questo tira-molla l’unico esito certo (con un gioco al ribasso) sia il rischio di impoverimento delle garanzie che la Costituzione stessa prevede per tutti i cittadini, all’art. 32.

 

Quale la via d’uscita a quello che sembra un vicolo cieco?

Secondo il Presidente della Fondazione GIMBE c’è una sola possibilità: accompagnare le Regioni in un processo di revisione e razionalizzazione della spesa che incida su più versanti (dalla sovra-offerta di prestazioni non necessarie e non utili al sotto-utilizzo delle risorse disponibili figlio di mala organizzazione e sprechi, dal rinnovamento del management al superamento di tendenze conservatrici delle nicchie di privilegio esistenti, fino alla diffusione di una diversa e più responsabile concezione della sanità anche nella cittadinanza). Questo processo però, e qui il pensiero della Fondazione GIMBE si differenzia dagli altri, non può essere delegato a decisioni di solo livello locale, ma necessita di una “regia” nazionale, che supporti ed aiuti le amministrazioni regionali in questa sfida che rappresenta il vero snodo verso la nuova Sanità, creando condivisione e coinvolgimento, oltre che delle amministrazioni, anche dei professionisti sanitari, oggi estranei ad ogni attività decisionale in quanto incapaci di formulare proposte significative.

 

Se questo non dovesse avvenire, attraverso le parole di Cartabellotta si profila uno scenario in cui, ad indiretto vantaggio della Sanità privata, il SSN subirà un indebolimento e un inaccettabile svilimento dei suoi principi di equità ed universalità.