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Nursind Udine: la sanità friulana sempre più in pericolo!

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La Redazione
Pubblicato il: 26/11/2014 vai ai commenti

Friuli Venezia GiuliaNurSind dal territorio

di Stefano Giglio

 

In questi giorni abbiamo letto con interesse le novità che riguardano i nosocomi friulani ed in particolar modo quello udinese. Dopo una serie di proclami sui nodi cardine che avrebbero caratterizzato la riforma sanitaria regionale con il taglio dei posti letto, la riduzione della spesa farmaceutica e della protesica, la riconversione delle strutture ed il pesante taglio al personale; notiamo che si sta cambiando rotta e su molti fronti.

La notizia sui nuovi dati riguardanti i posti letto associata alle nuove idee sulle riconversioni degli ospedali periferici fa riflettere su come evolverà la sanità regionale nei prossimi mesi.

Il problema dei posti letto si lega naturalmente a quello del personale deputato all’assistenza e principalmente a quello infermieristico.

La preoccupazione del NurSind Sindacato delle professioni infermieristiche è che se non si metterà mano ad una seria politica riorganizzativa con un’attenta opera di ricostruzione degli organici assistenziali non si potrà pensare ad un futuro della sanità al riparo da ogni tipo di rischio.

In questi mesi l’attenzione della politica si è concentrata sulle dinamiche correlate alla messa in opera dei nuovi padiglioni dell’ospedale udinese.

Nel frattempo, nonostante si dichiari che si stanno mantenendo in attivo circa 40 unità infermieristiche rispetto ai limiti prefissati, girando le varie U.O. ospedaliere si percepisce un preoccupante disagio ed una profonda delusione nel personale in servizio che è sempre più logoro, immotivato e soprattutto con un’età media in costante aumento.

Il numero delle assenze per malattie vede un trend crescente e la necessità di ricorrere al sistema dello straordinario programmato ormai è di costante prassi. Osservando i turni di servizio di ogni U.O. si può notare come il ricorso a prevedere turni con mattino/notte nella stessa giornata o a turni sulle 12 ore sono ormai infiniti. Questo sta determinando un aumento anche nelle ore di straordinario che ormai non si contano più.

A stento si riesce ad inserire nuove assunzioni destinate alle aree a maggior complessità assistenziale ove le competenze richieste all’infermiere devono essere acquisite in pochi giorni di affiancamento. Spesso il personale neoassunto viene mandato allo sbaraglio tenendo scarsamente conto delle necessità e delle preoccupazioni che un neoassunto ha specie in realtà con prestazioni specialistiche complesse.

La difficoltà a garantire la copertura dei turni di servizio implica un aumento esponenziale dei rischi correlati alle attività quotidiane, tanto che in molte U.O. si è visto l’aumento del rischio di compiere errori nelle procedure e nelle prestazioni assistenziali che solo per vera fortuna non hanno causato danni irreparabili.

Questo è inaccettabile!! La salute dei cittadini si garantisce soprattutto con la sicurezza nei luoghi di lavoro e la certezza della miglior prestazione sanitaria. Non a caso si legge che verrà aperto un nuovo osservatorio per la valutazione della qualità delle prestazioni erogate gestito da un organismo extraziendale.

Più volte il NurSind ha richiamato l’attenzione delle amministrazioni sul problema della gestione delle risorse umane. Queste, da sempre indicate come il principale capitale di un’azienda, in questi ultimi anni hanno subito una visione miope e speculativa sentendosi gestite con regole inflazionistiche e di scarsa umanità. Non a caso il fenomeno della fuga del personale infermieristico verso aziende limitrofi è in costante crescita come unica possibilità per riprendersi una certa dignità di vita professionale e personale.

Ogni giorno riceviamo segnalazioni da reparti in estrema sofferenza come il pronto Soccorso, Unità Coronarica, Cardiochirurgia, Ematologia, Sale Operatorie e Rianimazioni. Non vi è ambito ospedaliero che non sia in profonda crisi nella copertura dei turni di servizio. Purtroppo quello che duole maggiormente è che tutto questo scatena un aumento dello stress e delle conflittualità interpersonali che spesso rischiano di essere mal interpretate dall’utenza stessa, ultimo anello debole di una catena ormai logora ed a rischio di rottura.

Segnaliamo che tali problematiche non sono confinate all’azienda udinese, ma anche gli altri ospedali della Regione vivono problematiche sovrapponibili. Abbiamo seguito le vicende dell’azienda Triestina con la mobilitazione del personale ha portato all’assunzione di 14 unità infermieristiche. La Bassa Friulana dopo ennesimi cambi di vertice è in attesa della fusione con la Isontina, come la Medio Friuli. Mentre l’Azienda ospedaliera Udinese pensa a come riutilizzare le risorse che deriveranno dalla fusione con il territorio e con parte della Medio Friuli. Tutti pensano al futuro ed in questi momenti così difficili voltano le spalle al presente che sta per implodere per mancanza di vere risorse da investire.

Da molti anni si evidenzia la necessità che si effettui una seria mappatura delle piante organiche ed una reale riallocazione delle risorse. Ma tutto questo non può essere svincolato da decisioni inderogabili come la chiusura di una delle due facoltà di Medicina e dalla soppressione dei doppioni che generano una forte emorrargia di risorse economiche ed umane che potrebbero essere impiegate nel miglioramento della salute e delle prestazioni erogate.

Confidiamo in una seria presa di coscienza da parte dei politici che spesso si sono resi disponibili a visitare i luoghi di lavoro. Bene ora è il NurSind che invita i responsabili della sanità a visitare gli ospedali per rendersi conto delle difficoltà in cui grava il personale infermieristico e di assistenza in un’organizzazione completamente da rivedere.