Gagliano (Ipasvi Genova) a La Repubblica: non confondiamo Infermieri e Oss
di Chiara D'Angelo
E’ di due giorni fa l’articolo apparso su Repubblica (Genova), a firma di Enrica Manna, dal titolo: “Il calvario degli infermieri: Per salvare il posto di lavoro il corso ci costa 2.500 euro”, il cui sottotitolo cita: “Un salasso non indifferente per conseguire la qualifica di OSS (…)” ed al quale segue la storia di “Gianna fa l'infermiera da vent'anni: e il mese prossimo potrebbe perdere il lavoro perché non è abbastanza qualificata. Non è uno scherzo di pessimo gusto: ma la situazione paradossale in cui si trovano cinquecento operatori del servizio sociosanitario privato in Liguria. Ovvero, infermieri che lavorano in strutture per anziani e cliniche private accreditate, e che non hanno conseguito la qualifica di Oss, sigla che sta per operatore socio sanitario” (Leggi l’articolo completo QUI).
Non si tratta di una svista ma di quella che si può definire una vera e propria disinformazione, a giudicare da quante volte l’errato concetto è stato ripetuto (dal titolo all'intero corpo dell'articolo) ed offerto all’opinione pubblica.
La notizia ha causato numerose e animate reazioni soprattutto sui social network, ma la spiacevole ed inammissibile circostanza ha altresì provocato l’immediata replica del Presidente del Collegio Ipasvi di Genova, Carmelo Gagliano, il quale non ha esitato a contattare la Repubblica, con una mail dai toni molto accesi e duri, pretendendo un’immediata rettifica della notizia.
Lo sdegno del Presidente si è rivolto principalmente alla leggerezza della giornalista che ha dimostrato di non sapere chi è l'Infermiere, confondendolo con altri operatori sanitari dei quali l'Infermiere è il responsabile, ma il disappunto ha riguardato anche il modo e i toni con cui la giornalista ha dato “risalto ad una tematica di estrema delicatezza”:
“La sua arroganza nel trattare questa tematica ha prodotto, al di là del nostro legittimo risentimento, una totale mancanza di rispetto e di sensibilità a favore di tutte le persone che in questi ultimi anni sono stati vittime di abusi, maltrattamenti e violenze all'interno delle strutture socio-sanitarie della nostra regione. Sì, ha letto bene! Mi fermo qui nell'esprimere il disgusto e l'amarezza nel leggere oggi all'interno di una testata giornalistica di tutto rispetto, articoli stesi con vergognosa e imperdonabile ignoranza e soprattutto nella violazione più spregevole del dovere etico e deontologico di ogni giornalista nell'omissione della necessaria verifica delle fonti. E, nello spirito invece di servizio che deve permeare il mio ruolo istituzionale, Le chiedo di prendere atto di quanto segue e magari nel più breve tempo possibile procedere ad una rettifica di quanto scritto nel confondere professionisti laureati quali siamo Noi Infermieri con personale tecnico in possesso di una qualifica e dare quindi il dovuto risalto ad un problema di estremo interesse sociale”.
La lettera è stata pubblicata anche sul sito dell’ordine professionale genovese (Leggi la lettera completa QUI).
Il quotidiano ha pubblicato stamane un nuovo articolo in cui, a margine, riprende la questione citando, seppur in maniera non sufficientemente esaustiva, ruoli e responsabilità delle diverse figure sanitarie.