Iscriviti alla newsletter

3 novembre 2014, infermieri a Montecitorio: l’esperienza "umoristica" astigiana

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 29/01/2015 vai ai commenti

Satira

di Domenico Cali’

 

Asti 2 Novembre/2014 Domenica sera. Ore 22.30

Partenza!

Roma stiamo arrivando.

Quando dagli altoparlanti si sente gracchiare una voce stridente. “Comunicazione di servizio: Causa guasto tecnico al motore, il viaggio verrà intrapreso appena verrà risolto il problema”.

SI’, ...peccato che il motore non era quello del Bus, ma l'automobile di Francesco.

Bego era letteralmente preso d'assalto dalle telefonate dei colleghi di Alessandria che gli tritavano le palle con i loro: “Quando partite?” “Quando arrivate?” “A che punto siete?”...

Saro non riusciva più a mantenere la calma. Era continuamente interrotto nel suo operato.

A bordo del suo muletto elaborato Abarth (che muoveva con una sicurezza magistrale) era concentrato sulla procedura di carico della piccola riserva di cibo per il viaggio.

Una responsabilità enorme.

In confronto le stive delle tre Caravelle di Cristoforo Colombo erano due sportine della spesa di un single all'Esselunga.

A bordo cominciava un preoccupante nervosismo.

Finalmente arriva Francesco.

Un applauso, un evviva, un MAVvaffanculo non tardarono ad arrivare.

Saro, dopo due ore ininterrotte di carico, ha dato l'Okay per la chiusura della stiva. I due autisti sudarono nel chiudere il portellone sotto lo sguardo attento di Saro.

Non voleva perdere neanche un grammo del prezioso carico.

Era commosso e felice, quando udì il “clack” del portellone. Chiuso!

Gabriele fumava nervoso. Tutto era pronto.

Mancava solo la procedura di accensione del motore... Girare la chiave!

Il motore comincio' a rombare.

Come una statua in marmo (con quella macchietta di guano sulla spalla che le dava un tocco di originalità) a cavallo sul Bus fece un cenno con la mano.... “Al mio segnale scatenate l'inferno” e annuendo all'autista lo incito' a partire con una parola in latino arcaico.... Arriminati!

 

Ore 23.30 si parte alla volta di Roma Capitale.

Non si fece in tempo a raggiungere la prima rotonda del don Bosco che una frenata improvvisa ci catapultò in braccio all'autista... e con gli occhi iniettati di sangue disse: - “o guido io e scende lei, o guida lei e scendo io”.

Tutti lo guardarono con la faccia stupita.

Ogni dubbio svanì quando Rita continuava a dire che non bisognava fare l'Aurelia!!!

La notte passo' sgranocchiando patatine e dell'ottima birra calda.

Rutti dall'ultima fila, in armonia con il russare di Saro, Vincenzo e Roberto facevano da colonna sonora al viaggio.

L'imperatore Gabriele favoriva dei privilegi della classe sociale più elevata. Portava con sé un cuscino con fiorellini beige. Per la cronaca… faceva cagare.

Gli spifferi d'aria fredda avvolgevano il resto della compagnia.

 

E così tra rutti e puzzette si arrivò a Roma alle prime luci dell'alba.

Piazza del Popolo era deserta. Neppure un anima ad accoglierci.

Solo dei pazzi ginnasti che giocavano con palline e movenze strane sulla panchina. Uno spettacolo nello spettacolo. Atleti nel deserto. Spontanea la domanda: “Cazzo fanno quelli?... mah!

 

Cominciarono i preparativi, bandiere al vento, striscioni srotolati e palloncini gonfiati ad elio cominciarono a colorare la piazza.

E' fame!!!.

Saro il cambusiere prendeva nota dei cestini assegnati, chi sgarrava non avrebbe avuto neppure l'acqua.

Il morale cominciò a salire quando arrivarono le altre delegazioni.

 

Ci furono saluti e convenevoli, le delegazioni della Sicilia e della Sardegna, non ebbero risposta di saluto perchè nessuno aveva capito in che cazzo di lingua parlassero. Impasti fonetici senza senso.

Gli interpreti, Saro, Vincenzo e Salvo erano intenti a gonfiare i palloncini.

 

Inizia il corteo e tutti ci posizionammo in colonna, e dopo una rapida e severa ispezione da parte dell'imperatore, partì l'ordine di muovere il gruppo. Tranne due, Saro e Francesco.

Noi non veniamo dissero, stiamo qui al sole, ci siddia! Forza, dai venite. No!... dai Su... NO!

Domenico ebbe un lampo di genio, sorpreso anche lui... non gli era mai successo!

-Saro, dai, andiamo a MonteCitterio...

Al solo pensiero del salame era già in testa alla colonna direzione camera dei Deputati.

-Francesco, dai che ci lanciano anche i fumogeni.

-SI! Ma a che gusto?

-Nocciolo!

Era già davanti allo squadrone anti-sommossa, nudo a fare le boccacce ai poliziotti, nella speranza che lanciassero qualche candelotto del suo gusto preferito.

Di tutta risposta la polizia chiamò il servizio di salute mentale.

Legato sulla lettiga continuava, in preda ai deliri, a gridare No.ccio.lo! No.ccio. lo!

Il portellone posteriore dell' ambulanza si chiuse. –“Voo riportamo dopo ar Busse”. Gridarono gli

ambulanzieri per farsi sentire. E... via a sirene spiegate.

 

La Polizia già!

Il contatto con le forze dell'ordine non tardò!

In gruppo vicino alle transenne, armati di bandiere e facce cattive (la più aggressiva ricordava Bart dei Simpson) si cercava lo scontro!

Alle forze dell'ordine bastò fare... BHU'!!! Per disperderci tutti in un lampo.

Dei più coraggiosi, alcuni ebbero il tempo di raccogliere le carte in terra per tenere pulita la piazza, altri cominciarono a pulire i parabrezza delle volanti, altri ancora aiutavano i vecchietti ad attraversare la strada...

Dopo qualche momento di smarrimento però, il gruppo si riorganizzò e andammo a cercare un nuovo scontro.

Giunti alle transenne l'imperatore Massimo Gabriele Decimo Meridio, capo in forza disse:

(con aria minacciosa e terrificante) - “Signori della Polizia di Stato, possiamo se non disturbiamo tanto spostare le transenne per raggiungere il portone d'ingresso di Montecitorio?”

Senza dire una parola la Polizia di tutta risposta iniziò a disperdere i dimostranti usando gli idranti... potenti getti d'acqua uscivano dai variopinti fiorellini colorati che i poliziotti avevano sul bavero della giacca, come i pagliacci usano fare al circo.

Fu la resa.

Subito però iniziò uno scambio continuo tra palloncini blu e zucchero filato offerto dalla Polizia.

La giornata volgeva al termine e tra risate e pacche sulle spalle la manifestazione arrivò alla fine.

 

Il viaggio di ritorno vide tutti stanchi.

Tutti avrebbero portato nella loro personale valigia dei ricordi con appiccicato l'adesivo Nursind una splendida esperienza di amicizia e solidarietà a difesa di un principio.

Agli amici di Nursind

 

...A proposito di Francesco, sta bene, è rientrato ad Asti in Bus con noi ed ha fumato tutta la notte la sua e-cig Maxi all'aroma Nocciolo!