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Professioni in fibrillazione: polemiche e repliche, sentenze e assiomi. Intanto il Nursind avvia concretamente il dialogo

di Chiara D'Angelo

 

C’è gran fermento intorno al tema della definizione delle competenze delle professioni sanitarie. L’argomento, venuto prepotentemente alla ribalta con l’approvazione della Legge di Stabilità 2015 e dell’ormai arcinoto comma 566, ha innescato vive discussioni, in ogni sede, sulla reciprocità dei rapporti medico-infermiere e sui confini delle rispettive competenze, registrando prese di posizione di ogni segno e verso.

Pare comunque di capire che le “correnti” sono due: chi sostiene l’utilità del dialogo e del confronto sul tema per imboccare la strada di una profonda riforma del sistema sanitario e chi, per contro, ritiene che non ci sia bisogno di ulteriori chiarimenti, poiché già tutto è scritto e previsto.

Chiaramente e notoriamente la nostra posizione rientra nella prima specie, ma è utile tenere in considerazione, proprio per la nostra propensione al dialogo costruttivo, anche le tesi di chi la pensa in maniera diversa dalla nostra.

Dopo il comma 566, anche un disegno di legge a firma di 12 parlamentari del PD ha generato una viva discussione: si tratta di una proposta di legge che punta alla definizione dell’atto medico, o meglio, alla sua corrispondenza con l’intero processo di prevenzione-diagnosi-cura-assistenza (VIDEO Clicca).

Sulla stessa lunghezza d’onda la durissima polemica sollevata dalle rappresentanze mediche nei confronti del progetto sperimentale del See & Treat attivato all’Asl Roma C; nell’azienda capitolina, infatti, sono state create delle strutture, a intera gestione infermieristica, che rispondano alle richieste di assistenza di minore gravità, al fine primario di abbattere il numero degli accessi (o sovra-accessi) ai Pronto Soccorso, sgravando quindi tali strutture da prestazioni improprie e liberando risorse (umane, tecnologiche ed economiche) per dare risposta ai casi di medio-alta gravità.

Se da un lato i medici sostengono si tratti di un abuso, di un progetto inutile e costoso, oltre che rischioso sotto il profilo penale e sotto il profilo della garanzia della qualità delle prestazioni erogate (Clicca), per contro la Presidenza IPASVI replica che si tratta di polemiche senza motivo d’esistere, poiché in contrasto con quanto, invece, la legge prevede e consente (Clicca).

Ed è proprio alla legge che si ritorna, costantemente ed ovviamente, durante le discussioni; si tirano in ballo sentenze dei massimi organi della Magistratura ad avallare le tesi dei medici (Clicca), si risponde con altrettante circostanze a favore degli infermieri (Clicca)

Il problema non è questo, non si tratta di cavillare sulle sentenze. Si tratta di progettare un nuovo sistema sanitario, un nuovo sistema di relazioni interprofessionali tenendo presente che le professioni sanitarie in questi decenni si sono evolute, trasformate e, oggi più che mai, hanno bisogno di uno slancio evolutivo senza precedenti per raggiungere l’obiettivo, ambizioso quanto inderogabile, di realizzare e far funzionare un nuovo sistema sanitario. Tutto questo in un contesto in cui tutto è cambiato: sono cambiate, come detto, le professioni, è cambiata la domanda di assistenza dei cittadini, è cambiato il contesto economico, sono cambiate le competenze e le dinamiche amministrative e politiche. Possiamo far finta che tutto si possa svolgere a prescindere da questo? Onestamente crediamo di no!

In questo senso abbiamo più volte ripreso, discusso e condiviso le proposte del Prof. Ivan Cavicchi, recentemente illustrate in quattro articoli pubblicati su Quotidiano Sanità (Clicca)Anche dal lato istituzionale si stanno definendo delle linee di indirizzo che consentano di superare la rigida e ormai stantia distinzione, netta ed esclusiva, degli ambiti professionali attraverso l'istituzione della Cabina di Regia di cui il Dott. Francesco Saverio Proia è principale promotore (Clicca)Si tratta di impostazioni progettuali diverse, ma che un approfondito confronto potrebbe portare a convergere, se non altro su alcuni importanti punti.

Siamo infatti convinti che il dialogo e il confronto siano indispensabili per la riuscita del progetto. Il Nursind da tempo sta lavorando su questo, alimentando la fame di sapere, di interessarsi delle questioni, di formare delle opinioni originali e non per forza conformiste e conformi, e così facendo anche attirando su di sé critiche, reprimende ed attacchi da ogni dove.

Ma in questo crediamo e per questo lavoriamo: per questo siamo stati i primi ad attivare un concreto percorso di dialogo con le rappresentanze sindacali mediche (Clicca) per la cui prosecuzione intendiamo impegnarci a fondo perché è l’unica strada che possa portare ad un pieno riconoscimento del valore delle professioni, tutte, garantendone le prerogative, le competenze per la completa realizzazione dello scopo degli scopi: la tutela della salute dei cittadini.