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Infermieri della Marina “dual use”: a La Spezia il progetto sembra arenarsi

di Chiara D'Angelo

 

Un’iniziativa che la logica e la spending review vorrebbero come lodevole e meritoria sta, nei fatti, spiaggiando sui litorali liguri.

Un protocollo di intesa fra Marina Militare e ASL 5 spezzina, infatti, definiva, già dall’agosto 2013, la possibilità per il personale infermieristico militare di poter prestare servizio presso gli ambulatori infermieristici della ASL ricavati nell’ex-ospedale militare.

Un’operazione che avrebbe permesso di offrire l’alta professionalità degli infermieri militari al servizio della collettività civile.

Diciamo “avrebbe” perché il progetto sta incontrando delle difficoltà sulle quali sono in atto dei tavoli di confronto per valutarne le possibili soluzioni.

Gli scogli principali sono due: il primo riguarda la discrezionalità con cui il personale può accettare o meno la proposta di prestare servizio “part time” presso le strutture civili; è infatti impossibile per l’amministrazione militare imporre ai propri dipendenti questa prestazione. E pare che non ci sia, al momento, un’ampia adesione al progetto.

La seconda difficoltà risiede nell’obbligatorietà, per poter esercitare la professione infermieristica in ambito civile, di iscrizione all’IPASVI. Ad oggi gli infermieri militari, giusta una circolare della Direzione Generale del personale militare (datata 2011), “non sembrerebbero” obbligati all’iscrizione all’IPASVI per esercitare le loro funzioni in ambito militare, per cui, al momento, non possono di conseguenza farlo in ambito civile, ad eccezione di quelli che risultano iscritti di propria sponte. Discorso diverso invece per il personale medico che esercita liberamente sia in ambito militare che civile.

 

Di fronte a questo secondo problema c’è chi, a mio parere giustamente, fa presente come l’obbligo di iscrizione all’IPASVI per esercitare la professione infermieristica derivi da una legge dello Stato, mentre la “dispensa” sia contenuta nella circolare di una Direzione. In virtù della gerarchia delle fonti, parrebbe quindi che la prima debba prevalere, in ogni caso e quindi anche in ambito militare.

 

Una questione piuttosto delicata, quindi, non soltanto per l’empasse sui litorali liguri, ma anche nel più articolato ambito dell’inquadramento giuridico del personale infermieristico militare, mentre sul tema non ci sono prese di posizione precise dell’IPASVI.

 

Per approfondimento leggi articolo di Luca Marco Comellini su TISCALI