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NurSind Pordenone porta in tribunale il CRO di Aviano

«Da un anno e mezzo – afferma Gianluca Altavilla, segretario provinciale del Nursind – gli infermieri di terapia intensiva e di anestesia fanno lo straordinario programmato per le prestazioni di sala operatoria». Secondo l’esponente sindacale si arriva a 9 o 10 ore al giorno invece delle 7 re e 10 previste, «oltre al fatto – ha spiegato – che questi lavoratori hanno tantissimi giorni di ferie arretrate».

Ore che aumentano, prosegue, e questi lavoratori sono ben oltre 100 ore di straordinario, quando la legge stabilisce che uno non ne possa fare più di 180. Senza aver la possibilità di recuperare.

Esaurito il tentativo di risolvere la cosa attraverso l’amministrazione, il sindacato ha deciso per la strada giudiziaria con un ricorso urgente, tanto che l’udienza è stata fissata per il 5 maggio davanti alla sezione lavoro del tribunale cittadino. «In questo periodo storico – ha commentato ancora l’esponente sindacale – c’è il diritto al lavoro, ma per chi lavora anche il diritto al lavoro. Nonostante al Cro conoscano la grave situazione del reparto, le ultime assunzioni non sono state assegnate a questo reparto, ma ad altri. Anche l’ultima, il primo di aprile, è stata destinata atlrove. Ci pare anche una persecuzione nei confronti di questi lavoratori».

Con la vertenza il sindacato chiede la sospensione dello straordinario programmato, la fruizione dei riposi e il rispetto dell’orario di lavoro. Il Nursind annuncia anche che, conclusa questa prima parte, si intende agire anche con una azione di responsabilità con richiesta di risarcimento nei confronti di chi ha permesso questa situazione. Una organizzazione del lavoro che secondo Altavilla «ha comportato anche un danno fisico per gli infermieri».

Ha fatto scattare l’esposto anche la decisione di non assegnare alcuna nuova unità al reparto «nonostante – ha sottolineato – gli infermieri di anestesia giochino un ruolo importante nella attività chirurgica del Cro perché le sedute operatorie devono essere fatte, non si possono creare le liste di attesa. Eppure la direttrice sanitaria che è da qualche mese anche a capo del dipartimento della chirurgia, aveva il polso della situazione, ma l’ultima assunzione l’ha indirizzata ad altro reparto». (d.s.)