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Ebola: stabile l’infermiere sassarese. La sua vicenda e il suo sogno nella testimonianza di una collega

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 17/05/2015 vai ai commenti

Allerta EbolaNurSind dal territorioSardegna

di Chiara D'Angelo

 

Per l’infermiere sassarese contagiato dal virus Ebola persiste la febbre e i disturbi gastrointestinali, ma il collega è vigile e collaborante e sta proseguendo le terapie con farmaci sperimentali.

Dall’ultimo bollettino medico non arrivano ancora notizie di miglioramenti nelle condizioni del collega sardo, ma la situazione è sostanzialmente stazionaria.

Era rientrato ai primi di maggio dalla Sierra Leone, dove ha svolto alcuni mesi di volontariato per Emergency per fronteggiare in quel Paese il terribile diffondersi del virus, coltivando un desiderio nel cuore: quello di rientrare in Italia lasciando il Paese africano libero dall’Ebola; desiderio di cui lui stesso ha potuto festeggiare l’inizio della realizzazione, quando dalla ricetrasmittente hanno cominciato a giungere le prime comunicazioni di nessun nuovo caso di contagio.

E’ quanto riferisce a Sardinia Post una collega dell’infermiere sassarese, anche lei in Sierra Leone tempo fa, anche lei impegnata contro il virus, seppure in situazioni diverse. I due professionisti si sono conosciuti là, iniziando un confronto professionale che è continuato anche dopo il rientro di entrambi.

E Rosy Argiolas non ha dubbi: il collega è un professionista preparatissimo e avrà sicuramente adottato tutti i comportamenti più idonei, anche e soprattutto in Italia, dopo il suo rientro.

E come lui, e Rosy, e altri colleghi che ci segnalano la loro apprensione per lo stato di salute dello sfortunato quanto coraggioso collega, ma che vogliono rimanere anonimi, moltissimi sono gli infermieri che scelgono di andare a portare la propria opera professionale in quei paesi in cui guerre, epidemie, privazioni di ogni genere mortificano la vita delle popolazioni.

 

Scelte difficili, ma consapevoli, determinate e coraggiose, che fanno onore a chi ne è coinvolto in prima persona ma anche, a tutta la professione. Questo il senso della manifestazione di vicinanza di Vitalia Secci, presidente del Direttivo Nazionale e della Segreteria Provinciale Nursind di Cagliari, alla vicenda del collega, che dovrebbe invitare a riflettere con mente più serena su noi stessi e sulla nostra professione (soprattutto in tempi tumultuosi come quelli attuali) dinnanzi al severo appalesarsi dei pericoli che, come in questo caso, la vita professionale può portare in ogni circostanza.

 

Mentre l’infermiere sardo lotta allo Spallanzani contro il virus, nel lontano paese africano i nuovi contagi diminuiscono; così come siamo certi che la forza del collega prevarrà sul virus, allo stesso modo speriamo che le popolazioni africane, così duramente provate dall’epidemia, riescano prestissimo ad affrancarsene definitivamente.