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Essere infermiere oggi in Sicilia. Cercasi disperatamente dignità professionale

Osvaldo Barbadi
Osvaldo Barba
Pubblicato il: 03/08/2015 vai ai commenti

EditorialiSicilia

Per cercare di rendere comprensibile qual è l’attuale situazione dell’infermiere in Sicilia oggi credo sia indispensabile ricorrere ad un passo dello straordinario capolavoro di Primo Levi “Se questo è un uomo”: “……un paese può definirsi democratico laddove il ricco è meno ricco ed il povero è meno povero. A me sembra che qui in Italia, a chi ha sarà dato, a chi non ha a quello sarà tolto”.

 

Ed è quello che vive ed accetta passivamente l’infermiere siciliano.

 

Nonostante il sit-in organizzato lo scorso 30 giugno da Nursind Sicilia davanti l’Assessorato Regionale alla Salute per protestare e scongiurare che la bozza di rideterminazione del personale sanitario diventasse documento operativo, non prima ovviamente di aver dichiarato lo stato di agitazione regionale lo scorso 4 giugno, qualche giorno fa la VI Commissione Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana ha “promosso” quella proposta indecente a “Carta Costituzionale” per i Direttori Generali delle ASP e Policlinici Universitario dell’Isola.

 

Ti aspetti una rivoluzione epocale da parte delle OO.SS. tutte, firmatarie e non di contratto.

 

Ed invece?

 

Il silenzio piu’assoluto.

 

Non solo.

 

Il piu’ grande “attentato” alla sanità siciliana di tutti i tempi viene invece mistificato dalla pantomima dello sblocco dei concorsi che l’indecente documento approvato ha determinato come conseguenza della futura presentazione delle piante organiche.

 

E li tutti a condividere sui social network, la notizia dello sblocco dei concorsi.

 

Quasi una corsa contro il tempo a chi effettua piu’ condivisioni di una notizia tanto farlocca quanto deleteria, sia in termini di contenuto che soprattutto di reale applicazione.

 

Ma come: era stato dichiarato, denunciato, sbandierato ai quattro venti da OO.SS. ed I.P.A.S.V.I. Sicilia che i coefficienti applicati nel rapporto tra infermieri/posti letto era talmente basso da generare inevitabilmente un esubero del personale attualmente in servizio per poi improvvisamente iniziare quella che appare come una sorta di “corsa all’oro” in questa farsa dei concorsi?

 

Che è successo nel frattempo?

 

Una cosa è certa: questo scempio sanitario determinerà un gap assistenziale talmente incolmabile che il rapporto già difficoltoso tra infermiere ed utente diventerà quasi insanabile.

 

Ed ecco perché faccio mio l’appello della Presidente della Federazione Nazionale I.P.A.S.V.I. Barbara Mangiacavalli a far si che la minaccia di scendere in piazza contro ogni forma d’abuso contro la Professione Infermieristica parta propria dalla Sicilia.

 

Perché prima o dopo questo momento arriverà.

 

E nessuno, sottolineo, nessuno si senta esente da colpe.

 

Gli assenti hanno sempre torto: peggio ancora se silenziosi.

 

Perché in quel caso si tratta di “omertosa complicità”!

 

 

Osvaldo Barba

Coordinatore Regionale Nursind Sicilia