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Infermieri di Valore, in lotta contro il Dolore

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 18/08/2015 vai ai commenti

Contenuti InterprofessionaliTrentino Alto Adige

Premessa

L’infermiere, non è abituato a ricevere dei PREMI. Lavora, sgobba si sacrifica e quando gli chiedono:…” ma, perché lo fai?”; intimidito, quasi reo di vergognose colpe, risponde che:… “purtroppo, lo devo fare e va bene quando un paziente mi ringrazia!”.

Siamo una categoria di lavoratori “un po’ particolari”, in questo caso, una infermiera Siglinde Rottenstainer,  vice-coordinatore dell’Hospice di Bolzano, partecipa, mettendosi in gioco, con un progetto assistenziale per la valutazione e il miglioramento delle cure alla sofferenza, ad un “bando di gara” per l’assegnazione di un premio prestigioso. Anche questa volta si tratta di un GRAZIE, non sono previsti “denari”, ma per noi, per lei, un riconoscimento di un nostro lavoro, dall’intera comunità scientifica, non ha prezzo!

Art. 3 - Finalità del Premio 1. Il Premio intende richiamare l’interesse e promuovere l’impegno dell’intero sistema sanitario nazionale e delle istituzioni del sapere sulle problematiche del “Dolore non necessario”, che è tale quando perde ogni significato diagnostico e diviene esso stesso una malattia da curare. 2. Contestualmente, il Premio si propone di tributare un omaggio al poeta e senatore della Repubblica Mario Luzi, ricordando la sua umanissima attenzione al tema del dolore.

 

Desideriamo congratularci con la collega infermiera, la Dott.ssa Siglinde Rottenstainer, infermiera dell’Unità di Cure Palliative di Bolzano,  ha vinto il prestigioso Premio nazionale «Nottola - Mario Luzi» dedicato al `Dolore non necessario´,per la sezione riservata ai progetti  presentati da operatori sanitari. Un premio istituito dal 2007 da Cittadinanzattiva Toscana, Tribunale per i diritti del malato e  dalla Regione Toscana. Il professor Gioffre’, presidente del Premio ha illustrato le motivazioni: «L’impegno dei vincitori di Bolzano – ha proseguito – si è concentrato sui trattamenti del dolore, che tanta parte occupa nella cura dei sintomi, quando dalla malattia non si può più guarire».

Ad ex equo vince nella stessa sezione, il  professor Franco Marinangeli, responsabile dell’Hospice dell’Aquila   menzioni speciali per tre progetti presentati da altrettante realtà della regione Toscana e per uno dell’ospedale di Cuneo. Nella  sezione miglior lavoro di ricerca, riservato a giovani ricercatori, il riconoscimento è andato alla dottoressa Nadia Bolognini dell’Università La Bicocca di Milano,  studio pubblicato,  sulla rivista scientifica «Pain».

La Dottoressa  Siglinde Rottenstainer,  vice-coordinatrice dell'Hospice del S.Maurizio di Bolzano, nel mese di aprile rilasciò una intervista, al quotidiano locale online www.altoadige.gelocal.itdescrittiva di una profonda umanità, connessa alla propria realtà lavorativa, con lei erano: 

Mara Zusso - presidente dell’Associazione “Il Papavero” -, Lia Ossanna - coordinatrice infermieristica dell’Hospice del San Maurizio - Anna Vanzo, infermiera. 

Per comprendere lo spirito che ha prodotto tale risultato, ne riportiamo, alcune parti:....“Vivete ogni giorno come se fosse l'ultimo”. Seneca ci ha offerto il suggerimento ma siamo tutti convinti che a morire siano sempre gli altri. Non ci pensiamo e ci arrabattiamo come meglio possiamo. Arriva però il giorno in cui non c’è più tempo. Come cambiano le persone quando la malattia le costringe alla sintesi? ...«I pazienti all’inizio si fanno una sola domanda: “Perché è capitato a me?”... ero stanco di lottare, stressato, addolorato, non vedevo vie d’uscita”, e avanti così. Molte malattie sembrano provocate da amarezza, risentimento, dolore, inadeguatezza, incapacità di superare situazioni lavorative, affettive ecc.». ...le persone crescono e cambiano quando hanno a che fare con la fine della vita. Moltissime trovano la serenità, altre no. ....Tutti si scontrano - soprattutto di notte - con le cosiddette “questioni irrisolte”: c’è chi le elabora con dolore e le supera e chi non accetta di affrontarle. I pazienti passano comunque attraverso sentimenti fortissimi ed emozioni ambivalenti. Vivono - alternando - speranza, rifiuto, negazione della malattia, rimozione, disperazione, paura, depressione, rabbia».

La rabbia.. «E’ un disperato grido d’aiuto che viene urlato addosso ai familiari, addosso a noi, addosso ai medici...».«Possiamo solo accoglierla. Vedete... spesso è fondamentale. Se riesce a fuoriuscire e ad essere elaborata il paziente avanza nel suo percorso. Altrimenti no».

«E’ quella per esempio di uomini e donne che sanno di non avere più tempo ed hanno tra i 40 ed i 55 anni, che noi chiamiamo i “pazienti giovani”, magari con figli piccoli ed una valanga di desideri, rimpianti, sogni e progetti sospesi. Ecco chi resta bloccato, non accetta, non elabora, si tiene stretto il suo meccanismo di difesa e saluta la vita così». Arrabbiato perchè suo figlio crescerà e lui non lo vedrà. C’è chi invece risolve i “sospesi”, qualsiasi essi siano, di solito si tratta di pazienti anziani. «Magari torna a parlare dopo anni con i familiari...scrive lettere per chiarire questioni irrisolte, parla dei rimorsi, di gesti fatti in gioventù e rimossi o comunque parla di desideri, rimpianti e trova la pace».....Chi non ha più tempo ed è costretto a fare la sintesi della sua vita spesso si racconta ad alta voce. «Nei corsi di formazione siamo educati all’ascolto attivo di quel che racconta il paziente.

La narrazione vista come viaggio che permette di illuminare alcune aree buie, di portare alla consapevolezza quel che è indicibile, che può essere finalmente condiviso con gli altri. Tutti noi in Hospice abbiamo fatto nostro un pensiero di Umberto Eco: “Questa è la funzione della narrativa e la ragione per cui gli uomini raccontano storie. Che è poi la funzione del miti: dar forma al disordine dell’esperienza”».

Dalle parole espresse, traspare una fine sensibilità e formazione professionale, il combustibile per  qualsiasi progetto che porti alla ricerca e sviluppo del proprio agire professionale! 

Gli infermieri, dimostrano il loro contributo, non soltanto accanto agli ammalati, ma anche nell'elaborazione di modelli e progetti di valore, che hanno l’obiettivo di migliorare la vita delle persone sofferenti in ogni ambito sanitario!

Complimentandoci ancora una volta con la collega  Siglinde Rottenstainer, ci auguriamo che il suo esempio sia di stimolo a tutta la categoria.

La cerimonia di premiazione avrà luogo nel corso della mattinata di sabato 12 settembre 2015 a Montepulciano (Siena), nel teatro Poliziano. 

 

Fonti e Approfondimenti
www.quotidianosanita.it

www.cittadinanzattivatoscana.it

www.altoadige.gelocal.it