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La grande mistificazione delle dotazioni organiche infermieristiche in Sicilia

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La Redazione
Pubblicato il: 09/09/2015 vai ai commenti

NurSind dal territorioSicilia

di Enrico Virtuoso

 

Si dice che la Sicilia sia il laboratorio d'Italia e che le novità prima passano da noi e poi si diffondono per la Penisola; non so se questo sia vero ma se ci fosse un barlume di verità, è bene che i colleghi tutti si preparino ad un autunno caldo e ad un inverno caldissimo sul tema delle dotazioni organiche. Su questo argomento nel corso dei decenni si sono sempre sparati dei numeri (non so su quale fondamento scientifico) chi dice che manchino 60.000, chi 90.000, chi 30.000; il Ministero afferma che in realtà non ne mancano avendo il Decreto Balduzzi portato (ridotto) i posti letto a 3 x 1000 abitanti per acuti e a 0,7 x 1000 abitanti per lungodegenza e riabilitazione.

IL NEO Assessore Baldo Gucciardi ed il Presidente della VI° Commissione Pippo di Giacomo hanno annunciato con toni molto positivi l’emanazione dei Decreti Assessoriali 1360/15 e 1380/15 contenenti le linee guida per la determinazione delle dotazioni organiche del SSR: "finalmente" dicono "potranno essere fatti i tanto auspicati concorsi nelle Aziende Sanitarie dell’Isola e risolvere le criticità legate alle carenze di organico concordemente con le Organizzazioni Sindacali".

Peccato che le cose non stiano esattamente così!

Intanto quasi tutti i Sindacati del Comparto hanno contestato il provvedimento anche quando era in itinere nel tavolo tecnico istituito ad hoc presso l’Assessorato di Piazza Ziino, chi più timidamente, chi più veementemente come il NurSind che, prima con una petizione popolare in cui chiedeva l’abrogazione del D.A 1868/10 (superato dagli attuali Decreti) sui limiti imposti al numero dei dipendenti del SSR in particolare degli Infermieri e di OSS, la creazione di una norma che destinasse il personale d’assistenza alle Unità Operative sulla base degli effettivi carichi di lavoro, successivamente con una manifestazione di piazza il 30 giugno (giorno delle dimissioni dell’Assessore Borsellino a causa dello scandalo “Tutino”) che era stata preceduta da una analoga organizzata il 3 giugno dal Coordinamento Regionale IPASVI siciliano. Con esse si contestava nel merito e nel metodo l’operazione che si andava compiendo ai danni dei Cittadini, delle Professioni Sanitarie (in primis degli Infermieri) e dello stesso SSR; tutto è stato inutile! Infatti le proposte di nessuna delle due Organizzazioni infermieristiche è stata presa in considerazione, anzi si è proceduto invitando le Aziende sanitarie a porre in essere atti aziendali che vanno nella direzione di tagli con il contenimento della spesa per il personale infermieristico e OSS. Una riduzione nefasta, un’idea bislacca, un errore madornale ingiusto per gli Operatori, dannoso per la salute dei cittadini siciliani, antieconomica per un Sistema che ha già tanti problemi finanziari e di sostenibilità economica.

PERCHÈ SUCCEDE? DOVE STA LA FREGATURA? Conviene fare un ragionamento e cominciare dall'inizio.

Intanto è bene partire dal significato delle parola: "fabbisogno", quantità e qualità di risorse necessaria per compiere un lavoro. Il lavoro da compiere è l'assistenza sanitaria e in Sanità, oltre che le Strutture e le apparecchiature, la risorsa più importante sono teste e le mani di chi ci lavora. La Risorsa Umana che in ogni sistema complesso si distingue per le diverse componenti che la formano dal punto di vista delle "QUALITÀ", funzioni, ruoli, attribuzioni e compiti delle singole unità lavorative; in questo schema ognuno degli attori ha il suo compito precipuo: ai Medici spetta la diagnosi, la prognosi e la terapia; gli Infermieri (e con essi gli esercenti le professioni sanitarie) assicurano l'efficienza del Sistema, consentono l'accesso al sistema da parte degli Utenti, garantiscono l'efficacia dei trattamenti e consentono la continuità assistenziale; agli OSS il compito di supportarli nelle attività professionali quotidiane e di impegnarsi a fornire assistenza diretta la malato igienica e domestico-alberghiera. LA QUANTITÀ della dotazione è tutta una questione di numeri, non può fare a meno di considerare la massa delle cose da fare (prestazioni professionali per complessità clinica e complessità assistenziale) e su quante persone bisogna farle (carico di lavoro); è stata condizionata nel corso degli ultimi decenni da due fenomeni di cui non si può non tenere conto: l'introduzione delle innovazioni scientifiche e tecnologiche e l'invecchiamento generale della popolazione. Quando la determinazione delle dotazioni organiche, come nel nostro caso, è totalmente avulsa da tali ragionamenti, ecco che cominciano i guai, un'assistenza sanitaria che sarà per forza di cose meno efficiente, meno efficace e più costosa!

Un esempio? È il caso delle Unità Operative di Medicina Generale, il decreto assessoriale sulle linee guida indica un coefficiente di Infermieri di 0,50-0,66 per posto letto una media di 0,58; l'inganno si può capire meglio considerando quanti minuti di assistenza è possibile dare ad ogni malato nelle 24 ore con un simile coefficiente e con il numero di Infermieri e di OSS da esso dedotto, considerando le assenze fisiologiche previste dal CCNL, i minuti di assistenza erogabili non superano i 150 a Degente per assistenza infermieristica e di 56 minuti di assistenza OSS al giorno. Sono sufficienti? Di quanti minuti di assistenza hanno necessità i pazienti di una Medicina Generale? Ora abbiamo gli strumenti per saperlo, grazie ad uno studio che sto conducendo in collaborazione con il Presidente del Collegio IPASVI di Trapani Filippo Impellizzeri. Il metodo consiste semplicemente nel pesare ogni Reparto ospedaliero sulla base della complessità clinica e assistenziale della media dei suoi degenti, ad ogni grado di complessità sono previste le prestazioni professionali conseguenti alle condizioni clinico-assistenziali dei pazienti, calcolata la tempistica necessaria in minuti complessivi (secondo il metodo CLOC che misura i tempi medi di esecuzione di ogni prestazione) si addiviene al numero di Operatori necessario per eseguirle nelle 24 ore e quindi alla dotazione organica dell'Unità Operativa di Infermieri e di OSS. Secondo i primi dati raccolti si può già affermare che un Paziente afferente ad una Medicina Generale ha bisogno tra i 424-530 minuti di assistenza infermieristica die e tra i 144-180 minuti di assistenza OSS die. La domanda nasce spontanea, perché tutta questa grande differenza tra i due metodi di determinazione delle piante organiche? Intanto, perché l'Assessorato considera la Medina Generale come un reparto a bassa intensità di cure attribuendole quindi un coefficiente molto basso, lo studio dimostra come oggi la “bassa intensità di cure” praticamente non esista nei reparti di specialità di base, se ci fossero sarebbe come i codici bianchi dei Pronto Soccorso e sarebbe altamente inappropriata la degenza ospedaliera; la differenza di ben 300 minuti di assistenza tra il mio calcolo e quello istituzionale potrebbe (se proposta) essere forse giudicata una follia,  una quantità di cure improprie, eccessive probabilmente perché in fondo si tratta solo di qualche vecchietto con i suoi soliti problemi di salute dovuti alla senescenza! Nella realtà, con i coefficienti assessoriali, una grande quantità di prestazioni previste dalla letteratura scientifica infermieristica non saranno nemmeno fornite o non rispetteranno la tempistica assegnata dal metodo CLOC. Il Decreto prevede, inoltre, principi diversi per gli esercenti la professione medica che godono di ben cinque clausole di salvaguardia (giustamente, in base al principio semplice che a più lavoro deve corrispondere più personale) e nella determinazione della loro pianta organica possono anche raddoppiare rispetto al numero attuale. Potremo in ipotesi avere in una Medicina Generale con 16 posti letto la presenza di 6-8 medici, 9 infermieri e 3 OSS (DEMANSIONAMENTO A GOGÒ) contro i 6-8 Medici, 15-17 Infermieri e 7-8 OSS del calcolo basato sugli effettivi carichi di lavoro e sui bisogni del MALATO. Naturalmente partendo da coefficienti cosi bassi nei Reparti di base, anche i coefficienti per le specialità, le terapie intensive, le rianimazioni e i Pronto soccorso sono rivisti al ribasso.

Che dire poi dell'assistenza sanitaria territoriale che tutti dicono di dover implementare? Il Decreto prevede 0,30-0,50 tra Infermieri-Ota-OSS ogni mille abitanti, meno di minuto (il tempo di uno sguardo) di assistenza infermieristica giornaliera per un servizio di cui usufruisce una grande fetta della popolazione; se ci si volesse occupare solo del 20%  della popolazione (gli anziani e i disabili) predisponendo una assistenza domiciliare servirebbero necessari 0,75-1 Infermiere x 1000 abitanti per garantire 7 minuti a testa o istituire il benedetto “Infermiere di Famiglia” che, fra l'altro, non graverebbe sul tetto di spesa per il personale essendo contratto di servizio in regime di libera professione.

Quanti posti verranno messi a concorso il 30 novembre 2015 (termine perentorio sic!) per Infermieri ed OSS? Francamente non lo so, certo pochi rispetto al vero fabbisogno, certamente quelli che saranno necessari per porre rimedio a situazioni limite che non sono rare nel SSR Siciliano; quelle situazioni, per intenderci, che si trovano al di sotto dei parametri fissati dalla norma che noi contestiamo come inadeguata.

Intanto, l'Assessore Gucciardi ha affermato nell'incontro di Trapani con il Coordinamento Regionale IPASVI Sicilia del 5 settembre scorso di non poter cambiare i coefficienti già decisi poiché salterebbero, penso, il tetto di spesa per il personale previsto e gli accordi già conclusi con altre categorie; quella per il personale dipendente viene dalle Amministrazioni scritta come spesa ma in effetti viene letta costo, mentre si è sempre ribadito che una dotazione inadeguata porta talmente tanti costi aggiuntivi per il Sistema da renderlo antieconomico e insostenibile.

Per quanto tempo ancora continuerà l'impostura delle dotazioni organiche degli Infermieri e degli OSS?

Finché lo vorranno gli Infermieri.