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Dalla Calabria, Ipasvi e Cid chiedono di attuare il Servizio delle Professioni Sanitarie

 

Quindici anni or sono, sono passati quindici anni e poco più, dalla promulgazione della Legge 251/2000. La legge che all'articolo 1 disciplina le professioni infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, nonché della professione ostetrica, sancendone l'autonomia professionale e, auspicando da parte dello Stato e delle Regioni la promozione della Valorizzazione e la Responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico- ostetriche, al fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute, al processo di aziendalizzazione del SSN, all'integrazione dell'organizzazione del lavoro della sanità con quella degli altri Stati dell'Unione Europea.

Eppure dopo quindici anni, è rimasta lì scritta, nero su bianco, letta da qualcuno, mai recepita realmente; non è una novità, che ancora si fa fatica a riconoscere alla professione infermieristica, la tanto decantata Autonomia.

Solo che non si può restare ancora a guardare, il mondo cambia, corre, si moltiplicano le disposizioni Europee, che guardano ad un Sistema Sanitario adesso complesso, e l'Italia resta indietro, fermi a quell'anno 2000, senza che niente si muova.

Lungimiranti come pochi, nel cogliere l'urgenza di un cambiamento, il Coordinamento dei Collegi Ipasvi della Ragione Calabria ed il Comitato dei Dirigenti (CID) hanno chiesto al Presidente della Terza Commissione Sanità, Attività sociali, culturali e formative della Regione (M.Mirabello), un'audizione, affinché si dia pieno accoglimento alla Legge 251/2000 e si esamini e si valorizzi l'iter per il procedimento della PL n51 “Istituzione dei servizi delle professioni sanitarie, infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico sanitarie, tecniche della prevenzione e delle professioni sociali”.

Il contesto sanitario nazionale ha subito dei profondi cambiamenti sia dal punto di vista istituzionale, sia negli assetti di gestione economica; la professione infermieristica ha anch'essa vissuto questi cambiamenti, promuovendoli, sostenendoli, prefigurando il Servizio Infermieristico, Tecnico e Riabilitativo, quale risposta organizzata ai bisogni del cittadino e del personale afferente al servizio.

In un contesto che cambia, è fondamentale perseguire la Qualità del servizio, attraverso un perfetto utilizzo delle risorse, consci che il servizio da offrire non è solo più in Ospedale ma si è spostato nel territorio, o meglio in ambito extra- ospedaliero.

Questo comporta la programmazione, la ricerca, la progettazione, l'organizzazione, la gestione, la verifica, il coordinamento e la formazione del personale; l'intero progetto affidato ai Servizi delle professioni sanitarie, non può essere diretto da un dirigente unico, ma anche da altre figure con incarchi dirigenziali in grado di sviluppare il mandato in ambito ospedaliero, territoriale ed universitario, al passo con un concetto di salute che cambia.

Queste competenze professionali comprendono un'ampia gamma di ambiti specifici, tra i quali: la formazione di base o complementare, le cure primarie, le reti oncologiche, il settore dell'emergenza/urgenza, la ricerca(EBN), il rischio clinico, la prevenzione e la riabilitazione.

Tali competenze professionali possono essere sviluppate da professionisti formati ed abilitati da specifici percorsi formativi, in grado di farsi carico del processo di cura , ognuno per il proprio ambito di competenza.

 

 

Non si può restare ancorati ad un vecchio concetto ospedaliero della Sanità, il sistema sanitario oggi è un sistema complesso alla luce della gestione economica che è cambiata, alla luce del concetto di Salute che non è legato solo alla Cura, ma alla prevenzione ed alla riabilitazione, nell'ottica di un miglioramento della qualità di vita, in una società che invecchia, sempre più affetta da malattie- cronico/degenerative.

Da qui l'esigenza/urgenza di Evolvere, il bisogno di formare Dirigenti delle professioni sanitarie, non solo manager, ma che sappiano dirigere , organizzare percorsi assistenziali specifici, gestendo le risorse umane e le risorse economiche.

Il Dirigente dovrà saper utilizzare quindi la pianificazione strategica finanziaria, l'analisi di bilancio, il budget, e attivare strategie finanziarie decisionali specifiche per il settore sanitario.

Dovrà sapere esplorare i problemi anche alla luce delle fonti di finanziamento e dei vincoli, conoscere i sistemi di rimborso delle prestazioni, il contenimento dei costi e di marketing.

E' il momento di Evolvere, a garanzia del Diritto alla Salute e perché sono venti anni che siamo fermi al varco, nella promessa di una autonomia professionale solo scritta e mai attuata.

Ogni professione ha diritto a una propria evoluzione professionale senza paletti ed ostacoli” E.Lisanti.