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Alessandria: Lo Presti chiede trasparenza sui bilanci. Silenzio dal Collegio IPASVI.

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La Redazione
Pubblicato il: 25/04/2016 vai ai commenti

PiemonteTrasparenza

Da due anni Salvatore Lo Presti (segretario territoriale Nursind di Alessandria e membro del Direttivo Nazionale Nursind) sta chiedendo al Presidente del Collegio IPASVI di Alessandria di accedere, così come prevede la legge, alla documentazione inerente la gestione economica dell’Ente, e a quanto previsto dalla normativa sulla trasparenza e sull’anticorruzione.

 

Ma dopo la prima richiesta, datata luglio 2014, ancora nulla. E’ per questa ragione che Lo Presti ha scritto nuovamente al Presidente Bellinceri per avere accesso ai dati relativi alla gestione finanziaria, amministrativa ed organizzativa del Collegio, secondo quanto previsto dal Dlgs 33/2013.

Nella lettera, inviata anche per conoscenza alla FNC IPASVI, al Ministero della Salute, e all’ANAC, Lo Presti denuncia il comportamento omissivo del Collegio di Alessandria, accusato, oltre che di non aver dato riscontro alla richiesta di accesso civico del 24/07/2014, di aver mantenuto identico omissivo comportamento anche in sede assembleare, laddove non si è dato conto del bilancio dell’anno concluso, nonché di non aver implementato sul sito istituzionale la prevista sezione “Amministrazione trasparente” e quindi di non aver pubblicato i dati di pertinenza della stessa.

Peraltro la stessa Assemblea provinciale degli iscritti al Collegio, tenutasi il 5 marzo scorso, presenta secondo Lo Presti anche gravi manchevolezze nella gestione, poiché la registrazione delle deleghe e dunque la verifica dei poteri dell’Assemblea è avvenuta in maniera scorretta (in itinere e non prima dell’inizio) e strumentale (deleghe fatte valere solo nel momento in cui utili a “controbilanciare” quelle formalmente depositate presso la Presidenza, e talvolta compilate sul momento).

Fatti di questo genere, se avvenuti in questi termini, sono assolutamente indegni di un Ente Pubblico e danno la massima rappresentazione della non curanza o, peggio, della prepotenza di un gruppo dirigente verso i propri iscritti, di cui esso stesso si ritiene autorizzato a calpestare ogni diritto legalmente riconosciuto.

Confidiamo che perlomeno i punti oscuri e sanabili di questa vicenda vengano quanto prima chiariti, mentre le Autorità daranno corso agli accertamenti delle irregolarità perseguibili ormai compiute.

 

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