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IPASVI, le norme e i Collegi: la Legge è quasi uguale per tutti, o uguale per quasi tutti?

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La Redazione
Pubblicato il: 01/05/2016 vai ai commenti

PiemonteTrasparenza

TUTTI I CITTADINI SONO UGUALI DINANZI ALLA LEGGE?

di Salvo Lo Presti

 

L'articolo 3 della Costituzione italiana afferma che: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Ma sembra che alcuni di questi lo siano meno di altri; come al solito in Italia le leggi non si applicano ma interpretano.

 

Un piccolo excursus:

Il 14 marzo 2013 (GU Serie Generale n.80 del 5-4-2013) vede la luce il D.Lgs  n. 33  “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicita', trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”

L’obbligo della trasparenza, a far data dal 20/04/2013, e la pubblicazione dei dati sul sito istituzionale tempestivamente ed il mantenimento costantemente aggiornati di essi erano e sono tutt’ora alla base del decreto.

Sin da subito la Federazione Nazionale Ipasvi, insieme ad altre federazioni, (annoverate tra gli Enti pubblici non economici) ha tentato mille vie e vincoli per non dover sottostare a questo fastidioso obbligo normativo; compreso un parere pro-veritate commissionato all’ex presidente della Corte Costituzionale prof. Capotosti, che a nulla servì nonostante i 20.000 € di costo. Alla fine l’ANAC obbligò definitivamente anche la Federazione alla trasparenza.

Detto questo, il sottoscritto ha presentato la prima richiesta di accesso agli atti il 26/7/2014 (atti che a norma di legge dal 20/4/14 si sarebbero dovuti trovare pubblicati sul sito istituzionale) e la seconda il 17/4/2016.  Alla prima non ha mai risposto nessuno; alla seconda inviata per conoscenza anche al Ministro della Salute, alla Presidente Nazionale Ipasvi, all’ANAC ed altri, ha ricevuto una prima anche se scarna, risposta da parte della dott.ssa Mangiacavalli.

In questa risposta, pur ricordando che la trasparenza è un obbligo di legge, comunica che essendo una materia complessa è certa che “il Collegio di Alessandria farà quanto possibile per adeguarsi”.

Questa semplice frase dice tre cose: prima di tutto che Alessandria deve ancora, dopo due anni, adeguarsi ad un obbligo di Legge in vigore dal 20/04/2014. Seconda cosa: Alessandria non è, oggi, integralmente adempiente rispetto alla legge. Terza cosa, che per l’IPASVI fare il “possibile” è, per Alessandria, sufficiente, il che non garantisce assolutamente il risultato.

Per completezza c’è da dire che nel frattempo anche il Collegio di Alessandria ha risposto alla richiesta, specificando che il sito è “in via di costruzione meglio di completamento” e che l’accesso ai dati viene garantito in forma cartacea. In tal senso vengono proposte due date per la consultazione. Dopo due anni perlomeno una risposta è arrivata, anche se i lavori di “di costruzione meglio di completamento” a quest’ora dovrebbero essere finiti da tempo e la sezione trasparenza sul sito del Collegio è in larga parte “muta”.

 

Ritorniamo al titolo di questo articolo, siamo tutti uguali innanzi alla Legge? Evidentemente per la Federazione Nazionale Ipasvi no.

Pur muovendosi nello stesso contesto normativo che delimita attribuzioni e compiti dell’Ente e dei suoi iscritti, l’IPASVI ha dato prova di adottare, in circostanze diverse, atteggiamenti diversi. Sembra infatti strano leggere che il consiglio direttivo del Collegio di Pisa sia stato diffidato dal non applicare un articolo del Codice deontologico (e quindi richiamato formalmente sulla base di una semplice  intenzione), mentre la stessa solerzia non è stata usata verso il Collegio di Alessandria, che nega dal 2014 ad un iscritto l’accesso agli atti, previsto dalla legge, e, anzi, verso il quale viene riservata una condotta benevola e tollerante rispetto alla conclamata disattesa di una norma vigente.

Quindi ricapitolando, la Legge è uguale per tutti? O forse ci si permette di pensare che per alcuni ci sia un’uguaglianza un po’ diversa da quella degli altri? Ai posteri l’ardua sentenza.

Strano Paese l’Italia o strano Ente l’Ipasvi?