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Sicilia. Cannizzaro: professionalità a prezzi stracciati, o professionalità stracciata?

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 29/07/2016 vai ai commenti

La rivistaSicilia

Riceviamo a pubblichiamo una lettera di Alfonso Megna, collega infermiere del Canizzaro di Catania.

Il tema posto al centro del suo intervento è la delibera aziendale che, per far fronte alla gravissima carenza di personale sanitario, introduce il ricorso alla "prestazione aggiuntiva" (secondo Decreto Legge 402/2001). Niente di così grave: è il ricorso allo strumento possibile per far fronte a una situazione, drammatica, in cui altre strade percorribili pare non ci siano.

Ma analizzando a fondo la delibera, come ha fatto Alfonso, non mancano le sorprese. Dall'estensione della "prestazione aggiuntiva" anche ai medici (non previsti dal 402/01) ai meccanismi di retribuzione delle prestazioni, soprattutto per gli infermieri.

In sostanza, spiega Alfonso, ogni ora di prestazione aggiuntiva verranno retribuite, per gli infermieri, con 18 euro ma, attenzione, con assorbimento di ogni indennità aggiuntiva. Questo significa che se, per esempio, la prestazione aggiuntiva è svolta di notte e nei festivi, le relative indennità aggiuntive non verranno erogate o, meglio, verranno assorbite nei 18 euro.

A conti fatti un infermiere che lavori una notte in "prestazione aggiuntiva" viene retribuito meno di una badante. Da qui il richiamo di Megna: dobbiamo essere i primi a non permettere di svalutare la nostra professionalità. Non possiamo accettare che il nostro lavoro, la nostra preparazione, la nostra responsabilità non vengano retribuiti dignitosamente e, come dice la nostra Costituzione, in rapporto alla "qualità del lavoro svolto".

In tempi difficili come questi un guadagno extra fa sicuramente comodo a molti, indipendentemente dal suo ammontare. Certo. Ma aprire la strada alla svalutazione del lavoro è molto, molto pericoloso per la professione. Una riflessione che sentiamo di condividere appieno.

 

PUNTIAMO L’INDICE

 

Il bruttissimo momento storico che tutti noi attraversiamo, è sempre più sentito. I continui tagli, la disoccupazione, la frenetica rincorsa ai fondi, sempre più spesso vedono protagonisti i soliti poteri che assorbono come una spugna in una piccola pozza d’acqua, ogni cm cubo di liquidità. Questa potrebbe essere una fotografia del malcontento che accumuna tanti cittadini.

In questa situazione, come un foglio di giornale su un vetro bagnato, anche la sanità prosciugata di ogni possibile fondo, stenta a ripartire, stenta a garantire la qualità assistenziale che tutti noi ci meritiamo.

Il proemio sembra quello di un trito e ritrito luogo comune. Per completarlo basterebbe alzare il dito indice. La cosa più facile è puntare questo dito per sentirsi immediatamente risollevati. D’incanto la colpa non è mia, ma della politica, della dirigenza, di chi comanda senza il minimo buonsenso.

La dirigenza dell’AOE Cannizzaro s’impegna a contrastare la carenza infermieristica. Ha consapevolezza che mancano 200 unità infermieristiche (anche contando i colleghi a tempo determinato). Un numero impressionante. Questo si traduce in una cattiva assistenza.

L’azienda è attenta, ma non ha gli strumenti. La Legge non le permette di assumere, non le garantisce fondi per migliorare l’assistenza. Almeno non dal punto di vista di risorse umane. Che bella parola “RISORSE”. Un termine che vuole rilevare il valore delle persone, nella loro professionalità e nella loro competenza. La dirigenza del Cannizzaro individua nel Decreto Legge 402/2001 la soluzione: la prestazione aggiuntiva.

Nella delibera dell’AOE si comprende subito che il Decreto in questione è stato applicato alla lettera. Non puoi fare prestazione aggiuntiva se hai benefici di riduzione dell'orario di lavoro, non ti verrà pagata la prestazione aggiuntiva se ti assenti a qualunque titolo, malattia compresa. Non fa una piega.

C’è un però! So di essere pignolo, ma il Decreto specifica nell’art 1 (manco a dire avranno letto il Decreto per sole poche righe) che lo stesso si applica “in caso di accertata impossibilità a coprire posti d’infermiere e di tecnico sanitario di radiologia medica…”; Si evince che le prestazioni aggiuntive sono solo per queste professionalità: Infermieri e tecnici di radiologia.

Nessuno crederà mai a quello che ho notato. Il Cannizzaro nella delibera per le prestazioni aggiuntive, all’art. 1 (tanto per mettere subito in puntini sulle I di medico) dice che alle prestazioni possono accedere, oltre agli infermieri e tecnici di radiologia, anche il personale a tempo pieno se appartenente alla dirigenza medica. Io mi chiedo, di tante sviste, in deroga al decreto legge, non potevano autorizzare le prestazioni anche a chi si ammalava, ovvero a chi si assentava per altri motivi. No! Di tante sviste, in deroga al decreto, autorizzano le prestazioni aggiuntive alla categoria non prevista; i medici. Si potrebbe già discutere tanto sulla scelta operata dalla dirigenza. Naturalmente vogliamo il bene del paziente. Volendo chiudere un occhio sulla scelta, perché se mancano i medici comunque non curiamo nessuno, analizziamo un po’ la situazione retributiva.

Per i dirigenti la prestazione è pagata 60 €/ora, per gli infermieri 18,08 €/ora.

Lungi da me l’idea di pretendere lo stesso compenso tra medici e infermieri. Diverse professionalità, diverse responsabilità devono far scaturire diversi compensi.

Se analizzassimo gli stipendi medi d’infermieri e medici, ci accorgeremmo che i medici non arrivano neanche a guadagnare il doppio di un infermiere. La domanda è immediata, perché il Cannizzaro dovrebbe pagare le prestazioni aggiuntive più del triplo a un medico rispetto all’infermiere? Ripetendo che non sono legalmente riconosciute prestazioni aggiuntive per i medici.

Tocca alla matematica entrare in gioco.

Mettiamo che io scegliessi di fare prestazione aggiuntiva di notte in un festivo, cerco di guadagnare di più. 10 ore di lavoro, mi porto a casa 180 €. Potrebbe essere una bella somma. Però il Cannizzaro è attento a specificare che tale retribuzione “assorbe qualsiasi altro beneficio economico comprese le indennità dell’art. 44 CCNL /95". Che sarà mai! Comunque guadagnando 180€. V’invito a leggere quest’art. 44, perché se non lo ricordaste, stabilisce le indennità spettanti.

CCNL alla mano, dovrei prendere 2,74 €/ora per indennità notturna (27,40 €), a queste aggiungere l’indennità di festivo 17,82 €. I miei 180€ assorbono anche un totale di 45,22 €, quindi di fatto mi pagano 134,78€. E sono molto fortunato a non lavorare in reparti come malattie infettive o intensiva. In questo caso i 180€ assorbirebbero altre indennità.

Se divido i 134,78 euro per le 10 ore lavorative, l’AOE mi paga 13,48 € ora lorde. Sapendo che lo Stato assorbe circa il 33% di tasse, netto alla mano prenderò 9 €/ora…sempre ché non abbia diritto ad altre indennità.

Risorse umane, professionalità da retribuire!?

Ho chiamato una badante per un’assistenza a un anziano. Le ho detto che la pagavo 9 €/ora. La gentile signora mi risponde: “no posso. Poco soldi. Io devo essere sveglia tutta notte, io pulire cacca, io ho benzina per auto, venire da periferia. Tu devi dare almeno 100 € notte. Io inizio alle 23,00 e andare a casa alle 7.00.” Premesso che non si notano tante differenze tra i due lavori; entrambi restano svegli, entrambi puliscono cacca, entrambi mettono benzina. La cosa sostanziale è che la badante non ha le responsabilità dell’infermiere, l’infermiere non dovrebbe togliere cacca (ma spesso lo fa), l’infermiere lavora 10 ore per 9 €/ora, la badante 8 ore per 12,5 €/ora.

Perché se chiedi a un infermiere di fare da badante si ricorda che è un professionista? Quasi si offende per la proposta. Se ti chiede l’azienda di farlo, accetti anche con una paga da miseria.

Siamo o non siamo professionisti? Vi ricordo che il decreto legge 402/2001, ha lo scopo di trattare le prestazioni aggiuntive alla stregua della libera professione. La nostra professionalità ci impone di applicare il tariffario IPASVI per la libera professione. La prestazione aggiuntiva dovrebbe essere remunerata 35 €/ora.

Colleghi dobbiamo avere la dignità e il coraggio di puntare quell’indice, ma dovremmo ruotare il polso e puntarcelo contro. Accettare di prestare la nostra opera molto professionale a questi prezzi significa dare ragione a chi, ogni giorno, cerca di affossare la professione infermieristica.

Io ho il massimo rispetto per tutti i mestieri. Mi sono permesso di essere provocatorio, ma pongo l’accento sulla totale stima di chi svolge un’attività importante come la badante, a maggior ragione perché riesce a dirti di NO se non ha il giusto compenso. Cosa che molto spesso noi non riusciamo a fare.

Forse ci manca il rispetto per noi stessi, in altre parole la dignità del professionista.

Infermiere è anche valorizzare il nostro operato.

 

Megna Alfonso

Orgoglioso di essere infermiere