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Perugia: permessi formazione negati. Nursind ottiene il riconoscimento dall’USL.

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 04/08/2016 vai ai commenti

Umbria

Probabilmente a molti colleghi è capitato di trovarsi in questa situazione: partecipare a un corso di formazione ECM e vedersi negare il riconoscimento dei permessi retribuiti corrispondenti, trasformati in assenze dal lavoro di altra natura (ferie, ad esempio).

 

La motivazione con cui spesso Coordinatori e Responsabili di P.O. giustificano questo diniego è, in larga misura, di “non pertinenza dei contenuti del corso di formazione con l’attività lavorativa”. Eppure la formazione di un professionista non dovrebbe essere rigidamente relegata ad un unico e ristretto ambito professionale.   

E’ accaduto anche a Perugia, ma Nursind, organizzatore del corso in questione, non ha digerito il diniego opposto ad alcuni partecipanti, e si è rivolto direttamente alla Direzione Generale e alla Direzione del Personale dell’USL Umbria 1.

Con una lettera puntigliosamente motivata (Clicca) il sindacato degli Infermieri ha chiesto all’Azienda di rivedere la decisione, per riconoscere ai lavoratori i legittimi permessi per la formazione.

La Direzione, preso atto dei contenuti della lettera e rivalutata in questa luce la questione, ha accolto la richiesta e riconosciuto ai partecipanti la fruizione dei premessi contrattualmente previsti (Clicca).

Tutto è bene ciò che finisce bene, recita il noto adagio, ma duole constatare che spesso i diritti dei lavoratori subiscano dei veri e propri soprusi e, altrettanto spesso, i lavoratori stessi ne patiscano ingiustamente le conseguenze.

Il diritto (e dovere, alla luce del regolamento ECM) alla formazione dei professionisti sanitari non può essere compromesso da valutazioni soggettive ed improprie, e per questa ragione è importante far valere le proprie ragioni.

Da parte nostra il riconoscimento del buon lavoro del Nursind di Perugia a tutela dei propri iscritti e dei partecipanti alle attività formative promosse, ed anche alla Direzione dell’USL per la disponibilità a rivalutare le valutazioni sommarie e improprie effettuate in prima battuta da chi, probabilmente, ha commesso un grossolano errore di interpretazione delle norme e dei diritti.