Iscriviti alla newsletter

142 secondi, la devastazione del terremoto. Infermieri immediatamente operativi

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 24/08/2016 vai ai commenti

LazioMarcheNurSind dal territorioUmbria

 3.36, la terra trema 142 secondi,  una scossa tremenda, fortissima,  sembra non fermarsi mai. Tutti svegli e in strada, quelli che hanno potuto raggiungerla, nelle Marche, Umbria e Lazio. Qui nella provincia di Ancona e Macerata, il primo tam tam è abbastanza rassicurante, ma sappiamo, per esperienza, che è la stessa identica scossa avvertita nel terremoto che ha colpito l’Aquila il 06 aprile del 2009 alle ore 03.32.

I comuni più colpiti sono nel cuore del centro Italia,  il violento terremoto si è accanito nei piccoli comuni, il territorio montano dell’appennino aretino, Accumoli e Amatrice in provincia di Rieti; in provincia di Ascoli Piceno, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Crolli ma sembra senza vittime, anche a Norcia  e Terni,  colpite soprattutto le  piccole frazioni come il famoso borgo di Castelluccio.

I media, la tv ci rimanda una cronaca in diretta con immagini devastanti,  paesi rasi al suolo; i soccorsi, tanti gli infermieri, medici e volontari che si arrampicano sulle macerie a cercare i sopravvissuti, chiedono silenzio per sentire le richieste di aiuto da sotto le macerie, importantissimo l’apporto anche dei vigili del fuoco e degli speleologi, che sanno come procedere nell’inserirsi dentro a questi cumuli di macerie pericolanti.

Un silenzio impossibile, i superstiti, piangono e chiedono dei loro cari, famiglie, bambini seppelliti e lì, non giunge nessun lamento.  

Il bilancio dei morti inizia inesorabile, alle 10,16, nella tv scorre il numero, almeno 24 morti…ma aumentano di volta in volta, ora sono 34…centinaia i dispersi,  numerose famiglie con bambini piccoli, non esistono più. Il Sindaco di Accumuli Petrucci, piange mentre chiede soccorsi e descrive di questo crollo totale di tutto l’intero paese, edifici sbriciolati…” aiuti concreti, adesso ne abbiamo bisogno….”

Il CIVES immediatamente attivo, gli infermieri volontari partono per le attività di soccorso coordinato dal comitato di crisi della protezione civile della Regione Lazio.

Nelle Marche, la macchina dei soccorsi è operativa dopo appena 5-10 minuti i soccorsi dei volontari e la protezione civile delle Marche, l’eliambulanza vola verso la tragedia, i codici rossi arrivano già con questi mezzi e le ambulanze nei più grandi ospedali delle Regioni Marche, Lazio e Umbria. Innescato il piano PEIMAF (piano di emergenza di massimo  per tutti anche quelli gli Ospedali della provincia di Ancona, Ascoli Piceno e S. Benedetto del Tronto. Dall’Ospedale di Rieti, l’appello alla donazione di sangue, le trasfusioni sono di primaria necessità nei feriti colpiti da traumi, la morte spesso avviene proprio per le conseguenti copiose emorragie.

 Evacuato l’ospedale di Amandola (FM) per cedimenti, i pazienti sono accolti principalmente dall’ospedale di Fermo; abbiamo notizia, non ancora confermata, di una intera struttura residenziale per anziani, crollata ad Altidona, speriamo nella salvezza di tutti i ricoverati e degli operatori sanitari in assistenza.

L’allerta è scattata, gli infermieri sono pronti, da tutte le regioni italiane si sono mobilitati e stanno partendo.  Interrotte le ferie con provvedimento di urgenza per alcuni colleghi richiamati in servizio, altri si sono già offerti di rientrare per l’emergenza, moltissimi già operativi nei luoghi del disastro come volontari del CIVES, della protezione civile e nelle ambulanze delle associazioni ANPAS di tutta Italia. Noi professionisti della salute, nella crisi, nelle peggiori emergenze ci siamo sempre, accanto alla popolazione per assisterla e curare ogni ferita e insieme ricostruire le nostre vite.

 

 

 

Fonte

Foto di copertina e nell’articolo da:

www.repubblica.it