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Emilia Romagna. Ambulanze con soli infermieri: il PD bacchetta l’OMCEO bolognese.

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 12/09/2016 vai ai commenti

Emilia Romagna

L’occasione è la festa dell’unità di Bologna, dove sono intervenuti Donata Lenzi, capogruppo Pd in cCmmissione Affari Sociali alla Camera, e Federico Gelli, responsabile Sanità del Partito Democratico. L’argomento, incandescente, la querelle sollevata dall’OMCEO bolognese in riferimento ai protocolli innovativi dell’emergenza per il personale a bordo delle ambulanze del 118.

 

La questione è nata alcuni mesi fa quando, a seguito della stesura di nuovi protocolli sull’emergenza che prevedevano la possibilità, per il personale infermieristico (opportunamente formato) a bordo delle ambulanze del 118, di prescrivere e somministrare alcuni farmaci ordinariamente soggetti a prescrizione medica.

L’OMCEO bolognese reagì immediatamente deferendo, denunciando e sospendendo i medici che avevano sottoscritto tali protocolli. Immediata poi la controreazione sia delle professioni sanitarie non mediche, sia di larga parte del mondo politico.

Nei giorni scorsi il Partito Democratico, per voce dei suoi due autorevoli rappresentanti ha ribadito l’assoluta condanna verso l’iniziativa dell’Ordine dei Medici di Bologna, definendola senza mezze misure il risultato di un’impostazione conservatrice dell’OMCEO bolognese, “segnale di chi non ha altre armi, di chi non ha le armi della ragione e usa quelle della forza”, come stigmatizzato da Donata Lenzi. La stessa parlamentare ha inoltre affermato che “la sanità di oggi e domani non è fondata solo sul medico e sulla solitudine del medico” ma dev’essere un sistema basato sulla correlazione interprofessionale in cui certamente il medico ha un ruolo centrale, ma non esclusivo, e che debba essere dato il giusto riconoscimento al percorso di evoluzione che le professioni sanitarie non mediche hanno avuto negli ultimi anni.

Anche Federico Gelli, responsabile Sanità del PD, ha ribadito che l’iniziativa dei medici bolognesi costituisce una “pagina buia e triste” e che è intenzione delle forze politiche procedere sulla strada del confronto, anche rivedendo la riforma, ma senza accettare invasioni di campo né atteggiamenti allarmistici figli di una visione estremista della funzione ordinistica.

 

Fonte: Quotidiano Sanità