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Tavolo Ministeriale sulle professioni: la Proposta Ipasvi, i buoni propositi e nessuna risorsa economica.

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 18/09/2016 vai ai commenti

Competenze avanzate - Cosa c'è già...Editoriali

 

Innovazione, sviluppo della carriera, riorganizzazione della formazione, sviluppo delle competenze avanzate, sono queste le novità contenute all'interno del Documento elaborato durante il Tavolo ministeriale sulla professione infermieristica.(Documento ministeriale)

L'analisi della società descritta all'interno del documento ci mostra una popolazione vecchia e malata, una popolazione che sì, gode dell'allungamento della vita, ma che non vive in buona salute, prevalgono le malattie cronico- degenerative che lasciano dietro di sé disabilità che limitano le attività di vita quotidiana.

L'ultimo rapporto Osservasalute ha evidenziato un improvviso quanto preoccupante cambio di rotta in merito all'aspettativa di vita, nel 2015 la vita degli italiani si è accorciata. A questo hanno contribuito le politiche scellerate dei nostri governanti ed i tagli sempre più ingenti alla sanità, con il risultato che oggi una buona fetta della popolazione rinuncia a curarsi. Ad incidere sull'aspettativa di vita sopratutto i mancati investimenti dello Stato sulla Prevenzione con il conseguente aumento delle patologie tumorali prevenibili.

Ecco alcuni dati OCSE che fotografano la società italiana:

l' Italia è il quarto Paese con la più alta aspettativa di vita, intorno agli 82,8 anni; nonostante questo i dati ISTAT confermano quanto detto in precedenza, la speranza di vita diminuisce nell'anno 2015, la vita media per gli uomini passa da 80,3 ad 80,1 anni e per le donne da 85 ad 84,7 anni.

Gli anni vissuti in buona salute nella popolazione con età superiore a 65 anni sono tra i più bassi, l'assistenza erogata è inferiore rispetto a quella erogata nei Paesi OCSE.

Il rapporto CENSIS di giugno 2016 rivela che sono 3.167.000 (il 5% della popolazione) i non autosufficienti, tra questi le persone con non autosufficienza grave sono 1.436.000.

In questo quadro non proprio roseo, in cui si nota la prevalenza della cronicità della malattia rispetto all'evento acuto, va da sé che i percorsi di cura vanno ripensati e non possono concludersi in ospedale, c'è bisogno di Continuità assistenziale, c'è bisogno di percorso integrato ospedale- territorio.

Questo quanto affermato nel Documento Ministeriale che, cogliendo i mutamenti in atto descritti, ritiene indispensabile il riorientamento dell'intera offerta assistenziale, volto non solo ad assicurare risposte adeguate all'evento acuto correlato all'aumento della prevalenza ed incidenza delle malattie cronico- degenerative, ma soprattutto a garantire strategie preventive e pro-attive.

Secondo il Ministero alla base di una riorganizzazione dell'offerta assistenziale deve esserci una riorganizzazione della professione infermieristica, per questo si ritiene necessario prevedere e delineare ulteriori sviluppi di carriera e la spendibilità dei professionisti all'interno del S.S.N, delle Strutture Universitarie, delle altre amministrazioni pubbliche e private, autorizzate, accreditate o convenzionate.

A supporto di questo il Decreto legislativo 15/2016 in recepimento della direttiva Europea 2013/55 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, dove si conviene con la necessità di valorizzare le risorse umane del S.S.N. e di favorire l'integrazione multidisciplinari delle professioni sanitarie e processi di riorganizzazione dei servizi, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Per l'attuazione del decreto si rende necessario procedere con innovare l'accesso delle professioni sanitarie al S.S.N., nonché a disciplinare la formazione di base , specialistica e lo sviluppo professionale di carriera.

Altro obiettivo da perseguire è quello dell'evoluzione delle Competenze avanzate, ribadite già nel comma 566 della legge 190/2015. Nel documento si accenna a competenze “perfezionate”, “esperte” e “specialistiche”.

Due assi su cui disegnare la professionalità, quello della clinica, che rappresenta la linea del governo dei processi assistenziali , e quello della gestione, che rappresenta il governo dei processi organizzativi e delle risorse.

In merito a quanto fino a qui descritto, la Federazione Ipasvi ha inviato un contributo al sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo.(Il documento Ipasvi)

Il documento realizzato dall' Ipasvi, riprende in linea generale il quadro della popolazione descritto nel documento ministeriale, e in relazione a quanto già ribadito su cronicità e disabilità descrive l'idea di sanità da realizzare grazie all'apporto infermieristico.

Nel contributo della Federazione si parla di Sanità di Iniziativa, ovvero un sistema sanitario basato sulla multiprofessionalità e sul porre al centro del processo di cura il paziente secondo il Chronic model; questo permette di garantire iniziative di prevenzione e promozione della salute e dei corretti stili di vita, che possano incidere precocemente sui determinanti di salute, per ridurre sia l'incidenza delle malattie croniche, sia la progressione della malattia già esistente.

Secondo il Chronic model il periodo di ospedalizzazione deve essere breve, il tempo necessario alla risoluzione dell'evento acuto, per poi continuare il processo di cura sul territorio, attraverso un processo di continuità assistenziale che prevede specifici percorsi di cura, per mezzo dell'adozione di opportuni strumenti in grado di raccordare i diversi ambienti assistenziali, ossia: la valutazione multidimensionale (VMD) ed i Piani assistenziali individualizzati (PAI), con la finalità di restituire alla persona le migliori condizioni di vita ottenibili.

Per cui il processo di cura si sviluppa secondo il seguente ideale percorso:

 

Ospedale per intensità di cure Inf.ca di Comunità

(dimissioni in continuità assistenziale)

 degenza Inf.ca

Amb. Inf.co Specialistico

Amb. Inf.co Territoriale

Inf.ca Scolastica

 

 

L'infermieristica di Comunità prevede l'assistenza alla persona inserita nella comunità, un'assistenza non solo rivolta al singolo, ma anche alla famiglia ed alla comunità in un continuum assistenziale.

Questa trova attuazione in tre principali ambiti: domicilio(assistenza domiciliare), gli ambulatori(assistenza ambulatoriale), le degenze di prossimità (ospedali di comunità).

Gli infermieri atti a portare avanti il progetto devono essere portatori di competenze generaliste, avanzate e specialistiche.

 

1.Ospedali di comunità

 

Le degenze a gestione infermieristica, sono strutture a vocazione multifunzionale, operative nelle 24 or, destinate a tutte le persone affette da patologie cronico- degenerative in fase non acuta, stabilizzate.

L'assistenza si pone in maniera intermedia tra il ricovero ospedaliero e l'assistenza domiciliare o residenziale. L'infermiere di comunità/famiglia prende in carico i pazienti che necessitano di sorveglianza infermieristica continuativa o di interventi sanitari che potrebbero essere erogati a domicilio, ma in mancanza di idoneità del domicilio necessita di ricovero in struttura.

Naturalmente è necessaria la collaborazione con gli altri professionisti sanitari e con il mmg, per perseguire l'obiettivo, ovvero il recupero della stabilità clinico- assistenziale e la maggiore autonomia possibile.

 

2. Assistenza infermieristica domiciliare

 

Le prestazioni infermieristiche erogate in forma singola o in associazione con gli altri professionisti sanitari, presso il domicilio del paziente che sia l'abitazione o una struttura residenziale, sono rivolte a persone in condizione di temporanea o permanente impossibilità ad accedere ai presidi distrettuali, a persone in terminalità di vita.

 

3. Assistenza infermieristica ambulatoriale

 

L'ambulatorio infermieristico, eroga prestazioni assistenziali infermieristiche autonome o su prescrizione, prestazioni che possono essere generaliste, specialiste o avanzate.

La presa in carico del paziente è globale, in sinergia con il mmg e con gli altri professionisti sanitari, che non preveda solo la cura della patologia in atto, ma l'avvio di un percorso che parta dalla prevenzione e dalla adozione di comportamenti e stili di vita corretti.

Un ambito in cui si richiede la presenza di un ambulatorio infermieristico è la scuola, al fine di conciliare il diritto allo studio con il diritto alla salute per quei bambini affetti da patologie come il diabete , l'epilessia, allergie e malattie croniche che prevedono nell'arco della giornata, la somministrazione di farmaci o l'effettuazione di manovre sanitarie estemporanee.

Una dimensione innovativa degli ambulatori infermieristici è il triage telefonico per il monitoraggio a distanza. Il telenursing, la cui efficacia è comprovata da diversi studi, permette una maggiore aderenza terapeutica.

 

Il documento prodotto da Ipasvi non è niente di nuovo e di così innovativo. Decisamente generalista, accenna ad una nuova organizzazione territoriale, ma poi non spiega come realizzarla, quali percorsi formativi seguire.

Buoni i propositi, scarsi i risultati; senza dimenticarci del fatto che senza risorse finanziarie, rimane tutto sulla carta. Non possiamo immaginare percorsi ideali, tra l'altro non condivisi preventivamente con i collegi Ipasvi territoriali, senza che vi siano le risorse per finanziarli.

I soliti proclami che non troveranno mai attuazione, mentre la professione infermieristica, demansionata e bistrattata sta solo compiendo grandi passi indietro.

 

Fonte: 

Tavolo tecnico per la professione infermieristica: il contributo della Federazione Ipasvi

Infermieri. Competenze avanzate, accesso al Ssn e carriera. Ecco la bozza del Tavolo ministeriale