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Nuovo Mansionario 3.0. Per la stesura ci si affida ai giornalisti di Repubblica.

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 21/09/2016 vai ai commenti

EditorialiNurSind dal territorioNursing

Pensavamo che il mansionario fosse stato abrogato nel 99, invece eccolo di nuovo qui, riscritto addirittura in rosa e soprattutto da un giornalista del più autorevole quotidiano del nostro paese. Ne è venuto fuori un vero e proprio disastro, ed è ancora più scandaloso che l’organo istituzionale che ci rappresenta, chieda il parere agli Infermieri sulla propria pagina FaceBook.

Il 20 Giugno scorso il  “BREFOTROFIO” IPASVI aveva avviato una campagna mediatica nazionale di comunicazione sulla figura dell’infermiere, per ampliare la conoscenza sulle sue attività e sulla professionalità. #professioneinfermiere l’hashtag dell’iniziativa. Sono stati previsti, 2500 spot radio su 43 emittenti locali e nazionali, ed anche video promo che saranno trasmessi dal mese di Ottobre.

Allora sorge spontanea una domanda: Quanti soldi sono stati spesi per questa campagna? Perché se i risultati sono questi, probabilmente il messaggio non è passato per nulla. Se un giornale può “riscrivere” il mansionario, vuol dire che è quello che viene percepito e che la gente comune percepisce ancora oggi. Cioè una professione “AUSILIARIA” alle altre.

Se analizziamo il “DECALOGO” o meglio ancora i “10 COMANDAMENTI di Repubblica”, ci sembra  di essere tornati indietro di 20 anni.

I punti che ci lasciano più esterrefatti sono, il II°, il III°, il IV° ed il X° comandamento del decalogo.

Riassumendoli quindi l’infermiere;

  • Assolve alle funzioni fisiologiche (armati di padelle e pappagalli)
  • Pulisce le attrezzature sanitarie (indossiamo il grembiule);
  • Monitora i parametri ambientali del reparto (accendiamo e spegniamo i condizionatori a seconda le necessita degli utenti);
  • Assiste i medici in reparto ed in sala operatoria (dottore le preparo un caffè?).

Anni di lotta, alla ricerca di una autonomia professionale, e ti ritrovi ad essere ed a fare quello di 20 anni fa.

Ma la “CONGREGAZIONE” IPASVI lo ha spiegato al giornalista  quali sono le nostre competenze?   Il Giornalista lo sa chi è e cosa fa un Infermiere? Che tipo di visione, della figura Infermieristica, è stata data ai lettori leggendo questo articolo? Avrebbero scritto le stesse cose su un Tecnico di Radiologia o di Laboratorio Analisi? Spiace dirlo ma in questo modo viene data una visione molto distorta della Professione Infermieristica.

L’articolo parla di una collega di nome Carlo, definito “INFERMIERE PROFESSIONALE”.

Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che con il decreto N° 739 del 1994 viene definito il profilo professionale dell’infermiere, per mezzo della legge N° 42 del 1999 è avvenuta la morte del mansionario, e con la legge N° 251 del 2000 la nostra professione diventa “AUTONOMA”,  questa legge stabilisce che gli infermieri in possesso dei titoli di studio rilasciati con i precedenti ordinamenti possono accedere alla laurea di secondo livello in Scienze infermieristiche.

Per il resto l’articolo cita problematiche conosciute alla nostra professione. Carenze di organico, denunce, aumento degli errori e di crescita della mortalità. L’articolo parla anche di uno studio, sull’aumento di mortalità al diminuire dell’assistenza Infermieristica. Questo è uno studio che ha interessato lo stato dell’arte della sanità italiana. L’RN4CAST.

Lo studio RN4CAST,  è stato possibile avviarlo, grazie anche al contributo di NurSind nel 2015 che ha permesso all’Italia di entrare a far parte del Consortium RN4CAST Eu composto da 12 Paesi europei: Belgio Inghilterra Finlandia Germania Grecia Irlanda Norvegia Polonia Spagna Svezia Svizzera Olanda più USA Cina Sud Africa e Botswuana.

Il 10 Giugno, presso l’auditorium dell’ospedale “S.Martino” di Genova, si è tenuta la conferenza per la presentazione dei risultati dello studio italiano.  A questo importantissimo evento  segnaliamo la mancanza, dell’organo istituzionale che rappresenta tutta la classe Infermieristica italiana. “L’ALLEANZA” IPASVI.

Chi dovrebbe tutelarci come immagine e come professionisti della salute, permette di scrivere articoli,  a chi probabilmente è poco informata e soprattutto non conosce la Professione Infermieristica, che ancora una volta ne esce terribilmente danneggiata.