Gragnano (Napoli). Allarme del NurSind: Infermieri costretti a ricoprire altri ruoli.
Infermieri in rivolta all’ospedale di Gragnano (Napoli), carenza di figure professionali specifiche che si trasforma in un demansionamento. A chiudere il cerchio dei malumori anche le divise obsolete. A denunciare la precaria situazione degli Infermieri del nosocomio gragnanese è Raffaele Amodio, Segretario Territoriale del NurSind, Asl Na3, che nei giorni scorsi ha raccontato quanto sta accadendo sulle pagine del quotidiano locale Metropolis.
“La totale assenza nei vari presidi ospedalieri dell’Asl Na3 Sud del personale di supporto, figura che si interseca con l’infermiere ma non si alterna e sovrappone o sostituisce, obbliga gli stessi infermieri a ricoprire anche la funzione di ausiliario.
Gli infermieri di Gragnano lamentano una dequalificazione e un demansionamento che parte da lontano, dalla mancata assegnazione ultradecennale di divise e indumenti da lavoro, che fa si che gli stessi si ritrovino a lavorare con divise obsolete, rappezzate, usurate perché da tempo non sostituite - ha tuonato Raffaele Amodio - II tutto è mortificante per una professione che negli ultimi anni è cresciuta in ogni profilo, ma che continua ad essere imprigionata in una triste realtà chiamata demansionamento.
L’assenza di figure professionali diventa a carico degli infermieri che sono costretti a compensare tali carenze, addossandosi incarichi che non gli competono. Il tutto porta la figura infermieristica 30 anni addietro.
Il NurSind e gli infermieri chiedono chiarimenti in merito, alla direzione generale dell’Asl e ai direttori dei vari presidi, anche per la scelta del fabbisogno infermieristico - ha continuato Raffaele Amodio - Anche l’arrivo ultimo e provvisorio di soli infermieri interinali, come figure professionali, nelle varie unità operative dell’Asl fa si che si autorizzi tacitamente il demansionamento.
Difficoltà che sono riscontrabili non solo al presidio ospedaliero di Gragnano ma anche nei reparti di ostetricia e ginecologia di Castellammare letteralmente al collasso.
Vana è stata la richiesta continua di personale da parte del suo ‘primario’. Inutile anche chiusura della medesima unità ospedaliera di Boscotrecase che avrebbe dovuto apportare forza lavoro nello specifico reparto stabiese, piuttosto con un organico invariato si fa fronte a una assistenza che si è triplicata, con grande sforzo da parte degli infermieri.
I vertici aziendali sono chiamati a fare chiarezza sullo stato rappresentato, unitamente alla direzione di Castellammare di Stabia.
Auspichiamo un confronto periodico e continuo a livello centrale per una risoluzione immediata delle varie problematiche e per una maggiore attività di controllo e vigilanza da sull’alpi (attività libera professione intramoenia)”, ha concluso Raffaele Amodio.