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Il pensiero dei Partiti sulle DOTAZIONI ORGANICHE

Donato Carraradi
Donato Carrara
Pubblicato il: 31/10/2016 vai ai commenti

Editoriali

Nella seduta del 25 ottobre scorso, alla Camera, si è discusso degli impegni da affidare al Governo circa la risoluzione delle problematiche in Sanità. Si trattava solo di mozioni d'ordine che per lo più iniziavano con la dicitura: "valutare la possibilità di...", quindi niente di certo se non un semplice impegno a provarci.
Al di la di come sia andata, è interessante valutare quanto i partiti conoscano o percepiscano le nostre problematiche di categoria e quindi le evidenzino in queste occasioni. Le lobbies, come si sa, da sempre condizionano la politica. Noi infermieri siamo capaci di fare Lobbies? Forse da qualche tempo ci stiamo provando e qualche segnale di ricezione comincia ad intravedersi. Ma c'è ancora tanta strada da fare.
Premettendo che Nursind non è schierato per nessun partito, bensì per tutelare la categoria, è interessante far conoscere la posizione dei vari partiti sulle nostre problematiche, in modo che chi si riconosce in quel partito, possa fare qualcosa perchè quel partito cambi idea o comunque apra le sue vedute su queste problematiche.


Con questa premessa che non vuole assolutamente schierarsi in alcuna parte partitica, proviamo ad analizzare gli schieramenti attuali e le aspettative dei vari partiti sulla Sanità, soffermandoci sull'annoso problema della carenza degli organici.
Le mozioni presentate dai vari partiti (in genere da un deputato che si occupa di quell'argomento, in questo caso dai deputati che fanno parte della XII Commissione Affari Sociali della Camera), formulano prima delle "premesse", da cui poi traggono le loro richieste al Governo (mozioni) con una serie di punti distinti ed elencati in numerazione crescente e che possono in tal modo poi essere posti in votazione anche solo distintamente.
Vediamo quanti punti hanno presentato i vari partiti politici:
Sinistra Italiana e Sinistra Ecologia e Libertà ne ha presentate 31 ed il primo firmatario è Marisa Nicchi, di cui non si conosce l'occupazione prima di diventare deputata.
Il M5S ne ha presentate 23, primo relatore Dalila Nesci, di cui non si conosce l'occupazione prima di diventare deputata.
L'Unione di Centro ne ha presentate 6, primo relatore la deputata Paola Binetti, laureata in medicina e chirurgia con specializzazione in neuropsichiatria infantile.
La Lega Nord ne ha presentate 3, primo relatore il deputato Marco Rondini, odontotecnico.
Il Gruppo Misto Alternativa Libera Possibile ne ha presentate 12, primo relatore Beatrice Brignone, laureata in giurisprudenza.
Il Gruppo Misto Conservatori e Riformisti ne ha presentate 10, primo relatore Rocco Palese, laurea in medicina e specializzato in chirurgia d'urgenza.
Il Partito Democratico ne ha presentate 5, primo relatore Donata Lenzi, laurea in giurisprudenza e dipendente di azienda bancaria.
Forza Italia ne ha presentate 5, primo relatore Roberto Occhiuto, laurea in economia e dirigente d'azienda.
Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale ne ha presentate 6, primo relatore Fabio Rampelli, architetto.

A seguito della presentazione delle mozioni, a nome del Governo è intervenuto il Sottosegretario alla Sanità dott. Vito De Filippo, nell'intento di trovare il consenso della maggioranza dei deputati intorno a determinate mozioni, evitando che il Governo possa "andare sotto" nella votazione, come a volte accade. Per ottenere ciò, chiede ai relatori di modificare parte dei contenuti delle premesse o delle stesse mozioni che altrimenti non riceverebbero l'approvazione del Governo. In questo modo avvengono pubblicamente le relazioni dinamiche ed i "bracci di forza" tra i partiti e il governo.
Ma vediamo più da vicino i contenuti delle mozioni, in particolare quelle che ci riguardano professionalmente.
CARENZA INFERMIERISTICA
Ne ha accennato nelle premesse SI-SEL dettagliando 47.000 carenze, secondo loro per lo più al centro-sud. La mozione 3 infatti chiedeva lo sblocco del turn over al 100% e la stabilizzazione dei precari e l'indizione di concorsi regionali. Il Governo non l'ha cassata, e la Camera l'ha approvata con 349 favorevoli e solo 21 contrari.
Il M5S ha lamentato la non attuazione dell'impegno che il Governo si era già assunto, grazie ad una mozione da loro presentata e che aveva prodotto la L. 161 del 2015 che prevedeva lo sblocco del turn over e la facilitazione della mobilità inerregionale, le procedure concorsuali straordinarie per l'assunzione del personale medico, infermieristico e tecnico sulla base della valutazione dei fabbisogni regionali.
L'Unione di Centro si compiace della scelta del Governo di sbloccare il turn over procedendo all'assunzione/stabilizzazione di 7000 medici e infermieri prevista nella legge di bilancio 2017. Per completezza riporto il testo della mozione approvata con 259 voti favorevoli e 94 contrari: "6) ad adoperarsi affinché, all’esito delle prossime iniziative in materia di risorse umane del servizio sanitario nazionale, e sulla base di adeguate risorse finanziarie, possa essere garantito lo sblocco del turn over, e possa risolversi l’annoso problema della carenza nelle strutture sanitarie del personale sanitario, con la possibilità di procedere a nuove assunzioni e stabilizzazioni del personale precario, per un ammontare di oltre 7.000 unità tra medici e infermieri.".
Forza Italia lamenta il blocco del turn over e denuncia una riduzione del 33% delle dotazioni organiche mediche e infermieristiche. A ciò però non fa riscontro una mozione specifica.
Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale cita nelle premesse il divario dalla media OCSE di 8,8 infermieri per 1000 abitanti, contro l'attuale 6,4 italiano. Cita anche il record di 3,6 medici per 1000 abitanti detentuto dall'Italia contro il 3,2 della media OCSE, motivandolo con una distribuzione non uniforme delle risorse tra le regioni e alla diversità dei requisiti di dotazione richiesti dalle diverse strutture. Con la mozione 1 chiede al Governo di impegnarsi a: "promuovere iniziative per la rivalutazione, in relazione all’entrata in vigore della direttiva europea su orari di lavoro e turni di riposo, dei requisiti minimi di dotazione di personale medico e infermieristico per l’accreditamento delle strutture medico-chirurgiche pubbliche e private". Mozione approvata con 333 favorevoli e 9 contrari.
Nelle dichiarazioni di voto, in particolare su questo argomento, le forze politiche hanno fatto le seguenti affermazioni:
Marisa Nicchi, Sinistra Italiana e Sinistra Ecologia e Libertà: "È sotto gli occhi l'enorme svalorizzazione del personale sanitario e le misure, che sono state anticipate dalle notizie stampa riguardo al personale, sono assolutamente al di sotto della situazione e delle necessità per il personale."
Dalila Nesci, M5S: "A questi 35 miliardi, - tolti alla Sanità- a partire dalla crisi indotta dall'insediamento di Draghi al vertice della Banca centrale europea, corrispondono,  conseguenze in ogni senso insostenibili. Mi riferisco, in primo luogo, al blocco del turnover e alla mancata assunzione di tutte le figure sanitarie indispensabili a garantire il rispetto della normativa europea sui diritti e i riposi obbligatori, che è stata introdotta in Italia con la legge n. 161 del 2015 e volta innanzitutto a garantire la sicurezza degli ammalati. Senza soldi non ci saranno ospedali efficienti, cure per tutti e assistenza pubblica."
Raffaele Calabrò (Professore ordinario di cardiologia), Unione di Centro: "la nostra sanità è oggi gravata da un peso che imbriglia: la carenza di personale sanitario. È ora di procedere senza tentennamenti allo sblocco delle assunzioni e alla stabilizzazione del personale sanitario. Finora abbiamo potuto contare su un personale medico che vive il suo lavoro con passione e zelo e che lavora spesso, soprattutto nel sud d'Italia, in condizioni di continua emergenza. In queste aree del Paese il blocco del turnover ha portato talvolta alla negazione del diritto alla salute. Cittadini che hanno il diritto di vedere i pronto soccorsi di Napoli, Roma, Palermo liberi da barelle; che hanno diritto a non dover ricorrere al privato o a dover addirittura rinunziare alle cure necessarie per le interminabili liste d'attesa (queste sì che rappresentano la più grande mortificazione della sanità pubblica). Lo stanziamento di risorse da destinare all'assunzione del personale rappresenterebbe la prima cura efficace per fermare l'emorragia di pazienti verso il nord che da troppi anni indebolisce il Sud: un drenaggio che la presenza adeguata di medici e infermieri nelle corsie degli ospedali potrà in buona parte arrestare."
Beatrice Brignone, Gruppo Misto Alternativa Libera Possibile: ". Occorre inoltre intervenire sul blocco del turnover per i risvolti negativi in campo organizzativo e per le conseguenze professionali sulla salute del lavoratore e quella dei pazienti."
Donata Lenzi, Partito Democratico: "Certo, la parte del personale ancora non è arrivata a compimento rispetto a quello che avevamo previsto, ma ulteriori risorse sono stanziate..."
Paolo Russo, Forza Italia: "Il blocco del turnover, per esempio, ha determinato la riduzione media del 33 per cento delle dotazioni organiche, al punto che diventa ormai impossibile garantire i livelli di assistenza, in particolare per la carenza di personale medico ed infermieristico... Il personale costituisce peraltro, proprio per queste ragioni, uno dei maggiori fattori di criticità del Sistema sanitario nazionale, per i tanti vincoli imposti, per la riduzione delle spese, che dal 2010 al 2013 ha prodotto il risultato di un'ulteriore diciamo riduzione dei costi di un miliardo e mezzo... Sempre più spesso si ricorre al personale in outsourcing, modalità elusiva della normativa sul blocco, che non ha risolto la questione centrale del contenimento della spesa e non ha nemmeno affrontato la qualità del servizio."
Walter Rizzetto, Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale: " innanzitutto di promuovere una sorta di rivalutazione rispetto all'entrata in vigore della cosiddetta normativa europea rispetto ad orari e turni di lavoro, rispetto ad orari e turni di riposo del personale che opera nel Servizio sanitario nazionale. Molto spesso, in questo Paese strano che si chiama Italia, abbiamo del personale – e parlo di infermieri, parlo di persone che necessariamente e per lavoro, e molto spesso con dedizione, hanno a che fare con la sofferenza delle persone – e, sottosegretario, molto spesso queste persone sono state negli anni obbligate a svolgere dei turni di lavoro spesso poco pagati in termini di straordinario: mi riferisco nello specifico anche al caso del Friuli-Venezia Giulia, dove ci sono degli infermieri che devono ancora prendere gli straordinari da anni rispetto alle loro ore di lavoro. E quindi andiamo a parlare di un requisito minimo in termini di dotazione di personale medico ed infermieristico: perché se è vero che gli infermieri sono pochi, molto spesso questi infermieri, questo personale, gli stessi medici sono sfruttati anche dalle aziende ospedaliere. E lo rinnovo: ci sono dei casi in cui gli straordinari non sono ancora stati pagati !
Quindi, che cosa serve ? Serve una cosa molto semplice: servono i dati, servono i numeri, cosa che poco spesso il Governo e il Ministero ci offrono; e, quindi, serve una ricognizione accurata del numero di medici e di infermieri attualmente in servizio, sulla base di un ricalcolo dei cosiddetti «requisiti minimi di dotazione». E quindi il nostro impegno, cioè quello che noi chiediamo alla maggioranza, quello che in questo senso noi chiediamo al Governo, è di prevedere una dotazione finanziaria (soldi, tanto per essere chiari) rispetto all'assunzione del personale: perché se è vero che è un diritto quello di potersi curare nel nostro Paese, molto spesso questo diritto non è stato avallato, non si è dato seguito a questo diritto.
E quindi, Presidente, noi chiediamo un ulteriore impegno: questa è una mozione che arriva prima della legge di stabilità, e dunque noi chiediamo che questo sia un atto di indirizzo specifico affinché in seno alla legge di stabilità si faccia qualcosa di più inerente a quanto prima da me citato.
Ed infine noi chiediamo con forza una riforma, e quindi una promozione rispetto ad una riforma di tutta l'università, al fine di rendere disponibile un adeguato numero di medici specializzati e di infermieri nei prossimi anni; anche ed eventualmente con la promozione di ulteriori convenzioni obbligatorie tra università ed ospedali, che devono essere necessariamente due ambiti che vanno e lavorano di pari passo ed in binario. Ospedali ed università: sia per quanto riguarda la formazione, sia per quanto riguarda l'ingresso anticipato nell'organico."

Tutto sommato, a parte i punti di vista regionalistici della problematica, parrebbe che i partiti abbiano la percezione del gravoso problema della scarsità di personale nel SSN; chi più, chi meno. La stessa mozione di SI-SEL che dettaglia in 47.000 i numeri della carenza di personale, approvata a maggioranza, indica che lo stesso Governo ammette tale evidenza anche se poi il provvedimento in finanziaria si ferma a 7.000 unità di cui ancora non si capisce quanti precari da stabilizzare e quante siano le effettive nuove assunzioni. Bene (anzi, male!) colleghi. C'è ancora tanto lavoro da fare, ognuno per il proprio ambito, ma rispetto agli anni precedenti, forse un po' di speranza ci sta tornando.

 

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