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118 Emilia Romagna: arrivano le ragioni della sospensione di 9 medici

Sembrava ci fosse stato un riavvicinamento tra l’OMCeO e l’Ipasvi, in occasione del convegno organizzato dallo SNAMI: “Medici e professioni sanitarie, un dialogo mai interrotto”, tenutosi proprio nella sede dell’Ordine dei Medici di Bologna, alla presenza della Presidente della Fnomeco e della Presidente dell’Ipasvi; ed invece quel “discorso”, forse mai divenuto realmente dialogo sembra essersi interrotto definitivamente.

Non sono pochi gli esempi di vicende balzate alla cronaca che vedono i medici versus gli infermieri, non da ultimo lo scagliarsi dell’Ordine dei Medici di Roma contro gli ambulatori infermieristici di See and Treat, e contro la sentenza che autorizza e legittima gli infermieri.

Ieri, come una doccia fredda , sono arrivate le motivazioni che giustificano la sospensione di quei 9 medici rei di aver dato istruzioni operative al personale infermieristico operante sulle ambulanze del servizio 118 dell’Emilia Romagna.

Motivazioni quelle riportate, illogiche ed aberranti, che allargano il divario tra medici ed infermieri, spingendo quest’ultimi sempre più verso un rapporto di sudditanza, annullando di fatto la tanto celebrata autonomia.

Ma facciamo un passo indietro ed, a beneficio dei lettori, ricostruiamo per sommi capi i fatti.

La “questione infermieristica”, oggetto della disputa, vede il suo nascere esattamente un anno fa quando, l’Ordine dei Medici di alcune città della Regione Emilia Romagna, presentano un esposto alla Procura della Repubblica, che conteneva i procedimenti disciplinari a carico di quei medici che avevano sigillato protocolli infermieristici, per la gestione delle emergenze nel sistema 118, secondo i quali l’infermiere, laureato e con specifica formazione complementare, può esercitare competenze di tipo avanzato ed eseguire diagnosi, prescrizione e somministrazione di farmaci soggetti a controllo medico.

L’Ordine dei Medici, contrario a questo modus operandi, si è adoperato in qualsiasi maniera per distruggere il sistema collaudato e sinergico tra medici ed infermieri, parlando di esproprio di competenze, mentre dalla sua l’Ipasvi dell’Emilia Romagna, ha chiesto più volte l’intervento della Regione sulla questione.

Sulla disputa in merito, che tiene banco da più di anno, si sono nel tempo avvicendati pareri intellettuali, politici, paure e timori, fino all’intervento di quest’anno, dell’Assessore alla Sanità, Sergio Venturini che, sembrava aver messo la parola fine alla spiacevole vicenda.

Infatti con una delibera approvata in aprile corrente anno, la Giunta Regionale diede il via alle linee di indirizzo del 118, che si sarebbero dovute concretizzare definitivamente in Linee Guida.

Le linee di indirizzo emanate, in via generale evidenziavano la legittimità della presenza degli infermieri sulle ambulanze senza la presenza del medico, seguendo procedure omogenee senza invasione delle competenze proprie del medico, al quale in caso di dubbio, sarebbe comunque spettata l’ultima decisione.

Era previsto per il 30 aprile la definizione del contenuto delle linee di indirizzo citate, di cui nessuna notizia è arrivata, fino a ieri quando sono invece arrivate le motivazioni della sospensione dei medici(la sanzione per ora non è però applicata in attesa del pronunciamento della Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie cui i medici hanno presentato ricorso) , elencate in una missiva inviata alla Presidente Chersevani della Fnomeco, dal Presidente Pizza dell’Ordine dei Medici di Bologna.

Le ragioni indicate, vertono sempre sullo stesso punto, ovvero i medici sono colpevoli di aver “investito” gli infermieri di responsabilità e competenze proprie della professione medica, quali la diagnosi e la prescrizione di farmaci seppur sotto indicazione del medico, tramite consulto telematico.

Si legge infatti nelle motivazioni: “apparivano infatti implicare gli operatori sanitari non medici in considerazioni non avulse dal coinvolgimento in innegabili tratti valutativi in campo diagnostico, prescrizionale e di somministrazione farmacologica, attività che apparivano non legittimabili dalla configurazione, a monte, di una sorta di patronage medico erogabile attraverso teleconsulti o deleghe di carattere generale ed indiretto, sostanziabili a mezzo una applicazione tabellare alternativa di algoritmi interpretativi appositamente predisposti”.

Inoltre, l’Ordine dei Medici, ci tiene ancora a sottolineare che il modus operandi, oggetto della disputa, è in netta contraddizione con il Codice Deontologico medico, e nello specifico ai seguenti articoli:

art. 13, comma 1, del Codice di Deontologia Medica 2006:

la prescrizione di un accertamento diagnostico e/o di una terapia impegna la diretta responsabilità professionale ed etica del medico;

art. 14, comma 1, del Codice di Deontologia Medica 2006:

il medico opera al fine di garantire le più idonee condizioni di sicurezza del paziente e contribuire all 'adeguamento dell 'organizzazione sanitaria, alla prevenzione e gestione del rischio clinico anche attraverso la rilevazione, segnalazione e valutazione degli errori al fine del miglioramento e qualità delle cure;

art. 3 comma 3 Codice di Deontologia Medica 2014:

la diagnosi ai fini preventivi, terapeutici e riabilitativi è una diretta esclusiva e non delegabile competenza del medico ed impegna la sua autonomia e responsabilità.Tali attività legittimate dall'abilitazione dello Stato e dall'iscrizione all'Ordine professionale nei rispetivi Albi;

art. 13 comma 5 Codice di Deontologia Medica 2014:

Il medico è tenuto ad un 'adeguata conoscenza della natura e degli effetti dei farmaci prescritti, delle loro indicazioni, controindicazioni, interazioni e reazioni individuali prevedibili;

l'art. 14 comma 1 Codice di Deontologia Medica 2014:

Il medico opera al fine di garantire le più idonee condizioni di sicurezza del paziente e degli operatori coinvolti, promuovendo a tale scopo l'adeguamento dell'organizzazione delle attività e dei comportamenti professionali e contribuendo alla prevenzione ed alla gestione del rischio clinico..... "

 

Che la disputa finisca con la sospensione non è detto, c’è ancora il ricorso dei medici ritenuti colpevoli, attendiamo dunque ulteriori sviluppi e lasciamo al lettore le dovute conclusioni.

 

Fonte: Ambulanze con solo infermieri. Ecco perché sono stati sospesi i 9 medici che avevano dato le istruzioni operative al personale infermieristico. Le motivazioni dell’Ordine di Bologna: “Hanno avallato principi contrari a Codice deontologico