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Emilia Romagna: medici arroccati sull'Aventino per i protocolli 118

A mesi di distanza la polemica sui protocolli delle emergenze-urgenze relativi al servizio 118 in Emilia Romagna non accenna a placarsi ma, anzi, registra una nuova iniziativa della Federazione OMCEO emiliana.

 

I vertici regionali della rappresentanza medica, infatti, hanno chiamato a raccolta i Direttori sanitari delle aziende sanitarie per “ascoltare a che punto sono questi colleghi con gli adempimenti richiesti”.

Gli “adempimenti richiesti” sarebbero la diretta conseguenza della posizione assunta dall'OMCEO sui protocolli di emergenza-urgenza secondo cui era stata “estesa” agli infermieri (specificamente formati) la possibilità di prescrizione di determinati farmaci in situazione, appunto, di emergenza-urgenza durante lo svolgimento del servizio di soccorso 118.

Tutto scritto in un protocollo che è costato la sospensione ai 7 medici sottoscrittori, rei di aver disatteso la deontologia professionale, secondo Giancarlo Pizza, presidente OMCEO di Bologna.

Una vicenda che a suo tempo innescò una grande discussione, con prese di posizione ferme e non sempre concordi, tra i medici stessi.

Oggi l'OMCEO rimane ferma sulla sua posizione intransigente verso questo “abuso” perpetrato dagli infermieri contro la professione medica e ribadisce la necessità, deontologica e giuridica, di coinvolgere il medico in ogni processo di diagnosi, anche nell'emergenza-urgenza. Non basta, infatti, ai medici emiliani che l'infermiere possa consultare in ogni momento il medico, anche se non presente fisicamente, dato che, ammettono, non è garantito che il medico in quel momento sia libero.

Francamente diventa difficile immaginare realisticamente il modello che pare OMCEO abbia in mente, ovvero un medico su ogni ambulanza, così come pare debole la giustificazione della potenziale non disponibilità immediata del medico allorchè ne fosse richiesta la consulenza a distanza. Non disponibilità che (senza essere esperti di organizzazioni sanitarie, basta andare al Pronto Soccorso) non è immediata nemmeno laddove i medici ci sono fisicamente.

E non pare in linea con i protocolli già in vigore da tempo secondo cui il Triage al Pronto Soccorso viene svolto dagli infermieri, che quindi sono in grado di fare un'adeguata analisi della situazione e valutare se e con che urgenza far accedere i pazienti alle prestazioni mediche.

Pare di essere di fronte, quindi, a una guerra dei principi in punta di spada e di diritto, francamente un po' distante dalla realtà e soprattutto dall'esigenza dei cittadini, allorquando i medici stessi sostengono che “se la legge dello stato cambia e ci dice che non è più necessario il medico sulle ambulanze” allora sarebbe tutto a posto. E il bene dei cittadini in tutto questo?

Intanto il dialogo richiesto dall'OMCEO all'Assessorato regionale alla Salute, guidato da Sergio Venturi, stenta a partire, per cui il Presidente regionale dei medici, Augusto Pagani, chiama a raccolta i Presidenti provinciali e i Dirigenti delle aziende sanitarie: se alla guerra dobbiamo andare, meglio organizzarsi.

 

Fonte: Doctornews33