Iscriviti alla newsletter

Accordo sul rinnovo dei contratti: Renzi ci mette gli 80 euro, CGIL CILS e UIL ci aggiungono il valore di un panino

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 01/12/2016 vai ai commenti

Comunicati StampaEmilia Romagna

A pochissimi giorni dal referendum (sarà un caso?) il Governo sigla con CGIL, CISL e UIL un accordo quadro utile a sbloccare la contrattazione del pubblico impiego.

 

Quello firmato ieri è un accordo politico e NON il rinnovo del contratto collettivo di lavoro come qualcuno tra le righe lascia volutamente intendere. Il rinnovo del contratto sarà discusso con il contributo di tutte le sigle sindacali rappresentative (Nursind compreso) in tempi a tutt’oggi NON definiti e verosimilmente legati all’esito del referendum di domenica prossima.

Analizzando il documento siglato ieri, nella parte normativa si legge che: “le parti si impegnano ad individuare nuovi sistemi di valutazione che garantiscano una adeguata valorizzazione delle professionalità e delle competenze e che misurino e valorizzino i differenti apporti individuali all’organizzazione.

“Le parti…omissis…s’impegnano a individuare, con carenza periodica, criteri e indicatori al fine di misurare l’efficacia delle prestazioni delle amministrazioni e la loro produttività collettiva con misure contrattuali che incentivino più elevati tassi medi di presenza”.

“Le parti, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza della prestazione lavorativa e quindi l’efficacia dell’azione amministrativa…omissis… s’impegnano a costruire un ambiente organizzativo e del lavoro…omissis…tale che si affrontino con misure incisive e mirate anche situazioni di disaffezione e demotivazione, nonché contrastare fenomeni anomali di assenteismo”.

Rileggendo più volte la parte normativa dell’accordo sembra che il Governo conceda ai dipendenti pubblici (fannulloni, lo suggerisce l’intero impianto della parte normativa) ciò che è un loro diritto, peraltro sancito anche da apposita sentenza della Corte Costituzionale, chiedendo loro di andare al lavoro, di lavorare di più, di lavorare meglio e magari anche di ammalarsi meno. Il Governo finge di dimenticare che anche oggi, com’è accaduto in questi ultimi 7 anni di bocco contrattuale, la quasi totalità dei dipendenti pubblici è al lavoro per garantire il corretto funzionamento della cosa pubblica lottando contro il costante e progressivo impoverimento delle risorse a disposizione.

Nella parte economica dell’accordo si legge che: “il Governo si impegna a riconoscere le attuali risorse previste nella legge di bilancio per il 2017, aggiuntive a quelle per il 2016, utilizzando la quota prevalente per il rinnovo dei contratti. Il governo garantisce che, con le leggi di bilancio, saranno stanziate ulteriori risorse finanziarie che consentano di definire incrementi contrattuali in linea a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e comunque non inferiori a 85 euro mensili lordi”.

In sostanza le risorse economiche per garantire l’aumento dello stipendio saranno stanziate, ma non è chiaro quando (2017, 2018?), per garantire un aumento medio dello stipendio di 85 euro lordi, in pratica il valore di un panino in aggiunta ai famosi ottantaeuro ormai concessi dal Governo di default, che rende irritante se non offensiva l’autoreferenzialità di chi ha siglato l’accordo di ieri.

 

Nicola Colamaria

NurSind Romagna