Iscriviti alla newsletter

Sepsi Codice Rosso come per l’infarto. Morti in aumento 5,3 mlm anno

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 07/12/2016 vai ai commenti

NurSind dal territorioNursing

La sepsi è un problema sanitario molto serio, che va affrontato come una emergenza al pari dell’infarto miocardico e del trauma. In Inghilterra l’NHS e in Germania, le politiche sanitarie stanno implementando procedure ad hoc, in tutti i settori sanitari per contrastare le sepsi.

A Firenze, all’11° Forum del Risk Management i massimi clinici esperti mondiali sulle infezioni, hanno presentato la loro esperienza e lanciato l’allarme rosso.

Il fenomeno sta dilagando, ci sono più di 55milioni di setticemie con 5,3 milioni di morti per sepsi ogni anno, su tre pazienti ricoverati per sepsi, uno muore. Chi sopravvive, ha una probabilità elevata di riportare danni invalidanti, come è accaduto alla nostra campionessa paralimpica Beatrice Vio e di manifestare entro il primo anno, una grave recidiva, di frequente letale.

La sepsi che è una risposta severa e generalizzata di tutto l’organismo all’azione di batteri o altri germi, anche chiamata sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS); si credeva fosse circoscritta all’area ospedaliera delle terapie intensive, invece non è così. Il 30% ha una eziologia chirurgica, ma è in continua ascesa in tutti i settori sanitari e negli ambienti di vita familiari. L’80% dei pazienti con diagnosi di sepsi ha sviluppato la condizione di fuori dell'ospedale. Sette su 10 pazienti con sepsi ha utilizzato recentemente servizi d’assistenza sanitaria o ha avuto malattie croniche con necessità di frequenti cure mediche.

Spesso i sintomi premonitori sono subdoli e quando sopraggiunge l’aggravamento, il decadimento organico è talmente veloce che sopraggiunge inevitabilmente lo shock settico e la morte.

In Inghilterra è stato il caso della morte di un bimbo di 12 mesi William Mead nel dicembre del 2014, a scuotere la coscienza delle persone insieme alla messa a punto di buone pratiche specifiche nel settore sanitario pubblico NHS.

La madre, sconvolta dalla morte del figlio, ha segnalato ai media, il grave caso di malasanità, innescando un caso nazionale. Una serie impressionante di eventi nefasti, imperizia e sottovalutazioni cliniche hanno comportato il non riconoscimento della gravità delle condizioni del bambino. Nelle 11 settimane precedenti il decesso del bambino, almeno 9 volte è stato visitato da medici, nessuno ha individuato segni di gravità. Anche il giorno prima della sua morte, aveva parlato con gli operatori del 111 (equivalente al 118 italiano, gestito da operatori tecnici addestrati e formati su procedure, che non sono infermieri e non hanno formazione universitaria) per richiedere un intervento. Il bambino stava peggiorando con picchi febbrili oscillanti tra i 40°C e i 35°C. Purtroppo gli operatori non hanno compreso lo stato critico del bimbo, che di lì a breve peggiorava e chiamata l’ambulanza, non reagiva alle manovre rianimatorie, nessuna chance per il piccolo William.

Per non lasciare vana la morte di suo figlio, la mamma ha costituito una associazione http://sepsistrust.org/ ,  per sensibilizzare, informare e raccogliere fondi a sostegno di azioni contro la sepsi e inoltrando la richiesta al Governo Inglese d’inserire professionisti infermieri o medici nei servizi di risposta del 111,  personale che di base è già preparato al riconoscimento precoce dei segni e sintomi della setticemia.

Il Ministro inglese per la salute Jeremy Hunt, ad un anno dalla tragedia, ha chiesto scusa personalmente alla mamma di William, assicurando …”gli esperti del Regno Unito Sepsi Trust, il Royal College of Paediatrics and Child Health e l’NHS stanno già lavorando per prevenire futuri tragici simili eventi."

C'è molto da lavorare, le analisi dei dati sono deludenti, nel 60% dei casi, per simili mistakes, le cure sono state inadeguate e inefficienti.

In Italia solo 4 regioni, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli, sono intervenute, di concerto con le società scientifiche nel sostenere lo sviluppo di protocolli relativi all’identificazione e trattamento delle sepsi. Eppure il Italia il problema è grave allo stesso modo che negli altri paesi europei, le morti per sepsi si attestano dal 35 al 60%.

Per sepsi, le recenti morti per meningococco in Toscana e Lombardia e le morti post-partum o in gravidanza di giovani donne, assurte al clamore dei tabloid, che hanno colmato di angoscia tutta l’Italia. La soluzione al problema è la prevenzione coordinata e sostenuta da risorse economiche e interventi politici mirati alla formazione e miglioramento della qualità dei servizi sanitari resi alla popolazione.

 

Fonti e approfondimenti

http://www.cdc.gov/media/dpk/diseases-and-conditions/sepsis/dpk-sepsis.html

http://emcrit.org/wp-content/uploads/2015/06/0500.pdf

http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=45836