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Codice Deontologico (IPASVI Pisa). Cavicchi: “Dissenso e dialogo si sono incontrati nell'interesse della professione”.

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 11/12/2016 vai ai commenti

Articolo 49 e DemansionamentoLe intervisteToscana

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Durante il convegno svolto a Pisa il 30 novembre scorso dal titolo "Codice Deontologico, una nuova proposta per i doveri, le prerogative ed il ruolo dell’infermiere del terzo millennio", (Leggi Qui e Leggi Qui) la Redazione di InfermieristicaMente, nella persona della CapoRedattrice Chiara D'Angelo, ha intervistato i relatori convenuti. Interventi autorevoli che hanno consentito la piena riuscita dell'iniziativa decretandone un ottimo successo e la posa della prima pietra di una nuova stagione di dialogo tra professionisti che, è l'augurio di tutti, si spera conduca ad una formulazione di un codice deontologico aperto ai contributi e quindi alla piena condivisione con il corpo professionale.

 

Dopo i contributi del Segretario Nazionale NurSind Andrea Bottega (guarda l'intervista), del padrone di casa Emiliano Carlotti, presidente del Collegio IPASVI Pisa (guarda l'intervista), di Adele Schirru, Vicepresidente della Federazione Nazionale Centrale IPSVI (guarda l'intervista), dei due contributi molto tecnici proposti dal Prof. Daniele Rodriguez Ordinario di Medicina Legale a Padova e di Luca Benci, il noto giurista da anni molto vicino alla professione infermieristica, dei rappresentanti degli studenti di Infermieristica di UDU Firenze (guarda l'intervista), chiudiamo il resoconto proponendovi l'intervista al Professor Ivan Cavicchi docente di Sociologia delle organizzazioni sanitarie e Filosofia della medicina all’Università Tor Vergata di Roma ed esperto di politiche sanitarie, nonchè consulente per la proposta formulata dal Collegio IPASVI Pisa.

 

“Pisa ha cercato di leggere i problemi della realtà della professione e da questi proporre una nuova idea di deontologia. La professione infermieristica è complessa e non riesce a liberarsi dalle prigioni delle organizzazioni del lavoro tradizionali a fronte di un potenziale enorme che per essere espresso, ha bisogno di una nuova deontologia. Il dissenso e il dialogo si sono incontrati a Pisa nell'interesse più generale della professione, perché non ha senso dissentire e rimanere chiusi nel dissenso. Si può ripensare l'infermiere e si può ripensare l'organizzazione del lavoro, un limite lo possiamo trasformare in una possibilità. I mutamenti, se noi non cambiamo ci spiazzano e ci costringono a rimanere indietro. Pisa ha il merito di aver aperto la discussione nella casa degli infermieri”

 

Clicca QUI per vedere l'intervista al Prof. Ivan Cavicchi

 

 

Andrea Tirotto