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Riforma Madia. Troppe promesse mancate

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 19/12/2016 vai ai commenti

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«Con la nuova riforma della pubblica amministrazione...».

A questa frase ciascuno dei governi che si sono succeduti alla guida del Paese negli ultimi anni ha aggiunto la propria declinazione degli effetti più o meno mirabolanti che il cambio di regole avrebbe prodotto sull'efficienza dei nostri uffici pubblici, sul miglioramento dei servizi e quindi sulla crescita economica. Effetti, però, che sono spesso rimasti confinati nelle dichiarazioni da convegno, tant'è vero che il governo successivo ha puntualmente avviato la propria riforma.

A fare il punto su questi 25 anni di riforme è un'indagine realizzata da Forum PA, la cui presentazione è in programma questa mattina a Roma, che ha chiesto a un ampio panel di operatori e di osservatori della pubblica amministrazione se anche l'ultimo capitolo di questa storia, legato al nome dell'attuale ministra della Funzione pubblica, Marianna Madia, sia destinato ad arricchire ancora il carnet delle promesse mancate.

Ed è bene anticipare che, soprattutto secondo chi nella pubblica amministrazione lavora, la prospettiva non è incoraggiante. I numeri, comunque, mostrano bene i termini del problema. In 25 anni sono passati da Palazzo Vidoni, sede della Funzione pubblica, 16 ministri, che hanno firmato 15 riforme.

Basta questa puntualità con cui si sono presentati i progetti di riforma a mostrare lo scarso peso dei loro effetti, e anche le cause che li hanno determinati.

“Troppe norme, pochi traguardi” sintetizza il titolo della ricerca di Forum PA, e il suo presidente Carlo Mochi Sismondi la spiega così: «Per portare a pieno regime quelle riforme che ridarebbero slancio alla situazione socio-economica del Paese servirebbero meno norme e più manuali, e un investimento serio per la formazione dei dipendenti e il coinvolgimento dei cittadini».

Le riforme, insomma, andrebbero accompagnate e sostenute da una “alleanza” con i dipendenti pubblici e proprio su questo terreno anche la riforma Madia sembra incontrare i propri problemi principali, più gravi sul piano strutturale anche dei colpi inferti dalla Corte costituzionale.

Per il 40% dei dipendenti pubblici intervistati dall'indagine la qualità del proprio lavoro peggiorerà per effetto della riforma, mentre per un altro 37,6% la situazione non cambierà di una virgola.

Che finora i dipendenti pubblici non si siano entusiasmati al progetto di riforma è un fatto noto, ma il rischio comunicato dalle tante tabelle che scandiscono l'indagine Forum PA è che ancora una volta gli effetti del nuovo cambio di regole rimangano potenziali. Un peccato, perché - calcola Forum PA - riforme tradotte davvero in pratica, dalla pubblica amministrazione al fisco fino al mercato del lavoro, varrebbero in media sei decimali di Pil all'anno.

Fonte: ilsole24ore