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Fabbisogni di personale sanitario: i medici contestano i criteri di Governo e Regioni

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 27/12/2016 vai ai commenti

Editoriali

A più di un anno (era novembre 2015) dalla piena entrata in vigore anche in Italia della normativa europea sui riposi, e dopo che la Legge Finanziaria 2015 aveva imposto alle Regioni di provvedere a determinare il fabbisogno di personale per garantire la legittima fruizione dei riposi stessi, la questione è ancora in divenire.

 

E’ dei giorni scorsi, infatti, la lettera inviata dalle rappresentanze sindacali dei medici con cui l’intersindacale comunica al Ministero della Salute, al Ministero dell’Economia e alle Regioni il proprio disappunto per i criteri che sono stati individuati da Governo e regioni per definire il fabbisogno.

Nella lettera si legge che la metodologia imposta è si adatta al calcolo, ma in ambiente manifatturiero e non in campo sanitario, dove la complessità delle prestazioni e dei processi non trova rappresentazione negli indicatori e negli algoritmi individuati, basati sostanzialmente su una mera osservazione dei tempi.

I sindacati medici chiedono quindi una revisione dei criteri e una definizione congiunta di un nuovo metodo di calcolo, che dia evidenza e rilevanza alla peculiarità dei processi esaminati e tenga conto del loro grado di complessità e variabilità, poiché se ciò non fosse il risultato dell’analisi non sarebbe assolutamente significativo né utile.

A un anno di distanza, quindi, la discussione sembra ancora ferma alle basi; se non ci si accorda nemmeno sui criteri di calcolo dei fabbisogni, è ad oggi inimmaginabile ipotizzare una rapida soluzione alla copertura delle prestazioni nel rispetto dei diritti dei lavoratori.

 

Fonte: Quotidiano Sanità