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Pistoia: aggressione ad infermiera nei locali spogliatoi dell'Ospedale San Jacopo

Donato Carraradi
Donato Carrara
Pubblicato il: 09/01/2017 vai ai commenti

Toscana

E' dalle pagine di Infermieristicamente, che voglio far arrivare ed esprimere nuovamente la mia solidarietà alla collega Cinzia, la quale 10 giorni fa è stata vittima di un'aggressione a scopo di rapina nei locali spogliatoi del personale, presso l'ospedale SAN Jacopo di Pistoia.
La collega con sangue freddo ha affrontato l'aggressore ed ha riportato, nella colluttazione, ferita da taglio a livello del volto.
Questo triste e grave episodio riporta alla ribalta il problema sicurezza per gli operatori del presidio ospedaliero San Jacopo di Pistoia. I locali spogliatoi sono posti al piano seminterrato del presidio. Sono isolati, con poca ricezione di campo per i cellulari ma quello che più preoccupa  e che crea apprensione negli operatori è che sono facilmente accessibili da più entrate e se è vero che ai locali spogliatoi veri e propri si accede solo con tessera badge personale, consegnato dall'Azienda ex usl3 pistoia al momento dell'assunzione, vero è anche, che l'aggressione è avvenuta all'interno proprio di uno di questi locali.
Inoltre ai sotterranei si accede facilmente da più ingressi posti ai piani superiori, addirittura si può accedere premendo il tasto -1 di un qualsiasi ascensore presente nel San Jacopo (così come indica la pulsantiera presente al loro interno).

Caso ha voluto che il locale spogliatoio fosse lo stesso in cui anch'io mi cambio per entrare in turno e che proprio quella sera, la notte del 23 dicembre, io dovessi essere in turno, mentre l'aggressione era avvenuta in tarda mattinata.Entrare e vedere panchine nei bagni divelte, macchie di sangue sul pavimento, ti riporta alla realtà e ti fa pensare che noi andiamo in ospedale per lavorare e che avremo diritto ad un minimo di sicurezza e di tranquillità almeno fisica.
Inoltre confrontandomi con alcuni colleghi sull'accaduto e sulla poca sicurezza degli ambienti in cui lavoriamo, mi viene riferito che alcuni di loro hanno assisitito ai dialoghi tra i carabinieri giunti sul posto per i rilievi di rito ed i poliziotti del posto di polizia interno al presidio.
Dal dialogo è emerso che i lavoratori dipendenti, continuano ad usare un ingresso non idoneo per cui aumentano la possibilità d'infrazione da parte di estranei e malintenzionati.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande:
- perchè il locale distribuzione divise è proprio adiacente all'ingresso non ritenuto idoneo?
- perchè l'ingresso non idoneo si trova la termine delle scale che provengono da un lato del parcheggio dipendenti?
- perchè la porta di tale ingresso è munita di sensore che si attiva se il dipendente "struscia" il proprio badge, lo stesso che usa per aprire tutte le porte del San Jacopo?
 
  La risposta si trova nel vecchio detto popolare: continuiamo a nasconderci dietro ad un dito! Quei locali adibiti a spogliatoio nei primi mesi dal trasferimento epocale dall 'Ospedale del Ceppo all'attuale Ospedale San Jacopo, sono stati presi d'assedio e d'assalto da chiunque. Inizialmente non erano state previste le porte con apertura tramite carta magnetica, quindi il personale ha subìto forzature dei propri armadietti, furti di abbigliamento ed effetti personali conservati al loro interno. Non solo...si è assisitito anche all'uso delle docce riservate ai dipendenti  usate dai non addetti al servizio ospedaliero che accedendo da fuori venivano a ritemprarsi ed a rinfrescarsi al loro interno. In seguito poi, dopo denunce e denunce, si è pensato d'istituire il meccanismo elettromagnetico che ne permetteva l'apertura tramite l'apposito badge.
Basta recarsi fisicamente all'interno di quei locali per percepirne la poca sicurezza. L'episodio capitato sfortunatamente alla collega, non deve stimolare nè tantomeno scatenare la corsa a trovare l'ennesimo capro espiatorio da parte della Direzione e da parte di chiunque abbia voce in capitolo: deve invece, per l'ennesima volta, far riflettere sul motivo del perchè i dipendenti continuino a far emergere le problematiche strutturali ed organizzative dell'ex nuovo presidio San Jacopo.

Chi lavora al suo interno non si sente sicuro, non si sente tutelato ne fisicamente ne professionalmente. Sfidiamo chi ne ha facoltà a farsi un giro ed a prendere il polso della situazione tra gli operatori, soprattutto dopo questo episodio: paura, insicurezza, incertezza, stanchezza e la continua consapevolezza, come una spada di Damocle, che da un momento all'altro arriva l'errore, dettato dallo stress, che ti rovina a vita.

Comunque ci auguriamo a breve che l'aggressore venga individuato e fermato, così come riportava anche la stampa locale, dopo aver visionato le immagini delle telecamere....telecamere??!!!
 
Rosa Scelta
Segretaria Territoriale Nursind Pistoia