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Pordenone. Chirurgia, medicina ed emergenza al collasso. NurSind: «Investiamo dove serve al cittadino».

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La Redazione
Pubblicato il: 09/01/2017 vai ai commenti

Comunicati StampaFriuli Venezia Giulia

«Carenza di personale Infermieristico in chirurgia generale e specialistica (urologia e ginecologia) del presidio ospedaliero di Pordenone: la presenza in servizio di infermieri e Oss viene garantita con i contingenti minimi assistenziali. Il rapporto è di un infermiere per 13 pazienti, mentre gli Oss sono tre al posto di quattro. Il tasso di occupazione è pari al 100 per cento, con pazienti anche fuori reparto». A denunciare la preoccupante situazione è il Coordnatore Regionale del NurSind, Gianluca Altavilla. 

Una situazione che non riguarda solamente la chirurgia. «La medicina di Pordenone ha un infermiere per 12 pazienti, con un tasso di occupazione del 100  per cento e appoggi anche fuori reparto - ha aggiunto -. Non si tratta del classico picco delle influenze stagionali, ma di una situazione cronica. Pordenone e San Vito al Tagliamento sono gli unici reparti di medicina  reali della provincia che fanno fatica più a soddisfare le richieste della popolazione».  

«La riforma sanitaria regionale ha stabilito che chirurgia e medicina sono reparti ad alta complessità assistenziale: è inconcepibile lasciarli sguarniti - ha sottolineato -. Da ricordare che linee-guida prevedono nelle alte assistenze un infermiere per sei pazienti. Bisogna implementare della pianta organica infermieristica e degli operatori socio sanitari». 

Nell’area delle emergenze di Pordenone la situazione non è migliore: in pronto soccorso gli accessi sono arrivati a numeri non sostenibili. In una notte anche 96 pazienti. Con il piano dell’emergenza, nel pomeriggio la maggior parte delle ambulanze rientra nel pronto soccorso di Pordenone. In terapia intensiva, dei 10 posti letto previsti dalla regione ne sono attivi 12.

«Queste condizioni di lavoro hanno comportato un aumento delle non idoneità - ha detto Altavilla - ed espongono maggiormente tutti i professionisti a infortunio sul lavoro e malattia professionale e a  rischio clinico. Gli infermieri non riescono neanche a fermarsi per un caffè. In Neanche le maternità sono sostituite».

Ecco in numeri: in chirurgia servirebbero almeno 8 infermieri, più 2 sostituzioni maternità, in medicina 6 infermieri più 4 sostituzioni maternità, nonché sostituzioni e potenziamento degli Oss nei due reparti. 

«In pronto soccorso bisogna attivare subito nel turno pomeridiano un infermiere, per poi arrivare a 6 nei tre turni - ha concluso -. In terapia intensiva arrivare a un rapporto di 2 infermieri a paziente, come previsto dalle linee-guida dell’emergenza, e il rispetto dei 10 posti letto. Bisogna inoltre iniziare un percorso con i medici di base per sgravare il pronto soccorso dai codici bianchi e anche per gli utenti delle case di riposo che poi finiscono in medicina».

 

REPARTO

INFERMIERI  MANCANTI

OPERATORI SOCIO SANITARI

 

CHIRURGIA

 

10

 

12

 

MEDICINE

 

10

 

12

 

PRONTO SOCCORSO

 

6

 

4

 

TERAPIA INTENSIVA

 

6