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Sassari: chiuse le indagini sulle proroghe degli appalti, 21 indagati

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 15/01/2017 vai ai commenti

NurSind dal territorioSardegna

Sono 21 le persone raggiunte dall’avviso di conclusione delle indagini che riguardano le proroghe di contratti alla Asl di Sassari rinnovati in violazione delle norme vigenti in materia secondo la procura della Repubblica di Sassari. Tra il 2011 e il 2014, vi era l’abitudine di rinnovare contratti scaduti anziché bandire nuove gare d’appalto e questo sarebbe il fatto che avrebbe generato il reato di abuso d’ufficio per cui sarebbero indagate le 21 persone che occupavano ed occupano ancora ruoli dirigenziali alla Asl e Aou di Sassari.

Come al solito, sembra improbabile che la politica non abbia avuto un ruolo anche in questa vicenda e per capirlo basta leggere il nome di alcune di queste ditte per intuire a quale area di influenza apparterrebbero. Ma sul registro degli indagati, almeno a questo giro, non ci sarebbero nomi di spicco della politica isolana ma piccoli luogotenenti e soldatini che loro malgrado, pagano lo scotto di una appartenenza che chiede cieca fedeltà. Tutti innocenti fino a prova contraria, bene inteso ma la vicenda non sorprende più di tanto considerata una verità comunque inconfutabile: i contratti sono stati rinnovati a oltranza. Alla giustizia il compito di stabilire verità, responsabilità e pene.

Se il primo a finire nel registro degli indagati è ovviamente, Marcello Giannico, all’epoca direttore geerale, si rimane perplessi nel constatare come alcune di queste persone abbiano nel frattempo fatto una folgorante carriera, come Andrea Marras, all’epoca dirigente amministrativo, promosso nel dicembre 2014 a dirigente amministrativo e recentemente nominato direttore dell’Area Socio Sanitaria di Nuoro (la vecchia asl) dal direttore dell’azienda sanitaria regionale unica Fulvio Moirano, il quale ha giustificato questa e tutte le recenti altre nomine, conseguenti al grado di competenza e curriculum messo in campo dai candidati. Ora pare chiaro a quale tipo di curriculum si facesse riferimento, posto che anche in questo caso, è di facile comprensione come la politica abbia avuto il suo peso per la scelta dei direttori delle aree socio sanitarie, tutti di specchiata appartenenza e vicinanza politica. Non sembra che in questo caso ci sia nessun sussulto etico e le polemiche sulla permanenza di Marras sulla poltrona di direttore, si scioglieranno come la neve che scende copiosa in queste ore sull’isola.

Nelle cronache è passata in secondo piano l’avviso giunto ad un altro indagato, all’epoca dirigente del servizio amministrativo territoriale, Alberto Mura, promosso in seguito e tuttora responsabile dell’anticorruzione. Lo stesso che, interrogato sulla incompatibilità del dott. Agostino Sussarellu, presidente dell’ordine dei medici nominato nel 2014 direttore generale dell’asl e costretto a dimettersi dal ruolo di presidente dell’ordine nel settembre 2015, ne aveva decretato la piena compatibilità smentito da una sentenza che non lasciava dubbi interpretativi di sorta e che avrebbe dovuto quantomeno, far applicare un principio di cautela. Ma anche in questo caso, la politica era evidentemente più forte di tutto.

La Segreteria NurSind Sassari, interrogata dai giornalisti sulla vicenda anche in forza di una serie di atti e denunce che interessano alcuni degli stessi indagati dalla procura, ha diramato una nota per bocca della sua Segretaria Territoriale Fausta Pileri. Parole amare che potranno essere smentite solo dalla protervia e dalla saccenza di alcuni degli indagati, abilissimi in queste materie e in altre, come hanno dimostrato in questi anni e come quella volta in cui lo stesso Marras, perse la testa e si scagliò contro un dirigente sindacale durante una riunione di contrattazione.

 

Di seguito la nota.

Le varie amministrazioni della sanità sassarese che si sono succedute negli ultimi anni, a prescindere dallo schieramento politico che le aveva nominate, hanno mostrato di avere scarso interesse all’utilizzo di modelli amministrativi trasparenti e rispettosi delle norme e  non solo quando si tratta di gestire appalti. Attendiamo che la magistratura faccia chiarezza e accerti eventuali responsabilità e finalmente si possa punire chi non ha intenzione di rinunciare ad un sistema gestionale stile prima repubblica.

La carente capacità gestionale dei diversi amministratori che si sono alternati,  spesso accompagnata da un loro evidente stato dissociativo rispetto alla realtà sanitaria  era collegata ad un particolare  interesse  a presenti e futuri piani edilizi, incomprensibili e disorganizzati accorpamenti. Sarebbe stato auspicabile che essi fossero  stati invece parte attiva nel riconoscimento e nella risoluzione delle diverse problematiche di grave entità che pazienti e operatori sanitari si trovano da lungo  tempo a vivere quotidianamente nelle corsie e nei servizi.

La sanità non può soggiacere esclusivamente ai dictat e agli obiettivi imposti dalla politica perché i risultati ottenuti con questo metodo sono davvero indecenti, sono ciò che è oggi davanti ai nostri occhi: carenze di organico, strutture fatiscenti, attrezzature scientifiche obsolete o assenti, largo spazio ad agenzie interinali che gestiscono anche infermieri e ostetriche (i professionisti sanitari responsabili dell’assistenza che maggiormente stanno a contatto con il cittadino bisognoso di cure).

Andrea Tirotto

 

La Nuova Sardegna

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