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Presto nuove misure per la P.A. sugli abusi delle assenze per malattia, permessi e congedi

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 16/01/2017 vai ai commenti

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Il Governo deve fare in fretta, la delega per i decreti attuativi della Riforma Madia sono in scadenza a febbraio. Così l’annuncio è di dare seguito all’accordo pre-referendiario del 30 novembre con GGIL  CISL UIL  e  intervenire su un pacchetto specifico: permessi, malattie e congedi, anche se a regime, le nuove regole sulle assenze regolamentate nella PA dovranno di fatto rientrare nella trattativa “madre” sui rinnovi contrattuali.

Si tratta quindi di una nuova consultazione tra Governo e sindacati in previsione della prossima uscita dei Decreti attuativi della Riforma Madia. L’obiettivo del Governo è quello di contrastare ”l’assenteismo anomalo dei dipendenti pubblici”  e allo stesso tempo risolvere le rigidità imposte dal disposto normativo della Legge Brunetta.

Contro gli abusi sulla malattia, invece,  l'esecutivo è determinato a intervenire.  In preparazione per febbraio dei decreti correttivi che andranno a ritoccare alcuni elementi delle assenze per malattia:

  • Prevista la possibilità di utilizzare solo le ore/tempo necessario in caso di visite specialistiche o esami, con la Legge Brunetta era concessa una giornata  di lavoro certificata.
  • Inserimento di misure dissuasive dei certificati per malattia ad inizio e fine settimana.
  • Rendere gli accertamenti più efficienti con la creazione  di un polo unico della medicina fiscale, in capo all'Inps (con le Asl messe da parte)

Ulteriori ritocchi anche per “i furbetti del cartellino”, permane il termine di 30 giorni per commissionare il licenziamento, le rettifica riguarderanno le tempistiche intermedie, sospensione e contraddittorio. La procedura è comunque già operativa e ha prodotto il 14 c.m. il primo caso di licenziamento. A Roma un impiegato dell’Università La Sapienza con sede  al Policlinico Umberto 1°,  è stato “tradito” dalla multa contratta per aver parcheggiato in doppia fila. Il dipendente dopo aver timbrato il cartellino, ha abbandonato il posto di lavoro, ma l’illecito è stato notato dal proprio Capo Dipartimento; l’azienda constatata la flagranza di reato, applicando la normativa in vigore da giugno, l’ha licenziato.

Fuori invece, dai Decreti attuativi anche se per il Ministero della PA è un tema caldo, la Legge 104 che regola i permessi per le gravi disabilità. Solo con le trattative del nuovo contratto sarà possibile disciplinare e  intervenire su questioni  molto dibattute come ad esempio la tempistica di preavviso per la fruizione del permesso definito dalla L.104.

Dopo la bocciatura a novembre della consulta sulle norme riguardanti la Dirigenza della PA permane l’incognita, rientreranno nei nuovi regolamenti attuativi? In discussione ancora le norme riguardanti le nomine dei Direttori Dirigenti Sanitari e le partecipate. Così come richiesto dalla Corte Costituzionale, decisiva sarà l’intesa (non basta il parere….), raggiunta con la Conferenza Stato Regioni, la riunione è in calendario per il 2 febbraio.

L’argomento delle malattie, permessi e congedi nel comparto sanità, specialmente dopo gli interventi della Legge Brunetta, hanno generato un focus di problemi e trattative tra il Governo e le rappresentanze sindacali. Nel 2014 all’ARAN, in attesa della contrattazione si era aperta una negoziazione su questi temi. Il tentativo di trovare un accordo sul “pacchetto sociale” individuato nelle “malattie, permessi, congedi, permessi per visite mediche”, allora non è stato raggiunto. Mentre sui problemi connessi alle disposizioni della Legge Brunetta è intervenuta la magistratura, una sentenza del TAR ha dichiarato l’illegittimità di alcune circolari interpretative della legge, che non accordavano la possibilità di permessi  con fruizione oraria, anche  nel caso di esami o interventi curativi assistenziali di breve durata.

Nella lente d’ingrandimento del Governo persistono le assenze ingiustificate nella PA.  In una inchiesta della Cergas-Bocconi (2015) i dati relativi alla P.A., delle inabilità a determinate mansioni (inidoneità parziali prescritte dal Medico Competente)  e la numerosità dei dipendenti che godono dei permessi indicati nella Legge 104. Per ciò che attiene alla sanità i dati non sono confortanti, abbiamo:

  • Il 12% dei dipendenti della sanità pubblica, circa 80 mila persone, per lo più donne,  ha  una serie di limitazioni alla propria idoneità lavorativa, con punte del 24% tra gli operatori socio-sanitari, seguiti dal 15% degli infermieri. 
  • Di questi circa 40 mila è esonerato alla movimentazione di carichi e pazienti.
  •  Un altro 13% non può lavorare in piedi.
  • Il 12% è esonerato alla turnazione  notturna.
  • Il resto viene esentato da una lunghissima serie di attività: essere esposti a videoterminali, a rischi biologici, chimici e allergie, stare a contatto con i pazienti, fare lavori che producono stress, operare in taluni reparti, e così via.

Nel pubblico impiego - ancora dati Inps - i beneficiari della 104 e dei congedi straordinari sono 440 mila, ossia il 13,5% di tutti i dipendenti, mentre nel settore privato sono appena il 3,3%.

L’analisi di questi dati, risulta parziale, se non consideriamo l’elevata età media degli operatori sanitari, che in questi anni con l’irrigidimento del sistema pensionistico, è aumentata a dismisura. Nella PA la media dei lavoratori supera i 50 anni.Nel 2012 infermieri e operatori sanitari tra i 40 e i 49 anni erano il 43%, il 4% in più del 2009. I "giovani", tra i 30 e i 39 anni erano invece il 20%, contro il 25% di tre anni prima e gli "anziani", oltre i 50, sono passati dal 25 al 29% e il trend è in crescita.

Una popolazione di lavoratori anziani nel SSN, gravata dal blocco del turnover, in numero sempre più ridotto è costretta a sopperire ai tagli delle risorse, alla mancata innovazione tecnologica e realizzazione di nuovi  modelli assistenziali. Con un tasso d’infermieri per abitanti, inferiore al resto d’Europa in età avanzata, che dati INAIL indicano essere la categoria maggiormente soggetti a infortuni sul lavoro.

Non ci meravigliano quindi le inabilità certificate a questi lavoratori. Stupisce invece, la protervia indifferenza delle istituzioni e del governo che insistono nella strategia demagogica e populista di puntare il dito e la stigmate, verso coloro che anche a detta della del Ministro Beatrice Lorenzin, sono gli eroi del SSN. Il problema non è risolvibile dall’incremento di misure di controllo e repressive, servono nuove risorse e assunzioni, dotazioni organiche adeguate alla complessità e intensità assistenziale, progetti di flessibilità oraria del lavoro e sistemi di protezione e valorizzazione dell’esperienza acquisita negli anni di lavoro. Siamo arrivati ad un punto di frattura, il Governo deve immediatamente istituire il tavolo della contrattazione per declinare un nuovo contratto che riporti la dignità del lavoro in sanità.

http://www.repubblica.it/

http://www.ansa.it/

http://www.sanita24.ilsole24ore.com/