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Nursind Roma: ambulanze bloccate al pronto soccorso, problema storico

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 16/01/2017 vai ai commenti

LazioNurSind dal territorio

In sanità, finchè un problema consolidato, consumato, trascinato, non causa la morte di qualcuno anche solo come concausa presunta, non assurge alla nobiltà necessaria perchè sia trattato e magari risolto.

Il fatto consolidato, cosumato e trascinato è quello delle ambulanze che arrivano nei pronto soccorso di tanti ospedali italiani e non hanno una barella su cui adagiare il malcapitato. La barella autocaricante con cui si effettua il trasporto del paziente è infatti un presidio dell'ambulanza e sulla stessa deve tornare quanto prima perchè il mezzo possa liberarsi e tornare in servizio nella disponibilità della Centrale Operativa di riferimento. Un'ambulanza copre una zona con un raggio di azione di 8 minuti in città e massimo 20 nelle zone extraurbane. Risulta facilmente intuibile che se nella stessa zona in cui opera quell'ambulanza, contemporaneamente a un soccorso in atto o peggio, nelle fasi di attesa per il recupero di barella e presidi, arriva una ulteriore richiesta di soccorso, i tempi per raggiungere il nuovo paziente saranno necessariamente dilatati non essendo in servizio l'ambulanza di riferimento, diventando necessario dirottarne una da un'altra zona della città. Moltiplicate il fenomeno "attesa restituzione presidi" quante volte volete e avrete un quadro molto chiaro del potenziale pericolo che si genera di volta in volta.

Una situazione ben nota questa che in alcune città o pronto soccorso con bacini d'utenza molto ampli determina rischi potenziali incalcolabili. Nel pronto soccorso di Sassari ad esempio, riferimento per oltre 150.000 persone, con circa 50.000 accessi all'anno, 6 ambulanze erano bloccate la scorsa mattina perchè il personale non aveva barelle per liberare quelle dei mezzi. Figuriamoci cosa possa accadere in un grande pronto soccorso tra quelli di una città come Roma.

La natura del problema è nota da tempo: il pronto soccorso è diventato l'unico riferimento sicuro per ogni problema così che le file di pazienti ne intasano gli ambienti e pregiudicano l'operatività, come accaduto a Nola per esempio.

Le indagini stabiliranno se i presunti ritardi dei soccorsi causati forse anche da uno di questi blocchi, siano all'origine del motivo che ha condotto a morte una giovane di 23 anni nel pronto soccorso di Tor Vergata.

Vero è comunque che il problema sia grave e continuo come sottolineato dal dirigente Nursind Roma Stefano Baroni che intervistato a riguardo dal TgCom24, ha dichiarato che "sono decine le ambulanze bloccate quotidianamente, un disagio che si vive ormai da anni per i quale a pagare sono utenti e operatori".

Vi proponiamo il servizio del TgCom24 che racconta la vicenda (Clicca Qui) e il comunicato della segreteria NurSind Roma sul sovraffollamento dei pronto soccorso (Clicca Qui)

 

Andrea Tirotto