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Conto annuale MEF 2015: in Sanità 10.000 dipendenti pubblici in meno

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 21/01/2017 vai ai commenti

Centro studiEditoriali

Il Ministero dell’Economia (MEF) ha scattato la fotografia del pubblico impiego nel 2015, attraverso il Conto annuale. Dall’analisi sui numeri del personale del Servizio Sanitario Nazionale emerge un’emorragia di addetti: 10.000 in meno rispetto al 2014.

 

Se il 2009 è stato l’anno in cui si registrava il maggior numero di addetti, il 2015 è stato l’anno con la più marcata riduzione, che ha portato il totale dei dipendenti del SSN a quota 653.352 (oltre 40.000 addetti in meno rispetto al 2009).

Di pari passo si sono ridotti anche la spesa per il personale (che nel 2015 si è attestata a 38,964 miliardi di euro, contro i 39,126 del 2014 e al di sotto dei 39.027 miliardi del 2007) e il potere di acquisto delle retribuzioni, il cui valore nominale è in stallo.

Parallelamente si registra un aumento dell’età media dei lavoratori che raggiunge i 50 anni, chiaro indicatore del fatto che i due indici precedenti derivano dal blocco del turn over.

Analizzando il personale del SSN per tipologia d’impiego e per ruolo, si nota come vi sia stata una riduzione di tutto il personale dipendente (medici: -1896 unità; personale non dirigente: -8000) infermieri compresi, che diminuiscono di ben 2788 unità, attestandosi sui 266363 infermieri in servizio a fine 2015.

In discesa anche il numero dei dirigenti non medici (-545 unità) fra i quali rimangono costanti in numero i farmacisti.

Unico dato in controtendenza quello dei lavoratori precari, che salgono nel 2015 di oltre 3000 unità rispetto all’anno precedente e fra i quali i dipendenti a tempo determinato sono oltre 30000 (+8,5% rispetto al 2014). Stesso trend per i lavoratori interinali, mentre invece i lavoratori socialmente utili subiscono un rallentamento. Tra i precari, ancora una volta, gli infermieri sono in prima linea, subendo un aumento di quasi 1200 unità rispetto al 2014 e attestandosi  oltre quota 12000.

 

Anche la Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, per voce della Presidente Barbara Mangiacavalli, ha commentato i dati pubblicati dal MEF (Clicca), rimarcando la gravità insita nella perdita di quasi 2800 infermieri in un anno all'interno del Sistema Sanitario Nazionale e della contrazione delle retribuzioni reali che Mangiacavalli stima in circa il 25% dall’ultimo rinnovo contrattuale, a fronte di un aumento “nominale” medio per gli infermieri di 7,7 euro al mese, che non copre nemmeno la vacanza contrattuale.

La Presidente Mangacavalli rincara la dose, sottolineando una volta ancora come il Sistema Sanitario Nazionale sia in deficit di personale (mancano 47mila infermieri, 18 mila solo per coprire la turnazione in rispetto delle norme sui riposi) e che il trend fotografato nel Conto annuale 2015 non fa che confermare che la situazione si sta aggravando anziché progredire.

Senza contare l’impatto che la contrazione del personale ha sui dipendenti stessi e sui pazienti: minor numero di addetti si traduce in maggior stress lavorativo (turni più lunghi del lecito, mancati riposi, straordinari, ecc) che a sua volta si traduce in un sensibile aggravio di rischio per la salute dei pazienti, come testimoniato da numerosi studi scientifici al riguardo.

 

- L'ANALISI della Ragioneria Generale dello Stato QUI