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Verso il rinnovo contrattuale: Ministro Madìa al lavoro per un decreto snello sul pubblico impiego

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 22/01/2017 vai ai commenti

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I tempi cominciano a farsi serrati ed entro metà mese il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madìa, intende produrre il decreto di riordino del pubblico impiego che consentirà di procedere sul versante del rinnovo contrattuale della P.A.

 

Un decreto che avrà una portata ridotta rispetto all'annunciato Testo Unico del Pubblico Impiego, progetto su cui i tecnici del Ministero hanno lavorato per mesi e che ora verrebbe al momento accantonato, salvaguardando comunque la necessità di intervenire su alcuni temi cruciali.

Il primo di questi riguarda il superamento dello schema Brunetta per l'assegnazione dei premi di produttività, che l'ex ministro aveva immaginato applicarsi con una “gabbia” molto rigida: 50% dei premi al 25% dei dipendenti più produttivi 50% al 50% dei dipendenti e nulla al 25% meno produttivo. Un meccanismo molto rigido che ha incontrato numerose resistenze e che il Governo si è impegnato a riformare. Nel nuovo decreto Madìa, per il quale la delega del Parlamento scade a fine mese, verranno introdotti meccanismi meno rigidi e che prevedano l'applicazione di criteri di valutazione più articolati che consentano, fra l'altro, un'adeguata valorizzazione delle competenze.

Ma all'attenzione del Ministro, che nei prossimi giorni incontrerà sindacati e Regioni, anche lo studio di nuove regole sulla flessibilità degli orari e una stretta sull'assenteismo e sulle assenze “strategiche”, oltre che sui permessi e sui distacchi sindacali e sulla formazione continua.

Un decreto di riordino che è strettamente funzionale all'avanzamento dei lavori sul fronte del rinnovo contrattuale, in seno al quale dovranno trovarsi gli accordi necessari per la sua stessa attuazione operativa.

Il decreto di attuazione della riforma della PA, infatti, è indispensabile per consentire di sbloccare, attraverso il rinnovo del contratto, lo stallo delle retribuzioni dei dipendenti pubblici, ferme da otto anni, e che hanno lasciato sul campo del potere d'acquisto oltre il 6% nei soli ultimi 4 anni. L'intesa del 30 novembre scorso prevedeva un aumento medio di 85 euro, lordi, per ciascun dipendente.

Oltre alle norme sui dipendenti pubblici, il Ministro lavorerà anche al perfezionamento delle linee di razionalizzazione delle imprese partecipate, dei licenziamenti disciplinari e delle nomine dei dirigenti pubblici, argomenti sui quali la Core Costituzionale ha richiesto dei correttivi.