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Bologna: "l'infermiere flussista", un passo avanti verso le competenze avanzate.

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 23/01/2017 vai ai commenti

Competenze avanzate - Cosa c'è già...Emilia Romagna

Bologna. Ospedale Maggiore. A parlare è il Direttore sanitario del nosocomio, Andrea Longanesi che, sabato ha incontrato la stampa e i due consiglieri comunali di “Insieme Bologna”, Manes Bernardini e Giulio Venturi, promotori di un presidio all’esterno dell’ospedale, organizzato al fine di raccogliere le firme contro il caos del pronto soccorso in questione e le conseguenti lunghe attese.

Queste le misure adottate da Longanesi: una nuova area pronta ad accogliere i codici rossi ed i codici gialli da trattare insieme, di cui si sta completando la ristrutturazione, maggior personale in campo e l’introduzione dell’infermiere “flussista”.

Chi è l’infermiere Flussista?

L’infermiere flussista, sarà una sorte di ausiliario del traffico, una figura preposta a dirigere il flusso dei pazienti; come spiega Longanesi _ un infermiere in grado di orientare e dirigere il traffico dei pazienti nei vari ambulatori, prendendoli in carico nei momenti di attesa, monitorandoli e controllandoli, continua, questa nuova figura è una innovazione dell’assistenza, che vogliamo mettere in atto entro un mese.

Con l’attivazione di questa figura, il Direttore Sanitario, ha pensato di risolvere il problema degli iperafflussi al Pronto soccorso, anche se più radicate sono le questioni che hanno determinato il caos dei pronto soccorso bolognesi.

Il pronto soccorso del Maggiore riceve circa 154 pazienti al giorno, e nel periodo del picco influenzale gli accessi dei pazienti arrivano a 170, con un’attesa media per il codici gialli di un’ora e per i verdi di 4-5 ore. Grazie a questa novità, Longanesi auspica a ridurre il tempo di attesa dei codici gialli a mezz’ora e dei codici verdi ad un’ora.

Non sono per nulla d’accordo i due consiglieri comunali, che non hanno la stessa visione rosea esposta dal Direttore sanitario, Bernardini e Venturi, che definiscono le condizioni in cui versa il pronto soccorso, una vera e propria “barbarie”; a contribuire alle condizioni disastrose anche il de-potenziamento degli ospedali di Vergato e Porretta.

Dai commenti raccolti in rete, molti sono i dubbi rilevati sulla valenza dell’infermiere flussista, e sul ruolo svolto. L’ironia, a tratti amara non è certo mancata, sono stati in molti a rapportare il “flussista” ad una sorta di vigile urbano delle corsie, ed in tanti hanno a gran voce reclamato le “competenze avanzate” , vedendo l’infermiere flussista come un passo indietro.

In verità il “flussista” è davvero un passo avanti, qualcosa di innovativo, che si affianca agli ambulatori di See and Treat.

Gli ambulatori infermieristici di See and treat, sono nati in Inghilterra, la parola, letteralmente vuole dire “Vedi e cura”, nascono proprio per agevolare il lavoro degli operatori sanitari, e diminuire i tempi di attesa nei pronto soccorso.

Ricavati all’interno di quest’ultimo, gli ambulatori di See and Treat, permettono agli infermieri di gestire i codici bianchi ed i codici verdi: piccole ferite, abrasioni, ustioni di primo grado, patologie dermatologiche minori, punture d’insetto, etc.

L’infermiere flussista, che si pone come figura intermedia, garantisce in integrazione con i professionisti medici uno standard elevato di accoglienza e di gestione in sicurezza del percorso di cura. Tale innovazione professionale rappresenta il cardine su cui si è sviluppata la valorizzazione dei ruoli e delle competenze del personale infermieristico, realtà che costituisce nella sua unicità elemento di prestigio per l’intero sistema di sviluppo del modello per intensità di cura.
Nello specifico è un ruolo di natura prettamente organizzativa in cui ammissione, trasferimento tra setting e continuità alla dimissione rappresentano il fulcro delle competenze (le “core competence”).

Abbandoniamo dunque l’ironia, facile a scaturire dalla parola “flussista”, specie per chi non conosce la realtà dei pronto soccorso dell’Emilia Romagna e toscani, figura già presente da dieci anni.

 

Fonte: http://www.quotidianosanita.it/emilia_romagna/articolo.php?articolo_id=47149