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Lombardia. Approvato in Giunta il nuovo piano delle Cronicità. Addio al Creg

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 31/01/2017 vai ai commenti

LombardiaNurSind dal territorio

Lombardia. E’ in atto una ennesima rivoluzione nell’approccio alle cure e all’assistenza per la cronicità. A due anni dalla riforma sanitaria lombarda e a poco più di quattro anni dalla sperimentazione dei Creg, ancora una volta cambia tutto, e non con il beneplacito dei più, che vedono in questi continui ribaltamenti non un’evoluzione, ma discontinuità di processo.

Partiamo quindi dall’inizio, con un breve accenno ai Creg.

I Creg, Cronic Related model, furono avviati dalla Regione Lombardia, quando governatore era Formigoni, nel 2012. Il modello di assistenza ai pazienti cronici, prevedeva un percorso di cura ad hoc a carico di un medico di base, che poteva seguire il paziente anche a distanza, aiutandolo nella gestione della malattia. I medici di base riuniti in cooperative, diventavano dunque gestori del Piano di cure.

Questo modello, ha avuto la sua fase di sperimentazione, che si è conclusa positivamente, dandone il via ufficiale, anche se questo sistema non sembra soddisfare del tutto i bisogni della persona e la domanda di salute, un sistema che pare ancora frammentario ed inadeguato.

Va dunque ripensato il modello, che deve essere fondato sull’ appropriatezza della risposta rispetto alla domanda; va abbandonata la logica verticale del prendersi cura del paziente per adottare una logica dello “stare a fianco” accompagnandolo ed indirizzandolo, con una presa in carico completa del paziente.

Lo slancio per invertire la rotta arriva dalla riforma sanitaria lombarda del 2015, il cui elemento fortemente innovativo è il nuovo assetto delle Asl, dette ATS, Agenzia di tutela della salute, che unificano sanità e sociale in un unico assessorato. Queste prendono il posto delle vecchie Asl , nei compiti di programmazione dell’offerta sanitaria, accreditamento delle strutture sanitarie e socio – sanitarie e delle nuove Aziende socio sanitarie territoriali (ASST), che soppiantano le vecchie Asl e AO, unificando sotto un’unica struttura e direzione assistenza ospedaliera e territoriale nella logica della presa in carico della persona a 360°.

Questo nuovo assetto, ha dunque dato modo di superare i Creg e di fare evolvere la logica del “silos”, verso la logica del progetto integrato.

Analizziamo quindi i vari attori del nuovo modello di presa in cura della cronicità:

  • ATS, ha il ruolo centrale di regia dell’attuazione del modello , verifica la stratificazione della popolazione in relazione ai bisogni. Valuta e seleziona i Gestori per l’accreditamento della presa in carico, di cui ne monitora l’attività anche in termini di appropriatezza; cura l’informativa ed il raccordo con i MMG.

  • Il Gestore, soggetto responsabile della presa in carico del paziente, con il quale il paziente sceglie di sottoscrivere un Patto d cure, il Pai(Piano di assistenza individualizzato)

Come avviene la presa in carico

Il modello di presa in carico , nella prima fase di applicazione, si rivolgerà alle seguenti 11 principali cronicità, che riguardano circa due milioni di cittadini:

  • insufficienza respiratoria;

  • scompenso cardiaco;

  • diabete di tipo I e di tipo II;

  • cardiopatia ischemica;

  • BPCO;

  • ipertensione arteriosa;

  • vasculopatia arteriosa;

  • miocardiopatia aritmica;

  • insufficienza renale cronica.

In una seconda fase, è previsto un ampliamento a quelle situazioni che richiedono cure prolungate e persistenti e supporti prevalentemente di tipo sociosanitario, quali anziani fragili con diagnosi di demenza ed Alzheimer, soggetti in età evolutiva con sindrome di autismo o tossicodipendenti con doppia diagnosi.

 

La domanda di salute è articolata in cinque livelli:

Livello 1: fragilità clinica e/o funzionale con bisogni prevalenti di tipo ospedaliero, residenziale, assistenziale a domicilio.

Livello 2: cronicità polipatologica, con prevalenti bisogni extra-ospedalieri, ad alta richiesta di accessi ambulatoriali integrati e fragilità sociosanitarie di grado moderato.

Livello 3: cronicità in fase iniziale prevalentemente monopatologica e fragilità sociosanitarie in fase iniziale a richiesta medio-bassa di accessi ambulatoriali e/o domiciliari.

Livello 4: soggetti non cronici che usano servizi in modo sporadico

Livello 5: soggetti che non usano i servizi, ma sono comunque potenziali utenti sporadici.

 

Se nella prima bozza della delibera, si prevedeva di affidare i livelli 1 e 2 direttamente alle strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private accreditate, lasciando i livelli 3, 4, e 5 alla responsabilità diretta dei medici di famiglia ed alle strutture territoriale, nella bozza definitiva, approvata ieri in Giunta, dopo il malcontento dei medici di base, questi potranno partecipare alla presa in carico dei pazienti più complessi, del livello 1 e 2.

 

Processo di presa in carico

L’ ATS riceve la stratificazione della popolazione assistita nell’ambito territoriale, ed assegna ad un soggetto un livello di complessità.

Per gli utenti che rientrano nei primi tre livelli, l’ATS seleziona i Gestori più adatti alla presa in carico degli assistiti, individuati tra quelli precedentemente ritenuti “idonei”.

La lista dei Gestori viene inviata da ATS al paziente insieme ad un’informativa, avendo cura di coinvolgere il MMG.

A tutela della libertà di scelta, sarà in ogni caso il paziente a scegliere il Gestore della presa in carico, tra quelli della lista fornita.

Il Gestore, prima dell’arruolamento del paziente, effettua una valutazione dei suoi bisogni clinico assistenziali. Se il paziente è valutato come “idoneo”, si procede all’arruolamento, tramite la sottoscrizione di un Patto di cura e la stesura del Pai, piano assistenziale individualizzato. In caso contrario, viene inviato ad un altro nodo della rete d’offerta, informando l’ATS ed il Mmg.

Il Pai rappresenta lo strumento:

  • organizzativo di pianificazione di interventi personalizzati;

  • di comunicazione e coordinamento organizzativo tra tutti coloro che intervengono nel percorso di cura;

  • di empowerment del paziente;

  • utile al monitoraggio e verifica dell’appropriatezza.

 

Il sistema di finanziamento

Il sistema di tariffazione non sarà più basato in via esclusiva sul Drg, ma vi sarà una tariffa di presa in carico per 62 patologie croniche, alla quale andrà sommato un 8% in più per far fronte alle spese per l’attività organizzativa del nuovo modello.

 

La delibera, approvata in Giunta in via definitiva, apre le porte ad una nuova era della presa in carico delle cronicità; le perplessità dei Mmg sono quindi superate, che da gestori nei Creg si erano visti relegati ad un ruolo minore in questo nuovo modello, che a detta dell’assessore Giulio Gallera, non è altro che la sublimazione dei Creg.

 

Fonti: 

ww.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=47374

http://www.quotidianosanita.it/lombardia/articolo.php?articolo_id=47419

La delibera