Toscana: a Pistoia il primo impianto di defibrillatore sottocutaneo
Anche l’ospedale San Jacopo di Pistoia, grazie dall’équipe di elettrofisiologia costituita dalla dottoressa Piera Meoni, dal dottor Andrea Boncompagni e dal dottor Alberto Mandorli, guidata dal dottor Marco Comeglio, direttore dell’unità operativa di cardiologia, si candida a diventare polo attrattivo per l’impianto dei nuovi defibrillatori sottocute (S-ICD).
Si tratta di un nuovo dispositivo piccolo quanto un pacchetto di sigarette realizzato con materiali ultraleggeri che ha la caratteristica di essere inserito sottocute senza toccare né il cuore né i vasi sanguigni perché non necessita dell’inserimento di elettrocateteri nel cuore; è composto di due componenti, il generatore di impulsi e l’elettrocatetere, posizionati rispettivamente sul lato sinistro della gabbia toracica e nella regione dello sterno, con una metodica che espone quindi il paziente a minori rischi da infezione, da estrazione dei cateteri e per incidenti procedurali.
Le dimensioni molto ridotte, insieme al forte abbattimento dei rischi intraoperatori, rendono questo nuovo tipo di impianto particolarmente indicato anche per l’età pediatrica e ovviamente, per la prevenzione da morte improvvisa cardiaca per un ampio spettro di aritmie cardiache.
Una differenza sostanziale quindi tra questo tipo di apparecchio e quelli di prima generazione che prevedevano l'inserimento dell'elettrocatetere attraverso un grosso vaso fino al raggiungimento del cuore che amplia lo spettro di applicazione e dimostra come la ricerca scientifica nel campo degli eletrromedicali, sia stimolata alla realizzazione di sistemi sempre più piccoli, biocompatibili e con caratteristiche di applicazione a sempre più basso richio.
Andrea Tirotto