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Trapianti. Muore Andrea Mongiardo. Ricevette il cuore di Nicholas Green

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 09/02/2017 vai ai commenti

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Un pezzo dell'effetto Nicholas purtroppo non c'e più. 

Andrea Mongiardo se ne è andato a 37 anni, con un cuore che gli era stato donato e che gli aveva salvato la vita una volta. Il ragazzo romano, ma origionario di Sant'Andrea Jonio, grazie al cuore di Nicholas, aveva pouto superare l'enorme scoglio di una malformazione congenita che all'epoca gli avrebbe lasciato soltanto un anno di vita.

Invece, Andrea ha vissuto per altri 22 anni, sempre grazie al piccolo Nicholas Green. Questi anni li ha vissuti con il massimo della gioia, della forza e della riconoscenza. Quando il primo ottobre del 1994 aveva saputo della disponibilità di un cuore era al settimo cielo e i genitori di Nicholas erano diventati per lui "la sua seconda famiglia".

Il trapianto effettuato dal Professor Carlo Marcelletti e dalla sua equipe all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma era andato alla grande e Andrea era pronto a condurre una vita normale.

Tra gioie e dolori, ha iniziato a lavorare per un'azienda di telefonia nazionale. Tutto perennemente sotto controllo dei medici perché le visite erano di routine. Ma andava bene così, la sua vita era un miracolo. Ora, questo miracolo è finito. Andrea Mongiardo se ne è andato a causa di un linfoma e con lui il cuore di Nicholas.

Qualche settimana addietro Andrea scriveva sulla sua pagina Facebook:

La morte di Nicholas Green.

Il 29 settembre 1994 la famiglia Green è in viaggio sulla Salerno-Reggio Calabria, a bordo di una Autobianchi Y10, identica a quella di un gioielliere finito nel mirino dei rapinatori Francesco Mesiano e Michele Iannello.

All'altezza dello svincolo per Vibo Valentia, i due sparano per costringere il conducente a fermarsi e rapinare quello che credono sia l'orafo. Uno dei proiettili colpisce al cervello Nicholas Green. Il bambino muore al Policlinico di Messina dopo due giorni di coma.

E, con una dignità estrema, i genitori decidono di donare i suoi organi, salvando la vita a sette persone. Tra queste c'era anche Andrea.

Mio figlio ha un grande cuore. Voglio che continui a battere“. Queste furono le parole di Reginald Green, papà di Nicholas, nel momento in cui firmò i documenti necessari per donare fegato, pancreas, reni e cornee del suo  bambino. “Da allora Nicholas rivive nei parchi, nelle scuole e nelle vie a lui dedicate in tutta Italia, ma soprattutto in Maria Pia – che da quel bambino ha ricevuto un fegato. 

Si è sposata e ha avuto un figlio. Lo ha chiamato Nicholas.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ilGiornale