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Spedali Civili di Brescia. Invecchiamento della popolazione e ospedali da campo. NurSind: Nola non è poi tanto distante.

Si cerca, da più parti,  di giustificare con la stagione fredda e la solita epidemia influenzale, il picco di accessi nei Pronto Soccorso di tutta Italia. Ha fatto scalpore e ha  creato  indignazione generale,  l’aver steso  a terra dei pazienti, per mancanza di posti letto, in un ospedale della Campania. Cosa dicono le statistiche epidemiologiche circa l’aumento  della morbilità nella  popolazione anziana?

A quanto pare niente, poiché non si è agito in maniera strutturale per far fronte a questo fenomeno e si è vivacchiato alla giornata, opponendo sempre al problema del taglio dei posti letto, la classica italica frase, che non si possiede la bacchetta magica per poterli moltiplicare e oggi, noi ci troviamo a parlare di letti in appoggio e pazienti addirittura per terra, senza nemmeno un posto letto in appoggio.

Medici ed  Infermieri, allora,  si rivolgono alla Stampa,  non per sfogarsi  ma per  lanciare grida di aiuto,  quelle dei tanti pazienti anziani pluripatologici, che rivendicano un’ assistenza sanitaria dignitosa ed umana. L’ anagrafica di questi pazienti è già di per sé,  un fattore di rischio, poiché l’ età molto avanzata, li rende più fragili ed esposti agli eventi avversi, che possono essere causati da questo sovraffollamento dei Pronto Soccorso e dei reparti di degenza.

Lo scandalo dei pazienti per terra, ha colpito ieri la città di Nola ma domani potrebbe toccare anche alla città di Brescia e agli Spedali Civili, poiché tira oggi e tira domani, prima o poi la corda si spezzerà. Voler negare questa percezione, potrebbe causare più danni che ammetterla.

Ci sta la consapevolezza del potenziale rischio clinico (studi scientifici affermano che maggiore è il tasso di occupazione dei posti letto e maggiore è il rischio di mortalità),  legato alle attuali condizioni lavorative, in cui tutto il personale sanitario del comparto e medico degli Spedali Civili, si trova a lavorare ma questa consapevolezza non potrà impedire a queste condizioni di divenire insostenibli e trasformare in reale, il rischio clinico.  

Questo disagio sanitario è figlio degli scellerati tagli alla Sanità del passato, che negli anni, hanno ridotto le risorse economiche necessarie per poter offrire adeguata assistenza a tutti. Non credo,  siano molti i paesi come l’ Italia,  dove nella propria Carta Costituzionale è prevista  per tutti l’ assistenza sanitaria. Purtroppo, in pratica, queste  parole costituzionali, saranno destinate a rimanere sempre più vuote, dato che non si riesce più a garantire a tutti, un posto letto nei reparti in cui i pazienti vengono ricoverati.

Negli Stati Uniti, il dettato costituzionale è chiaro: no assicurazione sulla salute, no  cure o solo quelle minime salvavita. Dove stiamo andando come Servizio Sanitario Nazionale? E’ scritto nei piani pluriennali di programmazione, a vari livelli, nazionali e regionali e nei piani strategici aziendali, formati da centinaia di pagine ma alla fine ci si rende conto che è solo carta straccia,  se in tutti questi anni, la Medicina di base non è riuscita mai a fare da filtro all’ ospedale.

Ciascuno raccoglie ciò che semina e dato che in tutti questi anni, abbiamo seminato niente o poco e male, ci troviamo oggi a fare una cronaca di quelllo che siamo ma che non avremmo voluto essere. Si arriverà a degli ospedali da campo?

Nola non è poi così lontana e dista solo 700 km da Brescia. Diventeranno gli Spedali Civili un ospedale da campo? Chi virà vedrà.

Pompeo Cammarosano

Segreteria Territoriale NurSind Brescia