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Pisa: per l’assistenza territoriale basta scuse. Assunzioni di infermieri inderogabili a fronte dell’enorme aumento degli assistiti

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La Redazione
Pubblicato il: 07/03/2017 vai ai commenti

Comunicati StampaToscana

Uno dei punti cardine e degli obiettivi della LEGGE REGIONALE 28 dicembre 2015, n. 84 (modifiche alla l.r. 40/2005) è quello della valorizzazione del ruolo dell’assistenza territoriale a causa dell’accentramento (e diminuzione) dei servizi offerti dalle strutture ospedaliere. In particolare, tutto quanto riguarda le malattie croniche è stato demandato all’assistenza territoriale togliendo tale incombenza agli ospedali.

 

E in effetti, come vedremo dai dati che seguono, all’indomani dell’entrata in vigore della legge regionale 28, ovvero il 1 gennaio 2016, vi è stato un enorme incremento dei pazienti assistiti in regime di assistenza domiciliare.

I dati che vedremo dimostrano come l’obiettivo di garantire un’assistenza domiciliare adeguata, sia completamente fallito nell’ambito di quella che è stata la ex USL 5, a causa del fatto che il personale infermieristico necessario per far fronte all’aumento dei cittadini che necessitano di assistenza domiciliare non sia aumentato di una sola unità nel corso dell’anno 2016 e che al momento nessun incremento è previsto anche per il 2017.

Nel territorio della città di Pisa (che comprende Pisa città fino a Calambrone e Riglione) l’ASSISTENZA DOMICILIARE è suddivisa in settori: le Cure Primarie, le Cure Palliative, l’unità Scompenso cardiaco, oltre alle attività di distretto.

Fino al 2015, i pazienti in carico al servizio di CURE PRIMARIE, erano stati circa 170. All’indomani dell’entrata a regime della nuova legge i pazienti in carico sono schizzati ad oltre 350.

Gli Infermieri delle CURE PRIMARIE forniscono una serie di prestazioni che comprendono i prelievi al domicilio del paziente, le nutrizioni artificiali per chi non può alimentarsi, la gestione delle stomie, la gestione  delle lesioni cutanee (piaghe da decubito e lesioni difficili), le terapie endovenose, e in generale di tutta l’assistenza infermieristica necessaria ad un paziente.

A fronte di un così enorme aumento di cittadini da assistere, ci si sarebbe aspettati un incremento del numero di infermieri dedicati. Invece il numero è rimasto invariato: ad oggi la dotazione organica è rimasta di 15, ma funzionalmente ridotta perché 1 infermiere è in part time e altri 3 fruiscono dei benefici della legge 104 per assistenza ai disabili che comporta l’assenza dal servizio per 3 gg al mese.

Stesso discorso vale per il servizio CURE PALLIATIVE, i pazienti in carico erano circa 160 fino al 2015, nel 2016 si è passati ad oltre 250.

Stiamo parlando di pazienti con patologia oncologica (con terapia del dolore) e SLA quindi di pazienti ad alta complessità assistenziale.

Anche in questo caso, il personale infermieristico dedicato è rimasto lo stesso, ovvero 7 infermieri (di cui 1 rimane in struttura per la gestione organizzativa) e 1 Operatore Socio Sanitario (erano 2 ma 1 è stata trasferita)

C’è inoltre un pool di soli 2 infermieri che si occupa del servizio Scompenso Cardiaco, che al momento ha avuto un incremento di pazienti da assistere modesto rispetto alle situazioni precedenti.

Come se non bastasse il carico di lavoro istituzionale, gli infermieri devono anche occuparsi di seguire gli studenti di infermieristica e gli studenti in medicina che fanno tirocinio al servizio di Assistenza Dominiciliare.

Ad aggiungersi ai problemi di personale, ci sono:

-                una struttura, quella di via Garibaldi, estremamente piccola dove si ritrovano tutti insieme infermieri, tirocinanti  (di infermieristica e medicina) coordinatore infermieristico, (il 2 febbraio us, gli RLS aziendali hanno inviato alla Direzione dell’USL una richiesta di intervento sulle carenze strutturali che ad oggi non ha ricevuto risposta)

-                l’assenza di divise idonee sia per qualità che per numero (spesso gli infermieri debbono andare al domicilio dei pazienti con i propri abiti)

-                borse per trasportare il materiale per le terapie e le medicazioni non idonee (e usurate dal tempo)

-                auto di servizio vecchie ed insicure, che spesso ritornano dalle riparazioni con gli stessi problemi con cui ci sono andate.

Inoltre, come segnalato nei giorni scorsi (Magazzino Estar che non consegna il materiale), alle difficoltà di personale si aggiungono anche quelle relative all’approvvigionamento di farmaci, materiale da medicazione e materiale per la somministrazione dei farmici endovena. Può sembrare una cosa da poco, invece anche la mancata fornitura di un semplice deflussore con sistema di gocciolamento controllato, (che serve per garantire il giusto apporto calorico e nutritivo agli utenti che non possono più alimentarsi) crea un problema enorme.

Nonostante la situazione, e con i pochi mezzi a disposizione, gli infermieri dell’assistenza domiciliare riescono ancora a garantire un buon livello di assistenza, ma è evidente che non potrà essere garantito ancora per molto senza un incremento della dotazione organica e della soluzione dei problemi evidenziati.

Anche perché, lavorare in queste condizioni è frustrante e demotivante.

La direzione dell’Azienda USL Nord Ovest, più volte sollecitata per un aumento del numero di infermieri da destinare all’attività di assistenza domiciliare, si è spesso trincerata dietro la scusa della mancanza di concorsi da cui assumere. Adesso la scusa è caduta, c’è una graduatoria di oltre 2000 infermieri da cui poter assumere, se non lo farà, si assumerà la responsabilità della diminuzione della qualità dell’assistenza fornita ai cittadini.

 

Daniele Carbocci   

Segretario territoriale NurSind Pisa