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Urgente difendere il SSN. 9 raccomandazioni del Comitato di Bioetica consegnate al Consiglio dei Ministri

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 19/03/2017 vai ai commenti

NurSind dal territorio

La Presidenza del Consiglio *pubblica nel sito il 17 marzo il documento: *In difesa del Sistema Sanitario Nazionale, il primo parere dell’anno del Comitato di Bioetica firmato all’unanimità il 26 gennaio. Il CdB pone attenzione sul problema ad oggi poco considerato dalle istituzioni, della sostenibilità futura del Servizio Sanitario Pubblico, un bene e diritto dei cittadini da proteggere.   La ricetta per la sua salvezza si compone di 9 ingredienti, strategie, obbiettivi d’intervento prioritario, che devono essere realizzati nel loro complesso dal Governo a garanzia e tutela della salute pubblica. In sintesi il CdB raccomanda d’intervenire in questi ambiti:

  1. Prevenzione. Senza una fondamentale attenzione alla prevenzione, il SSN diverrà sempre meno sostenibile. Un impegno di tutta la società, l'Italia è all'ultimo posto per le spese sulla prevenzione nell’ambito dei 34 Paesi dell’OCSE (OECD-OCSE, 2015). L’insieme delle malattie evitabili incidono sulla spesa sanitaria, occorre quindi investire la parte dovuta sulla prevenzione, diffondendo al contempo nuovi percorsi educativi sugli stili di vita e salute, sin dall’età infantile. Impegno difficile, quando interessi economici privati connessi a quelli pubblici determinano un conflitto d’interessi: i privati con la pubblicità promuovono consumi contrari alla salute, mentre lo Stato lucra attraverso le tasse su cattive abitudini di vita.
  2. Modelli organizzativi e digitalizzazione del SSN. Necessario passare dalla dimensione “oggettiva” basata sulla prestazione sanitaria a quella “soggettiva”patient-centeredness. L’ospedale deve essere una struttura calibrata sul bisogno del paziente, ottimizzare una congruenza tra l’intensità di cura e assistenza appropriata al bisogno e alla clinica con l’integrazione tra le varie figure professionali sanitarie. La sperimentazione del modello Chronic Related Group – CreG – in Lombardia ed in Emilia Romagna, produce oggi i primi risultati positivi da diffondere e promuovere in tutto il territorio nazionale. La telemedicina è indispensabile per implementare e migliorare la continuità delle cure dei pazienti cronici e/o con polipatologie. La creazione di Banche Dati Assistito, getterà le basi per lo sviluppo di Piani di assistenza Individualizzati e la ridefinizione di nuovo sistema tariffario adeguato alla cronicità.
  3. Difesa dei pazienti con demenza. Evidenzia la necessità di creare una nuova sanità a difesa dei pazienti con malattie neurodegenerative e demenza, che miri all'attuazione di un percorso preventivo-diagnostico-terapeutico-assistenziale integrato condiviso da medici di medicina generale, servizi di assistenza specialistica ambulatoriale e domiciliari, e cliniche della memoria esperte del SSN. Migliorare la diagnosi   precoce   ed   il   processo   di   invio   agli   specialisti   riducendo   di conseguenza l'uso di interventi inefficaci o addirittura dannosi, permetterebbe di affrontare in modo più economico ed efficace i bisogni dei pazienti fragili.
  4. Difesa dei pazienti fragili. il Comitato raccomanda di prestare una particolare attenzione alla lotta alla povertà infantile, in deciso aumento negli ultimi anni. Un intervento sociale può migliorare significativamente lo stato di salute dal momento che i bambini che vivono in famiglie povere sviluppano più frequentemente malattie acute e croniche. La prevenzione da attuare dalla fase prenatale sino alla cura delle malattie croniche disabilitanti, congenite o acquisite, che denotano un trend sempre più crescente, richiedendo l’urgente riequilibrio fra le differenze esistenti nel divario Nord e Centro-Sud, in particolar modo nella mortalità infantile.
  5. Finanziamento e revisione dei LEA. L’auspicato aggiornamento dei LEA è ancora in attesa delle conferme di copertura finanziaria da parte della Corte dei Conti e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; il CdB ne raccomanda una revisione su base periodica e programmata, fondata sui criteri dell'evidenza e del rapporto costi-efficacia, pena la conseguente non sostenibilità del sistema, e la dissipazione di risorse pubbliche dovuta all’erogazione gratuita di alcune cure non evidence-based a svantaggio di altre necessarie per la cura dei pazienti.
  6. Riduzione della spesa a carico dei cittadini. Recenti studi hanno evidenziato che numerosi pazienti sono obbligati a rivolgersi ad enti privati, con conseguente spinta all’incremento della spesa a proprio carico, o ad assicurazioni, o ad intramoenia. L’equità del SSN non è più garantita, è iniquo il divario fra cittadini con disponibilità economica, che possono risolvere rapidamente i propri problemi, e quelli che invece o sono soggetti a lunghe attese oppure restano privi di assistenza, perché non possono permettersela.
  7. Formazione professionale e interprofessionale. Il SSN deve prevedere ulteriori fondi per la formazione in tutto il Paese, soprattutto, nelle Regioni assoggettate a Piano di rientro, dove sono state ridotte o azzerate per soddisfare il rispetto degli obiettivi statuiti dai Piani stessi. La metamorfosi   auspicata, non potrà mai avvenire senza preventive e mirate azioni formative, continuate e programmate che coinvolgano tutti gli operatori impegnati a vario titolo nel processo di cambiamento. La formazione è un processo attraverso il quale l’individuo e l’organizzazione apprendono, è uno strumento indispensabile che accompagna e sostiene l’agire, la crescita e lo sviluppo organizzativo.
  8. Sviluppare la ricerca. Garantire un minimo dell'1% del Fondo Sanitario Nazionale (FSN) e di raggiungere gradualmente, in considerazione del superamento della crisi economica il 3%, coerentemente con gli obiettivi e le prescrizioni sancite nel Patto di Lisbona. Promuovere la ricerca indipendente (no-profit), senza ricerca non si potrà mai stabilire se i LEA siano basati su evidenze scientifiche.
  9. Difesa dalle frodi e dalla corruzione. L’'Italia nel 2016 è al 60esimo posto, condiviso con Cuba, nella triste classifica mondiale per corruzione percepita; i primi tre Paesi, tra i più virtuosi sono, rispettivamente, la Danimarca, la Nuova Zelanda e la Finlandia (Corruption Perception Index (CPI), di Transparency International). Nel SSN pesa per oltre 1 mld di Euro e costituisce un grave fenomeno sociale-politico-amministrativo-sistemico, che pregiudica prestigio,imparzialità, efficienza/efficacia della pubblica amministrazione. Inoltre erode una porzione di risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate per il SSN nel finanziamento degli obiettivi sopra menzionati. Urgente intervenire con linee-guida specifiche per le strutture locali e regionali del SS, che d'intesa con l’azione dei corpi di GdF/NAS, potrebbero consentire utili modifiche alle procedure di prevenzione ed accertamento e prospettare adeguate politiche anti-frode e corruzione.

Gli esperti, si stanno prodigando attraverso analisi e studi di settore ( vedi anche #GIMBE2017) e concordano nel proporre gli interventi preminenti alla sostenibilità e difesa del nostro Sistema Sanitario Pubblico. Sta ora alla politica, non deludere le aspettative dei cittadini che non sembrano rassegnarsi al graduale smantellamento dei servizi sanitari pubblici a favore di quelli privati.

Fonte

http://presidenza.governo.it

* Le frasi in arancio sono link di approfondimento

Ph: 

www.dismappa.it

www.iserniadiscute.it