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Scende dal cielo e ti salva la vita. Il Defibrillatore DAE

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 25/03/2017 vai ai commenti

EsteroNursing

In ambiente extra-ospedaliero i progetti che facilitano l’accesso pubblico alla defibrillazione, dimostrano di migliorare la sopravvivenza delle persone in arresto cardiocircolatorio. Purtroppo i defibrillatori automatici esterni (DAE) sono raramente immediatamente disponibili all’utilizzo da parte di un testimone, durante uno scenario di Arresto Cardio Circolatorio ACC. Una soluzione possibile è la tecnologia emergente dei  Droni, in grado di fornire un DAE direttamente e in tempi brevi, su qualsiasi scena di un ACC. 

Applicando modelli matematici, dei ricercatori canadesi hanno realizzato uno studio, osservando retrospettivamente 53,702 arresti cardiaci che si sono verificati tra il 1 gennaio 2006 e al 31 dicembre 2014 in 8 regioni dell’Ontario circostanti Toronto. L’ipotesi della ricerca analizzava l’eventuale impatto positivo in termini di efficienza ed efficacia nell’impiego di Droni nel trasporto di defibrillatori in scenari di ACC. In primis sono stati confrontati i tempi medi di risposta all’emergenza con i tradizionali soccorsi, autoambulanza e defibrillatore inviati tramite chiamata del 911, con quelli dell’invio di droni. Il drone forniva un DAE 2 o 3 minuti più velocemente del 911, il 92% dei pazienti con arresto cardiaco sarebbe stato trattato più rapidamente, e sappiamo che ogni minuto consegna maggiori probabilità di sopravvivenza per la vittima.

In seconda istanza l’analisi ha quantificato il numero di droni necessari rispetto al territorio ed alla densità della popolazione. I risultati hanno stabilito che nel territorio esaminato, 81 sedi e 100 droni fornirebbero in media un anticipo di risposta di 3 minuti rispetto al 911. Nella regione urbana il drone riduce i tempi medi del 911 di 5 minuti e 43 secondi, in quella agricola i vantaggi sono enormi, il tempo si taglia di 10 minuti e 34 secondi. Inoltre la gestione coordinata in ambito regionale della rete dei droni-Rescue, riesce anche ottimizzarne costi ed efficienza. La ricerca ha quantificato che con la costituzione di una rete tra tutte le regioni osservate si otterrebbe un risparmio del 39,5% di basi e del 30% in meno del numero di droni.

Irrisolti ancora alcuni problemi, come i costi complessivi del progetto e probabilmente è stato sottovalutato il numero dei droni necessari per una copertura efficace del territorio, perché i dati esaminati, comprendono i casi confermati di arresto cardiaco e non di ogni sospetto arresto cardiaco che ha richiesto l’intervento del 911.

Un’ipotesi comunque interessante, che merita una attenta valutazione degli esperti, insieme alla riflessione, di potersi avvalere anche in campo sanitario di tecnologie alternative come i droni, strumenti con potenzialità forse troppo sottostimate.

Fonte

https://doi.org/10.1161/CIRCULATIONAHA.116.026318

Ph: https://terraoko.com

www.xdynamics.com