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Iday Sicilia. L'infermiere protagonista dell'equipe multiprofessionale sul territorio. L'intervista al Dottor Giovanni Angemi.

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 26/03/2017 vai ai commenti

Le intervisteSicilia

Nell’ambito dell’Iday Sicilia, ancora un’intervista, al Dottore Giovanni Angemi, che gentilmente ci racconta, da psichiatra che opera nel territorio, punti deboli e strategie per una nuova Sanità Siciliana. Considerazioni le sue, che non rappresentano in alcun modo la posizione ufficiale del M5S, in quanto il Programma Regionale sanità del M5S verrà deciso a breve dagli iscritti attraverso una votazione on line sul Sistema operativo Rousseau.

Ringraziandolo per la disponibilità e la puntualità, vi invitiamo alla lettura di quanto segue.

Dott. Angemi, innanzitutto complimenti per l’evento. Veniamo a noi, lei è uno psichiatra, lavora sul territorio, mi racconta in breve le difficoltà riscontrate ad operare su una rete socio-sanitaria praticamente inesistente ed inefficiente?

L’attuale modello sanitario ospedale-centrico considera il paziente un malato da curare, per cui i servizi socio-sanitari attendono passivamente l’insorgere della malattia per poi intervenire a posteriori. Manca l’integrazione e la comunicazione delle informazioni sanitarie tra i vari servizi e spesso si verifica anche conflittualità tra gli stessi.  La conseguenza è uno spreco di risorse ed una scarsa efficacia degli interventi isolati. Il cittadino è disinformato e confuso, gira da un servizio all’altro come un pacco postale senza trovare risposte soddisfacenti ai suoi bisogni. Chi può si rivolge al privato come unica soluzione ai disservizi del pubblico, chi non può rinuncia sempre più spesso a curarsi

Quali sono le soluzioni da lei proposte per porre rimedio a queste inefficienze?

Umanizzazione, Prevenzione ed Integrazione sono le parole chiave per una rivoluzione copernicana del Servizio Sanitario Regionale che porti a maggiore efficienza, efficacia e qualità e ad una significativa riduzione degli sprechi. Bisogna riportare l’uomo al centro della salute. Il paziente torna ad essere un cittadino sano con un Servizio sanitario proattivo che tutela la Sua salute e precede l’insorgere della malattia. I servizi sanitari dovranno diventare integrati, ad alta comunicazione e condivisione per cui si passerà da un insieme di servizi sanitari regionali isolati ad un Sistema Sanitario Regionale. Primi strumenti indispensabili per l’avvio di questa rivoluzione sono la formazione multi professionale regionale integrata e l’avvio della sperimentazione del Fascicolo Socio-sanitario Elettronico Regionale (FSSER).

Lei crede nel ruolo strategico dell’infermiere sul territorio?

Nel modello proattivo è indispensabile istituire la figura dell’infermiere del territorio che forma, insieme al medico di base ed alla nuova figura dello psicologo di base, l’equipe multi professionale territoriale che si attiva per mantenere la popolazione in condizioni di buona salute rispondendo ai bisogni del singolo paziente sia in termini di prevenzione che di cura delle condizioni croniche. L’equipe si attiva, inoltre, per gestire il F.S.S.E.R. ed i P.D.T.A. (Percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali) in applicazione del modello PHM (Population Healt Management).

Cosa intende per superamento del concetto delle A.S.P.?

L’ambito territoriale provinciale, dopo la scomparsa delle Province, appare anacronistico e generatore di inefficienze e sprechi di risorse. Risponde solo alla esigenza di mantenere poltrone inutili da gestire in modo clientelare. Per eliminare sprechi ed ottimizzare le risorse appare opportuno ridurre il numero delle Aziende Sanitarie Territoriali esistenti ridefinendo 6 nuovi ambiti territoriali al posto delle attuali 9 A.S.P.

Mi racconti brevemente le riforme più urgenti per salvare il SSR e come si intende attuarle.

L’attuale struttura organizzativa dell’Assessorato Regionale alla Salute è fortemente carente di persone con reali competenze sanitarie per cui per prima cosa bisognerebbe integrare il personale esistente con Tavoli tecnici ad alta competenza (Assistenza ospedaliera pubblica e privata, Salute Mentale e Tossicodipendenze, Farmaceutica, Assistenza di Base, specialistica e riabilitativa, Sanità pubblica Veterinaria, Igiene e sanità pubblica) in modo strutturale e permanente. Tale integrazione si può realizzare senza oneri aggiuntivi per la Regione con notevole aumento dell’efficienza e dell’efficacia della struttura organizzativa regionale. Altri interventi urgenti dovrebbero essere:

  • La nomina dei nuovi Direttori Generali secondo criteri meritocratici e con assegnazione di obiettivi chiari e coerenti con il Programma Regionale Sanità del M5S
  • L’implementazione del Piano per la nuova Rete Ospedaliera
  • L’ accelerazione dei tempi per l’assunzione del personale precario o carente 
  • L’istituzione dell'ente di governance regionale denominato "Azienda Zero ".

Sarà importante, inoltre, avviare l’iter per il Piano Sanitario Regionale strumento fondamentale di programmazione sanitaria.