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Tavolo tecnico sulla professione infermieristica. Cercasi disperatamente.

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La Redazione
Pubblicato il: 25/03/2017 vai ai commenti

Competenze Avanzate - Le prese di posizione

Il 18 marzo 2016 l’allora sottosegretario di stato al Ministero della Salute on. Vito De Filippo convocava un Tavolo tecnico sulla professione infermieristica. L’intento era quello di valorizzazione le competenze di tutti i professionisti coinvolti nei percorsi di cura in modo da garantire risposte appropriate ai bisogni emergenti di salute del paese.

Iniziando dalle competenze che la professione infermieristica aveva raggiunto in ragione sia dei percorsi formativi sia dell'esperienza maturata e sviluppata nella realtà quotidiana. Valorizzazione si ma in coerenza con il quadro normativo di riferimento e del rispetto dei vincoli economici imposti al SSN.

Più che altro emergeva la necessità di rimodulare in termini organizzativo-gestionali le attuali modalità di erogazione del servizio, essendo che alcune Regioni (Toscana ed Emilia Romagna) avevano deliberato vari protocolli che assegnavano competenze avanzate agli infermieri e da cui era nata una querelle politico-giudiziaria-ordinistica.

Paolo Porta - Salvo Lo PrestiIntento sicuramente apprezzabile, pertanto il nursind condividendone gli aspetti ispiratori, comunicava la presenza nominando come esperti, i membri della DN, Salvo Lo Presti e Paolo Porta.

Le tematiche da affrontare e sulle quali elaborare le relative proposte, erano le seguenti:

  • linee guida relativamente all'assistenza residenziale: anziani, pazienti psichiatrici, rems;
  • linee guida relativamente agli standard ospedalieri/territoriali di riferimento per le dotazioni organiche comprensive di linee di indirizzo per la gestione delle risorse con prescrizioni.
  • linee di indirizzo per l'appropriato utilizzo di risorse umane all'ingresso del percorso e al termine dello stesso per i professionisti con età maggiore ai 55 anni o impegnato in attività ad elevata usura.
  • linee guida relativamente agli ambiti di competenza avanzata e delle conseguenti aree di prescrittività infermieristica;
  • linee guida per la definizione di attività dell' operatore socio sanitario (OSS) secondo quanto previsto dal vigente accordo in materia;
  • linee di regolamentazione dello sviluppo dell'assistenza infermieristica nell'ambito di comunità, cure domiciliari, servizi ambulatoriali e territoriali;.
  • linee di indirizzo per la regolamentazione, negli ambiti socio assistenziale sanitario a regime privato convenzionato e non, dell'utilizzo e riconoscimento dell'infermiere;
  • linee guida per l’attuazione di quanto previsto dall’art.1, comma 3 della legge 251/00 e cioè “l’attribuzione in tutte le aziende sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni; la revisione dell’organizzazione del lavoro, incentivando modelli di assistenza personalizzata;”
  • definizione/ridefinizione dei percorsi di studio degli infermieri e dei modelli formativi utilizzabili;
  • sviluppo dell’attività di ricerca infermieristica;
  • elaborazione di proposte per l’individuazione delle competenze degli infermieri specialisti in attuazione dell’articolo 6 della legge 43/06 nelle aree indicate dalla proposta di Accordo Stato-Regioni sulle competenze avanzate e specialistiche delle professioni infermieristiche.

Fin qui nulla da eccepire, parrebbe di essere in una fiaba dal lieto fine tipo “e vissero tutti felici e contenti” ma purtroppo non è cosi.

Sin dal primo incontro, apparvero evidenti le differenze tra i principi ispiratori del tavolo e la finalità dello stesso.

Innanzitutto al tavolo erano presenti associazioni ed organizzazioni che rappresentavano la professione infermieristica, come FNC Ipasvi, la CNAI, il CID, il CNC, le regioni Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Marche, il Ministero della Salute (direzione generale della ricerca e dell’innovazione in sanità, direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del ssn, direzione generale della programmazione sanitaria ministero della salute) l’Agenas, le organizzazioni sindacali NurSind, Nursingup, Fsi, Fials, Cigl, Cisl, Uil.

Appena conclusa l’introduzione da parte dell’On. De Filippo, i rappresentanti delle OO.SS. Cgil Cisl Uil, comunicavano l’abbandono del tavolo adducendo che per loro era impensabile un tavolo solo infermieristico poiché le problematiche erano comuni a tutti i professionisti in primi la dirigenza medica e che sarebbero stati disponibili solo per tavoli comuni.

Peccato che nello stesso tavolo presso il ministero della salute per la professione medica non abbiano applicato lo stesso metodo abbandonandolo per l’assenza delle altre professioni sanitarie.

A parte questa presa di posizione discutibile, gli incontri si svolsero il 25/05,  il 16/06, il 15/07, il 16/09. Sempre con l’intento iniziale, i confronti si svolsero, anche con aspri ma costruttivi confronti tra le parti, tant’è che il 4/10 fu ufficializzata la prima parte del documento per la successiva  trasmissione in Conferenza Stato – Regioni.

Da allora, e sono passati 1 anno dall’invito dell’On. De Filippo e 5 mesi dalla prima parte di documento definitivo, nulla si è più fatto.

Prima parte di documento, esatto; poiché essendo tanti i punti proposti, questi non sono stati indagati nella loro totalità, ma divisi in più parti: ospedaliera, extra ospedaliera, formazione scolastica, ecc.

I principi ispiratori era validi oltre che  molto sentiti dai professionisti infermieri in primis, ma ricordiamo che anche le altre professioni sanitarie aspettano il riconoscimento delle competenze acquisite sul campo e l’autonomia acquisita normativamente ma non ancora interamente riconosciuta.

Non vorremmo fare considerazioni di carattere politico, ma speriamo che le legittime richieste dei professionisti sanitari e l’esborso di risorse pubbliche non siano serviti solo quale ulteriore mezzo elettorale per il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 da una classe politica che immola gli ideali di molti per i propri.